3. Noah

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Chloe

Avevo seguito le direttive del capitano alla perfezione. Mi ero occupata dei minori che viaggiavano senza genitori e devo dire che avevo conosciuto anche dei soggetti interessanti.

Era da quella specie di riunione con l'equipaggio, però, che non riuscivo a togliermi un dubbio. Dawson Flame. Io avevo già visto quell'uomo, ne ero certa, ma non riuscivo a capire dove. Quei capelli scuri leggermente spettinati, la barba non troppo folta, il volto tetro...

«Signorina, mi scusi, può indicarmi il bagno?» era stato uno scricciolino riccioluto a parlarmi, lo stesso che quella mattina mi aveva chiesto se avessi una caramella.

«Certo, tesoro. Continua lungo questo corridoio, ti troverai di fronte ad una porta che sarà proprio quella del bagno» gli sorrisi.

«Grazie!» esclamò felice, correndo via. Dovevo assolutamente prendergli un pacchetto di caramelle.

Raggiunsi Julie, l'addetta al piccolo piano bar, e le chiesi se avesse qualche caramella da poter acquistare.

«Ne ho a quintalate, quali ti piacerebbero?»

Non avevo idea di cosa prendere. Poi notai le Haribo. A chi non piacevano?

«Quel pacco di Haribo alla frutta, per favore.»

«Eccolo» esclamò porgendomelo. Le allungai i contanti, ma li rifiutò con un sorriso.

«Siamo colleghi, non ce n'è bisogno» scosse la testa.

Avrei voluto dirle che non erano per me, che erano per un passeggero, ma avevo davvero bisogno di soldi e non potevo permettermi di perdere nemmeno un centesimo. Così, mentre la mia povera coscienza mi urlava di dirle la verità, io incassai i sensi di colpa e tornai nel mio scompartimento.

Il bambino era già tornato al suo posto, così lo raggiunsi e mi sedetti accanto a lui.

«Ciao» esclamai.

«Ciao!»

Che bel sorriso che aveva... mi ricordava quasi me alla sua età. Felice, spensierata, senza troppi problemi ad attanagliarmi la testa.

«Non mi hai ancora detto come ti chiami.»

«Mi chiamo Noah e ho sei anni. Tu sei?» continuò, con quell'ingenuità che solo un bambino poteva avere.

«Chloe, molto piacere» dissi, porgendogli la busta di caramelle che avevo cacciato da una tasca della mia divisa.

«Sono per me?» chiese di rimando, con gli occhi che gli brillavano per l'eccitazione.

«Tutte tue» risposi, cercando di trovare una posizione migliore sul sedile.

«Grazie!» replicò con la sua vocina stridula. «Sai, le caramelle non me le comprano spesso» dichiarò con aria triste.

Ero contenta, perché lo avevo reso davvero felice. Tuttavia non gli chiesi altro, sarei sicuramente sembrata invadente e, non so perché, ma quel mostriciattolo mi sembrava molto più grande della sua età.

«Hai visto che bel tramonto?» mi disse più tardi. Ero rimasta lì a fargli compagnia, mentre la mente era tornata allo scontro di qualche sera prima. Se quell'auto non si fosse fermata in tempo, adesso sarei stata in qualche ospedale della città con i miei parenti al capezzale.

«Sì, da qui su è ancora più bello» gli risposi, squadrando il suo dolce visino, mentre osservava quel mondo meraviglioso fuori dal finestrino.

«Noah! Noah, sei qui?» una possente voce maschile si fece largo lungo il corridoio e arrivò fino alle mie orecchie.

«Dawson! Sono qui!» rispose lui di rimando. Fortuna volle che su quel volo lui era l'unico passeggero minore non accompagnato, altrimenti mi sarei messa le mani tra i capelli per l'imbarazzo dovuto a quelle gride così acute.

Com'è che Noah aveva chiamato quella voce, però?

Dawson.

Sì, Dawson. Lo stesso Dawson che quella mattina mi aveva squadrata da capo a piedi alla ricerca di qualcosa visibile soltanto ai suoi occhi?

«Eccoti, piccolino» arrivò con un sorrisone dipinto sul volto e tre buste di cioccolatini tra le mani.

Vidi l'espressione disgustata di Noah e trattenni un sorriso. Adesso capivo cosa intendesse quando aveva detto che non gli compravano le caramelle: ovvio! Gli regalavano soltanto cioccolatini! E lui preferiva le caramelle.

«Ancora cioccolata, Daw?» sbuffò il piccolino, sprofondando ancor di più nel sedile.

«Le caramelle fanno male, lo sai.»

Ma cosa va dicendo questo qui?

«In realtà» mi intromisi. «È la cioccolata a fare ancor più male delle caramelle.»

Come se finalmente si fosse accorto di me, smise di darmi le spalle e si voltò. Dio, era proprio lui. Con quei capelli castani leggermente mossi dal vento che proveniva da un finestrino aperto e quegli occhi in cui sarei potuta annegare.

«Che ci fai tu qui?» strinse le labbra in una linea dura, prima di squadrarmi ancora una volta da capo a piedi.

«Mi ha ordinato lei di occuparmi dei minori non accompagnati.»

Lo osservai digrignare, mentre combatteva con sé stesso una battaglia a me sconosciuta. A cosa stava pensando?

«Lui è con me» rispose in tono minaccioso. Perché faceva così? Cos'avevo da spartire io con lui?

E, soprattutto, chi era allora quel bambino?

Suo figlio, esclamò una vocina dentro di me.

Così giovane e già con un figlio.

La voce di mia nonna risuonò nella testa: non giudicare la vita altrui, tesoro mio, nessuno sa cosa sia successo veramente tranne il diretto interessato.

Aveva ragione. Aveva così dannatamente ragione che ricacciai indietro le lacrime che inspiegabilmente stavano per uscire e cercai di riempire il senso di vuoto che mi si era formato allo stomaco.

«Mi scusi, allora. Vado via subito.»

Senza attendere risposta, salutai il mostriciattolo sotto il suo sguardo triste e impotente e mi andai ad accomodare a un posto vuoto in fondo al vagone. Come prima esperienza di lavoro non era stata proprio il massimo.

Dawson Flame. Il mio pensiero corse ancora una volta a quell'uomo dai tratti così familiari...

«Oh mio Dio...» sussurrai, quando mi resi conto di tutto.

Adesso ne ero certa.

C'era la sua auto nel parcheggio dell'aeroporto quella mattina, la stessa auto che piche sere prima stava per lanciarmi in aria. E lui aveva gli stessi tratti di quel ragazzo che, invece, l'auto la guidava.

«L'uomo che stava per investirmi era Dawson Flame.»

Angolo autrici
Salve readers! Siamo pazze ad aggiornare a questo orario, lo sappiamo, ma non abbiamo avuto tempo prima...
Speriamo che il capitolo vi piaccia! La prossima settimana avrete un assaggino dal pov di...

*RULLO DI TAMBURI*

DAWSON FLAME!!!!!!!!!

Nel frattempo, godetevi il pov di Chloe *-*

Un abbraccio!

Un abbraccio!

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Due cuori sull'asfaltoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora