mi sveglio, vicino a me c'é dominic che mi guarda con gli occhi ancora assonnati. solo dopo un po' mi rendo conto di avere un mal di testa infernale. "oggi non voglio fare niente".
"come al solito, non credi?".
"si ma stavolta più degli altri giorni".
"ci sono i miei genitori al piano di sotto".
"cosa vorresti insinuare?" vuole scopare dopo tutto quello che gli ho detto? "ti prenderei a sberle, certe volte".
"io no, un matt bellamy non si sfiora neanche con un fiore".
"fammi le coccole, subito".
"no, andiamo giù a fare colazione".
"non ho fame" mi lamento. mi mette una mano sulla pancia:"questo non mi piace per niente. magro si, ma preferirei anche sano".
più che altro non vorrei farmi vedere dai suoi genitori. non faccio mai una bella impressione. diranno:"mangia un po' figliuolo sennò mi muori qui", disgustoso.
scendo le scale (vestito con la felpa e i pantaloni e le scarpe e tutto quello che ci va dietro) e mi guardano, nemmeno fossi un alieno. "ehm... buongiorno?".
"tu saresti...?" mi sento avvampare.
"sono matt bellamy" rispondo, sperando che dominic venga giù presto (oppure mi sta sentendo e vuole farmi fare una figura di merda apposta).
"ah si, dominic ci ha parlato molto di te" mi guardano come se fossi per davvero nei guai.
"ho detto che mi rompi il cazzo" dice, scendendo giù manco fosse un red carpet.
sua madre ribatte:"no, in realtà ci ha parlato di quanto tu sia carino e simpatico e quant'altro, vero, mister?" nel mentre io comincio a ridere, la signora howard mi sta simpatica di già. "e io credevo sinceramente peggio, dato che in fatto di ragazzi dominic si sceglie sempre dei cessi".
"mamma!" ho le lacrime agli occhi. questo é quello che si merita dopo tutto quello che mi ha fatto.
"comunque, fate colazione e tutto il resto basta che lo fate poco rumoroso e intanto noi andiamo in chiesa". come fanno ad andare in chiesa con un figlio che urla "gay" a qualsiasi essere vivente gli capiti a tiro? lo so che in realtà é bisessuale (credo) ma davvero, non capisco come possa essere possibile. appena se ne escono di casa chiedo a dominic:"i tuoi sono credenti?".
"si, perché? c'è qualche problema, miss?".
"no mi pare strano, tutto qui... vabbè non é che mi cambia tanto".
"te vuoi fuorviarmi, lo so, non vuoi farmi vedere che non stai mangiando". prende un cucchiaio e dalla tazza con latte e cereali ne prende un'enormità e me la infila in bocca a forza. quando riesco a mandare giù i cereali gli urlo dietro:"vuoi farmi mangiare o soffocarmi?!".
"scusa amore ma mi faceva troppo ridere l'idea".
"vuoi vendicarti perché prima ho riso a quello che ha detto tua madre, vero?".
"tu si che mi conosci". mi bacia, poi ci sorridiamo. "torniamo a letto?".
"si, te l'ho detto che oggi non voglio fare proprio niente".
rimaniamo tutta la domenica a letto e a mangiare schifezze (e non me ne accorgo nemmeno, se sono con lui) (mi fa sentire leggero ❤️), poi torno a casa per dormire, e per farmi venire a prendere per andare a scuola da dominic.
🕷️
stamattina mi é venuto a prendere con la macchina. mi da le sigarette, e un accendino (se n'é accorto, che non ne avevo uno) rosa glitterato. "per la mia principessa" dice. gli scoppio a ridere in faccia, ma tengo comunque quell'aggeggio angelico per di fuori, ma infernale dentro. mi accendo la prima della giornata e mi accorgo che fuori fa sempre più freddo e mi devo coprire sempre di più.
quando scendiamo abbiamo un sacco di occhi puntati addosso, lui mi prende per mano, forse per farsi coraggio, alla fine ne deve avere, e anche tanto, per mostrarsi in giro con me. non sono popolare, non sono gentile, non do il culo, non lo succhio a nessuno, non mangio, non sono bello, non sono simpatico, non sono alto, non mi do troppe arie, non ho dei capelli decenti, non sono un ragazzo normale, ma non sono nemmeno un ragazzo strano che si riesce a far apprezzare. forse quello che ha più strizza qui, sono io, mi sento le budella che mi si ritorcono contro, di traverso e orizzontalmente.
dicono cose, molto probabilmente anche false su di noi, che per esempio abbiamo scopato come se non ci fosse un domani, tanto che adesso sono incinto di ventisette gemelli siamesi. oppure che in realtà dominic é russo e quindi se sto con lui é solo per potermi ubriacare della vodka che fa suo padre direttamente in russia. oppure che ci sposiamo domani. mi sento anche dire "puttana" oppure "troia" e chi più ne ha più ne metta. mi sudano le mani, e credo anche quelle di dominic, ma le mie sono fredde e danno più fastidio. per sdrammatizzare e anche per rompere la tensione dico, sottovoce, a dominic:"ti avevo detto che non dovevi più guardare porno, no? quindi se ti vuoi segare fallo pure sulle mie foto".
"perché le foto quando ti posso avere dal vivo? comunque non sono l'unico". all'ultima parte mi va di traverso la saliva e comincio a tossire. "eeeeh?".
non mi risponde, continua a camminare, e io vicino a lui; qualcuno mi fa lo sgambetto e cado con il sedere per aria. credevo che i soggetti di questa scuola non fossero così infantili (e invece). ovviamente dominic non se ne accorge e cade anche lui sopra di me. "se vogliono vedere qualcosa da noi, facciamo vedere qualcosa a loro". e detto questo, ci alziamo, poi mi sbatte contro il muro (mi fa un po' male, ma non glielo dico) e comincia a baciarmi molto (molto) (molto) appassionatamente, portando le sue mani sul mio sedere, credendo che io non me ne accorga, ma glielo lascio fare, vogliamo entrambi prendere per il culo quei pezzenti decerebrati che frequentano questa scuola. io metto le mani sulle sue spalle (perché mettergliele sul culo non mi pare proprio il caso). "rettifico" sussurra tra un bacio e l'altro "se vedo qualcuno fare cose sconce su di te, giuro, gli stacco il pene".
"quello che farei a te, d'altronde. oh, usa un po' di fantasia". si sposta poi al mio collo e al che io lo avverto:"li ci soffro il solletico".
"é quello il bello". serro la bocca per non emanare certe espressioni non proprio pratiche per i corridoi scolastici. suona la campanella. "dovremmo andare in classe...".
"no, ormai abbiamo cominciato..." mi porta con sé nei bagni, e blocca la porta con l'apposita serratura. "ti prego, non facciamo niente..." dico in preda al panico.
"no, voglio solo baciarti".
e così ci siamo solo baciati. bella materia, questa.
🕷️
quando suona la seconda campanella (quella della prima ricreazione) decidiamo che é tempo di dare un momento di tregua alle nostre bocche (la mia sta cadendo a pezzi insieme alla lingua), così mi incammino da solo verso la mia classe, lasciando dominic a prendermi un caffè. quando entro nell'aula il mio posto non c'é nemmeno più, e il mio zaino é stato buttato dentro all'armadietto della classe, ricoperto di scritte quali "quanto per un bocchino" o "per una sega?" e altre che nemmeno io riesco a leggere. lo apro, e ne hanno buttato via il contenuto, per lasciare solo preservativi che mi hanno gentilmente offerto: dovrò ringraziarli per tutta questa loro premura. chiamo dominic, che quando vede tutta quell'oscenità in atto, ovvero le risate e le scommesse su "chi sta sopra e chi sta sotto", si altera, e non poco. "portiamo tutto al preside" sentenzia. io acconsento, anche se controvoglia, perché non vorrei che il preside mi riconosca come il ragazzo-che-non-va-mai-a-scuola, però, dato che sono in compagnia di dominic, forse non se ne accorgerà troppo. prendo lo zaino, ma non me lo metto sulle spalle, per non attirare le attenzioni di quelli che hanno scritto queste volgarità su di me. quando mi rialzo dopo aver preso l'oggetto del mio scherno, dominic mi abbraccia, come per farmi coraggio e mi sussurra un "mi dispiace" tremolante.
🕷️
il preside non ci ha nemmeno calcolati.
io e dominic non andremo a scuola come segno di protesta, finché non arriveranno gli assistenti sociali, o quello che é. ha detto ai suoi genitori che vuole passare una settimana o due alla casa al mare; io ho lasciato un biglietto sul tavolo, ho preso l'unico costume da bagno che ho, le felpe, qualche maglietta e due paia di pantaloni, partiamo domani, ma sappiamo che torneremo.
stasera invece torneranno i miei genitori, e finché non ci sono, piango.
piango disperato, nessuno che mi ascolta, e mi sento solo in questo momento, ma ne ho bisogno. troppe presenze mi farebbero impazzire, come al solito. comincio a pensare alle cose peggiori che ci potrebbero accadere, comincio a pensare a qualsiasi secondo fine possibile, e alla fine me ne esco che la colpa é mia, ed é vero.
se non avessi bevuto, non mi sarei comportato così. se non mi fossi messo così in mostra, nessuno avrebbe saputo di noi due. ma se non mi fossi messo in mostra, adesso non starei con dominic.
ma la colpa é mia: chi ha lasciato la cartella a scuola? chi ha deciso di andare a quella festa? e chi ha deciso per primo di sbucare nella classe del laboratorio di chimica?
prendo le pastiglie per calmarmi, anche se il mio cuore non lo ferma più nessuno.
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f o r c e d i n
Fanfiction"you've sucked all the breath out of me you'll squeeze all the life out of me"