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L'aula insegnanti a quell'ora era deserta,  probabilmente era a causa dell'ambiente umidicio che permeava la stanza che i professori ci trascorrevano il minor tempo possibile. Il tavolo al centro era quasi vuoto, l'unico a stare seduto là era Ermal. Lo sguardo stanco ed esausto era puntato su un compito senza, per altro, buoni risultati. Quello sarebbe stato di sicuro un quattro. Segnó con la penna rossa l'ennesima correzione: "Leopardi e il pessimismo EROTICO" va be, Giannini si doveva essere fumato una canna prima di entrare a fare il compito. A dirla tutta non lo avrebbe stupito più di tanto. 

Aprì il registro per vedere la situazione del ragazzo, non era affatto buona, pochissime sufficienze, fece un leggero sbuffo e si massaggió le tempie, quella classe non era affatto una buona classe. Li aveva avuti solo al quinto anno e sembravano essere davvero pessimi. Avevano più note disciplinari di qualunque altra classe, non sapeva quanti seriamente avrebbero potuto dare la maturità, ma contenti loro. Si tolse gli occhiali da vista per un memento, deciso a far risposare gli occhi per qualche minuto, quando sentì la porta aprirsi. Alzó lo sguardo e vide l'ultima persona che avrebbe voluto incontrare. Tentó si mascherare l'espressione infastidita con un sorriso di cortesia -Moro- disse come per salutare l'altro. L'uomo nel frattempo si era seduto al tavolo di fronte a lui e aveva detto -collega- e fatto un cenno con la mano.

Erano più o meno l'uno di fronte all'altro, Ermal cercava di ignorare beatamente Fabrizio, questo nel frattempo aveva aperto il giornale, proprio dedito al lavoro il ragazzo.  Beh, in educazione fisica aveva poco da correggere compiti in effetti. 

Erano ormai dieci minuti che Fabrizio continuava a lanciare occhiate furtive al riccio. Ermal finse di non accorgersene in un primo momento, ma sapeva di avere poca pazienza, sopratutto quando si trattava del collega. 

Se Moro voleva dirgli qualcosa perché non glielo diceva e basta? Si ritrovò a parlare senza pensarci troppo -Allora che c'è?- Fabrizio, colto in flagrante nell'ennesima occhiata, si trovó costretto a parlare. Fece un sospiro come per farsi coraggio, dopodiché finalmente si decise -Oh, beh ecco vedi, mi chiedevo una cosa- Ermal era impazziente e scontroso, erano anche di prima mattina per la miseria, non aveva voglia di inutili preamboli.  Moro sapeva che non aveva grande simpatia nei suoi confronti e nei suoi metodi di insegnamento. E allora che che voleva? Che ci faceva lì prima dell'inizio delle lezioni? Nessuno correggeva i compito così presto, Ermal spesso veniva schermato per quelle sue abitudini ritenute strane. Non che ci facesse caso, era tutta la vita che, per un motivo o l'altro era stato "quello strano". 

Stava iniziando a perdere la pazienza -Dimmi- lo invitó tentando di mantenere il proprio tono tranquillo. Finalmente sembrava deciso a parlare -Ho visto che hai dato la disponibilità per il viaggio di istruzione per le quinte- l'espressione del più piccolo passó dalla noia allo stupore in un batter d'occhio.

 -Sì- confermó i dubbi dell'altro, e vide che Fabrizio fece un altro respiro lungo -Mi chiedevo se fossi disposto ad accompagnare con la me la quinta F a Praga quest'anno, me lo chiedono da settembre e noi siamo gli unici ad aver dato la disponibilità per farlo.- Ermal allora interruppe l'altro -Assomutmanente no- e lo vide alzare gli occhi al cielo. 

-Senti so di non starti simpatico, é da quando insegno qui che mi mandi occhiatecce ed eviti di parlarmi, ma non ci devono rimettere i ragazzi, sono pochi giorni e noi siamo gli unici a poterli permettere di fare il viaggio di maturità,- poi ribadì ancora- saranno solo pochi giorni. 

Ermal non credeva alle sue orecchie, pensava davvero che rifiutasse per lui? Ah! -La quinta F non si merita un viaggio di maturità, è questo l'unico motivo per cui non li accompagneró, quello che penso di te non c'entra niente.- Vide lo sguardo dell'altro mutare, si stava adirando. 

E che aveva da adirarsi? Ermal era semplicemente sincero, non approvava i suoi metodi con i ragazzi e glielo aveva detto chiaro e tondo. In generale non approvava lui, insegnava da pochi anni ed era convinto di insegnare a tutti il mestiere, imitando malamente Ribbie Williams dell'Attimo Fuggente. 

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