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La  voce di Andrea la sveglió dal suo sogno ad occhi aperti -Sandra, vieni qua un attimo?- , la ragazza, che si trovava all'entrata della classe, si giró verso di lui -Che c'è?- lui la guardó basito -Dovreste smetterla di guardarli, fate paura!-. La risposta che ricevette fu uno sguardo truce da parte di tutte e tre le ragazze che stavano appollaiate sulla porta che dava sul corridoio della scuola. 

Sandra parló per prima -Andrè, non facciamo nulla di male, e tu sei pesante, okay?-  e come a completare la frase alzó gli occhi al cielo. Il ragazzo, seduto alla cattedra, pareva non voler demordere -State spiando due professori, non è una cosa normale!- ora fu la più bassa delle tre a rispondere -Noi non spiamo nessuno, loro stanno in corridoio e noi qui, Madonna che palle- gli sguardi delle tre però non avevano incrociato quasi per nulla quello del ragazzo. Erano tutti puntati sui due professori che rideavo tra loro alla fine del corridoio.

 -Ma secondo voi stanno insieme?- sussurrava la più alta delle tre - Vale, per l'ennesima volta: se stessero insieme Moro starebbe molto meno calmo, è uno passionale, si vede!- rispondeva Sandra sempre con tono di voce bassissimo, per non farsi sentire dal compagno di classe.  L'altra continuò -Ma lo guarda come se volesse mangiarlo, non trovate?- -NO!- la voce di Andrea, molto più vicina di quanto se la aspettassero, si sentì forte alle loro spalle -Andrè!- urlarono quasi all'unisolo le tre.

Lui le guardava divertito, anche se in realtà era un po'  spaventato dall'ossessione che le compagne avevano sviluppato per i due prof.  Era chiaro che non stavano insieme. Moro era uno che faceva sciogliere tutte e, per quanto fosse introverso, era evidente che gli piacevano le donne, eccome. E Meta era effettivamente sempre sorridente quando entrava a lezione nell'ultimo periodo, ma questo... Oddio, quella strana ossessione per la questione Meta Moro doveva essere contagiosa. Anche lui stava davvero pensando alla vita sentimentale, o addirittura sessuale dei suoi professori?! Era grave. Se non avesse avuto una cotta per Sandra da più di un anno, avrebbe evitato le compagne fino alla Maturità. 

-Stanno arrivando!- le sentì dire, poco dopo vide i due protagonisti delle loro chiacchere passaegli davanti. Oh fantastico, Meta li rimproverava sempre quando stavano fuori dall'aula fino a tardi. Non erano neanche proprio fuori dall'aula, ma Meta era un perfettino su quelle regole. Gli sembrava già di sentire "Ragazzi, anche se la campana non è suonata alle 11.30 voi dovete essere in classe, non fuori!" ma ció che sentì fu la risata fortissima di Moro. Alzó lo sguardo e vide Meta che guardava il collega, aveva un'espressione compiaciuta, probabilmente per la reazione di Moro alla battuta appena fatta. Un attimo, Meta che non lo sgridava per stare fuori dopo l'orario stabilito? Forse le due compagne non erano poi così pazze. -O forse - pensò Andrea  -sono io che sto impazzendo con loro-.

Nel frattempo i due professori non degnavano di uno sguardo tutto il resto della scuola, Ermal buttò lì finta noncuranza -Comunque dovresti imparare a usare What's App sai, almeno per dire quando non vieni a scuola e devi venire a prendere me- aveva maledetto tutti i Santi del Paradiso a inizio anno quando aveva visto che avevano molto orari comuni, pensava che la vicepreside gli avesse fatto qualche brutto scherzo. E ora che avevano fatto amicizia di dimenticata di avvisare che non sarebbero andato a lavoro insieme? Il volto dell'altro da sorridente mutó in stupito -Cazzo ieri me so' dimenticato de avvisate! È che lunedì lo sai che è il mio giorno libero, e quando Giada m'ha detto che potevo stare con i bambini anche se non era fine settimana ero euforico e manco l'ho preso in mano il telfono! E poi ieri me so ritrovato con una febbricciatola, ma ieri m'hai aspettato per molto?- -Ma figurati, peró dovresti comunque imparare a rispondere ai messaggi, Fabrì, siamo nel ventunesimo secolo no?- Fabrizio sorrise colpevole -però tu potevi chiamarme!- Ermal alzó gli occhi al cielo -Non sono la tua fidanzata, non devo chiamare nessuno, dico solo che avere uno smatphone e l'applicazione di WhatsApp per bellezza non ha senso- e il suono della Campanella interruppe il corso dei pensieri di entrambi. Ermal fece per avviarsi verso la parte opposta rispetto a dove stavano andando -Devo andare in classe- ma Fabrizio lo seguì -Ai aspe- e gli di piazzó davanti, gli mise una mano sulla spalla quasi a volerlo trattenere, la stretta era decisa ma non eccessivamente forte. 

|| I prof Meta e Moro ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora