Capitolo quattro
Piccoli, sporchi segreti
Sentì chiudersi la porta e alzò gli occhi, certa di trovarsi di fronte Harry: rimase a bocca aperta quando si perse negli occhi grigi di Malfoy. Si morse il labbro prima di imprecargli contro, cercando di controllarsi, ma fallì miseramente.«Non ti era bastato e volevi un bis? Ti sei divertito?» Gli puntò il dito verso il volto, iraconda.
«Moltissimo, Granger.» Il sarcasmo dietro la sua risposta non venne colto dalla sua interlocutrice, Draco ne era consapevole, perciò non si stupì di udire quella parola uscire in un sibilo velenoso dalle labbra che avrebbe voluto baciare.
«Che bastardo.» Hermione lo odiava, lo detestava per aver frugato fra i suoi ricordi, per essersi soffermato proprio su quel giorno di marzo e aver osservato ancora una volta la scena.
«Pensa quello che vuoi, io torno a lezione.» Avrebbe voluto poterle spiegare, ma era certo che lei non avrebbe capito, che non gli avrebbe mai e poi mai creduto, così uscì da quella stanza col cuore pesante e la testa vuota.
Tornò in aula, terminò la lezione e, quando alla fine della stessa vide Potter sparire, sapeva dove si stava recando. Lo vide tornare qualche minuto dopo, con la fronte corrugata e un'espressione stanca.
«Oggi torni a casa con me.»
Malfoy non disse una parola, si limitò ad annuire e lo seguì. Solo giunti al cancello del Manor, udì ancora la voce di Potty.
«Per quale motivo lo hai fatto? E non dirmi che ti sei divertito, perché non ci credo. Perché se ci credo, vuol dire che tu non sei cambiato e che non c'è speranza, che è inutile lottare.» Harry si passò le mani sul viso tirato dalla stanchezza.
«Potter, voglio tornare a casa.» Malfoy tentò di liberarsene, ma l'altro gli afferrò un braccio.
«Perché?»
Draco si morse l'interno guancia e con poche parole lo liquidó. «Ti svegli mai in preda agli incubi, Potter? Nonostante tutto, nonostante sia passato quasi un decennio.» Inspirò e lo guardò annuire.
«E fra i tuoi incubi peggiori, quelli che ti tormentano, non riguardano le persone che conoscevi?»
«Avrò rivisto centinaia di volte Sirius morire.» ammise, tristemente.
«Ci sono facce di sconosciuti che mi vengono a cercare in sogno, ma i volti delle persone che conosco, conoscevo, sono un tormento e non trovo pace.»
Harry non fece in tempo a fissarlo negli occhi, capire se fosse serio e sondare cosa gli passasse per la testa, perché Draco Malfoy si smaterializzò, sottraendosi al suo sguardo inquisitorio
Stupito che gli avesse regalato un pezzo dei propri pensieri senza prenderlo in giro, senza riservargli la sua solita boria e astio, invece che seguirlo, tornó in ufficio e provò a parlare con Hermione. Era certo di non potersi essere sbagliato a tal punto e sorrise fra sé e sé di una piccola vittoria.
«Speravo di trovarti qui.» Osservò Hermione scarabocchiare con nervosismo qualcosa su un pezzo di carta.
«Harry, ti voglio bene e sto bene, non ti preoccupare.» Decise di mentire al suo migliore amico per preservarlo e non dargli ulteriori motivi di preoccupazione. Era scossa da quanto accaduto, ma a lui lo avrebbe celato, così come gli avrebbe taciuto che non desiderava avere più niente a che fare con quel verme dal sangue puro.
«Volevo solo dirti che forse hai frainteso il gesto di Malfoy.» Sapeva che si sarebbe specchiato nel suo sguardo furioso e così fu.
«Dimmi, per caso sei sotto Imperio?» Per la prima volta il suo tono rasentó il derisorio e un istante dopo se ne pentí. Non poteva e non voleva riversare su Harry la rabbia provata.
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Reach out for my hand
FanfictionDramione che non tiene conto di TCC nè del 19 anni dopo. Grazie a Nemain per la copertina. #disclaimer... i personaggi e il mondo di HP appartiene a JKR.