Prologo

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"Potrebbe ripetere ad alta voce il suo nome e la data di oggi? Questa conversazione verrà registrata"

"Mi chiamo Estelle Collins. Oggi è il 28 novembre 2016"

Estelle pensò fugacemente che il poliziotto, seduto di fronte a lei e che le stava rivolgendo le domande, poteva avere l'età di suo padre.

"Quanto tempo è stata ricoverata nel reparto di psichiatria di Chapel Point?"

Quanto tempo? Troppo.

"Non ricordo di preciso..."

"Ricorda cosa è successo la sera del 6 novembre scorso?"

"Non ricordo tutti i dettagli" mormorò Estelle.

Abbassò la testa e osservò i particolari dei suoi jeans Armani che le fasciavano le gambe. Un sottile filo oro costituiva la cucitura esterna e ne seguì il percorso fino alla caviglia.

"Signorina Collins" la chiamò il poliziotto.

L'attenzione di Estelle rimase sui suoi jeans di marca.

"Signorina Collins, lei è accusata di omicidio premeditato. Si rende conto della sua situazione? Fingere di non ricordare nulla non la aiuterà. Ci deve raccontare cosa è successo esattamente quella sera"

Estelle alzò lo sguardo e lo puntò poi sull'altro poliziotto che non aveva ancora parlato.

Lo fece in quel momento.

"Posso tenerla chiusa in questa stanza per giorni finché non confesserà, quindi le consiglio di iniziare a parlare" le disse con tono duro. "In un modo o nell'altro sapremo cos'è successo"

"Non mi ricordo quasi niente" insisté Estelle questa volta con più convinzione.

Non sopportava già più quei due poliziotti.

"Dove ha preso la droga? Gliela vendeva qualcuno all'interno della scuola o arrivava da una fonte esterna?"

Estelle non rispose.

"Da quanto tempo stava pensando al suo piano? Qualcuno l'ha aiutata o ha fatto tutto da sola?"

Voleva andarsene da lì. Non aveva niente da dire.

"Sono sicuro che hai fatto tutto da sola" aggiunse il poliziotto prendendosi più confidenza.

Appoggiò i gomiti sul tavolo, sporgendosi verso di lei quel tanto che la pancia prominente gli permetteva. Estelle lo preferiva quando stava zitto. Desiderò che a portare avanti l'interrogatorio fosse di nuovo l'altro poliziotto.

"In realtà non ci serve nemmeno la tua confessione, abbiamo tutte le prove che ci servono"

Stavano mentendo. Doveva essere per forza così. Voleva sapere di quali prove stavano parlando, ma decise di tacere per non tradirsi.

"Hai sete Estelle?" le domandò l'uomo con la pancia.

Non aveva sete, ma se avesse risposto di sì magari avrebbero fatto una pausa.

"Si, un po'"

"Bene. Potrai bere una volta che ci avrai raccontato come sono andati i fatti"

Estelle rimase impassibile, limitandosi solo a lanciare un'occhiata all'orologio nella sala interrogatori. Ormai mancava poco.

Era stanca di tutto quel teatrino e non vedeva l'ora di tornare finalmente a casa sua.

Un deciso bussare alla porta la fece sospirare di sollievo. Sapeva già chi era.

Un uomo in un completo elegante e con una valigetta di pelle in mano entrò senza aver nemmeno aspettato il permesso dai due poliziotti.

"Buongiorno, signori" disse con tono sbrigativo.

Si sedette nella sedia vuota accanto a Estelle e tirò fuori dalla sua valigetta alcuni fogli che porse ai due uomini di fronte a loro.

Come se fosse il padrone di quel posto, spense il registratore sul tavolo.

"Non è autorizzato a-"

"La mia cliente non ha altro da aggiungere" dichiarò interrompendo il poliziotto con la pancia prominente. "Posso invalidare qualsiasi cosa abbia dichiarato fino a questo momento in quanto persona non capace di intendere e di volere. Saprete benissimo d'altronde che questa ragazza è uscita ieri dal reparto di psichiatria e non è nel pieno delle sue facoltà. Per qualsiasi altra domanda, non disturbatevi a chiamarla. Se avete qualcosa da dire a riguardo, posso anche fare in modo che vi venga tolto il distintivo per aver svolto un interrogatorio irregolare ad una ragazza di 17 anni senza la presenza di un legale o di un suo tutore"

"La qui presente signorina Collins è l'unica e sola indiziata in un caso di omicidio. Dovrà essere nuovamente interrogata da noi e poi dal giudice in tribunale" gli fece notare il primo poliziotto.

"Resteremo senz'altro a disposizione, non vorremo mai intralciare la giustizia"

"Organizzeremo un altro incontro. Sono sicuro che avrà voglia di assistere"

"Io verrò senz'altro. Per quanto riguarda la presenza della signorina, ne riparleremo in tribunale. Buona giornata, signori"

Richiuse la sua valigetta e si rialzò facendo cenno a Estelle di seguirlo.

Lei non se lo fece ripetere due volte.

*****


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