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Avevano deciso di mangiare a casa di Ermal, erano entrambi seduti nel tavolo al centro della cucina. Ermal non aveva così tanta fame, ed ascoltava poco entusiasta l'idea dell'amico. Lui sì, che sorrideva come un bambino a Natale. 

-È molto semplice- gli aveva detto Moro, mentre inziavano a mangiare gli spaghetti appena preparati, -ti aiuteró-, ma all'espressione interrogativa di Ermal, Fabrizio continuó un po' esasperato -Ermal sù, ho notato che non sei esattamente uno che c'ha molte donne, io so bravo in poche cose ma, per fortuna tua, questa è una di quelle- e sorrise ambiguo, mentre Ermal si strozzata con la pasta. -Ei ei calmo!- Moro rideva mentre portava la mano destra a dare qualche colpetto sulla schiena all'altro, una volta ripreso Ermal bevve un bicchiere d'acqua e poi fece un sospiro. 

Fabrizio era un impiccione. Decisamente. Ma non se la sentiva di deludere l'amico quindi si limitó a dargli corda, anche se non aveva idea di dove l'avrebbe portato questo.

-Verso le quattro ci aspettano in un posto, poi stasera vedrai la sorpresa- disse sornione. 

Il tempo del pranzo finì, misero a posto e cercarono di riordinare. Alla fine si sedettero nel divano di Ermal, quello della domenica precedente. Da quando gli aveva detto che lo avrebbe aiutato a conquistare Ermal era più silenzioso del solito, aveva fatto in errore? Insomma gli avevano detto che Ermal era uscito da una brutta rottura, ma chiodo schiaccia chiodo, no? Per lui aveva sempre funzionato, perché per Ermal non avrebbe dovuto?

I due parlarono per un po' finché l'insegnante di ginnastica non decise di tornare a casa per riposarsi un po', sarebbero usciti più tardi. Salutó il suo amico e tornó a casa, confuso e preoccupato. Stava facendo la cosa giusta? Da prima gli era sembrata la soluzione migliore a cui potesse pensare. Aiutare Ermal con le donne era la cosa migliore: il suo amico sarebbe stato felice. Semplice. Eppure qualcosa non andava, il suo istinto, che spesso arrivava prima della sua testa alla conclusione, gli diceva che quella non era una buona idea. Decise però, che per il bene di Ermal sarebbe stato, per una volta, razionale. Avrebbe fatto quello che la testa gli diceva.

Le quattro arrivarono, e il Moro si fece trovare puntualissimo sotto casa di Ermal, suonó il campanello e finalmente entró in casa. Ermal portava una camicia a stampe impropobili, quelli disegnati erano...elefantini?! Dopo i convenevoli, Fabrizio che era uno pratico e che non amava i preamboli, glielo disse chiaro -Ermal te devi cambià, non ce poi venì così- lo sguardo di Ermal dal rilassato che era, si fece severo -Fabrì, se non ti piace come mi vesto è un tuo problema-, come amico aveva una Prima Donna incredibile. -Non dicevo per quelli, te devi mettere comodo, pantaloncini, una maglietta roba così- spiegó semplicemente l'altro. Vide il viso dell'altro rilassarsi e arrossire leggermente, Ermal arrossiva ancora? A trentaquattro anni? Fabrizio doveva decidere se trovare la cosa strana o carina. Decisamente carino si disse, cioè carinA, la cosa di arrossire. 

Il riccio salì le scale per cambiarsi, così Fabrizio rimase solo in quel soggiorno che ormai aveva imparato a conoscere. Per fortuna dovette aspettare appena qualche minuto, poi vide Ermal scendere le scale in tenuta sportiva. -Così vado bene?- disse, il tono era decisamente sarcastico, e Fabrizio l'aveva capito, non era uno stupido. Rispose comunque -Perfetto- con un sorriso, ed Ermal rise, probabilmente convinto che fosse una specie di battuta. 

-Quindi per farti perdonare, vuoi farmi fare mille conquiste, e per farlo... mi hai portato in palestra?-, Fabrizio annuì -C'è quest'idea che le Donne sono tutte romantiche e cose del genere, so' tutte cazzate, alcune saranno pure romantiche ma gli devi sopratutto piacere a pelle -, mentre parlava si aviava verso la porta. -Stai sempre a metterti roba da vestire tutta particolare, ma ce devi avè un po' de spalle, l'apparenza è la prima cosa che tutti notiamo- così aprirono la porta. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 23, 2018 ⏰

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