𝟬𝟯 ┃ 𝘀𝗲𝗶 𝗺𝗼𝗹𝘁𝗼 𝗽𝗶𝘂' 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼

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Yoongi continuava a fallire, ma in un certo senso riusciva sempre a portarsi a casa la vittoria.

Mi aveva rincorso per una buona manciata di minuti fino a quando non si era praticamente accasciato a terra, annaspando e tossendo. Aveva ingigantito come sempre ogni cosa, spingendomi ad avvicinarmi pur di assicurarmi non morisse letteralmente lì, su una spiaggia, rovinandomi completamente la vacanza. Avevo giurato di aver sentito la sua voce incrinarsi appena mentre continuava a domandarsi il perché lo respingessi tanto ma ─ appena giunto ad una distanza pressoché ravvicinata ─ si era buttato addosso a me in un istante.

Aveva lanciato il suo corpo intero contro il mio, tentando il tutto per tutto e nonostante fossi pienamente cosciente di avere avuto abbastanza margine per schivarlo, mi ritrovai a sporgere le braccia in avanti, afferrando prima che il suo busto andasse a schiantarsi contro me ─ o peggio ─ le mie ginocchia.

Poteva ingigantire quanto volesse ogni ferita posseduta, ma nulla avrebbe cambiato il fatto che, oggettivamente, l'avesse.

Le ginocchia sbucciare e la fasciatura al polso continuavano a restare in bella vista, come a ricordarmi fosse parzialmente colpa mia.

«Yoongi seriamente» sbuffai, cercando di allentare la ferrea presa attorno al mio braccio mentre mi trascinava verso la riva del mare. «Dammi tregua okay? Sono stanco di stare a questi tuoi giochetti»

«Sei stanco anche per noleggiare una barca e vedere la barriera corallina?» domandò di punto in bianco, facendomi pietrificare sul posto; la richiesta giusta in maniera tanto specifica mi aveva preso in contropiede perché insomma, avevo sorvolato sul fatto che conoscesse il mio nome ─ probabilmente udito pronunciare dai miei genitori ─ ma come faceva ad avanzare proposte che faticavo sempre a rinunciare? Che fosse vedere l'alba o la barriera corallina, ero forse un ragazzo tanto scontato da amare cose comuni? Probabilmente sì, ma come poteva Yoongi essere sempre tanto specifico?

«Stalker» sibilai allora, piantando i piedi a terra e osservai Yoongi guardarmi non appena si rese conto di non riuscire più a trascinarmi. «Sei uno stalker» continuai a dire. «Un vero e proprio stalker»

«Ehi, così mi offendi...» borbottò lui, facendomi un cenno con il capo. «Fai un bagno con me e ti porto sulla barriera corallina»

«Posso andarci anche da solo, non serve ci sia anche tu» ribattei rapido, notando l'istante successivo quanta influenza le mie parole possedevano; parlare con Yoongi era sempre come parlare con un muro, eppure sia questa mattina sulla panchina sia ora, avevo avuto l'impressione di come queste venissero chiaramente recepite. Recepite e conficcate violentemente dentro di lui.

Quando si voltava o cambiava discorso, non era a causa di un'assenza di comunicazione, era perché la comunicazione gli era giunta in maniera troppo violenta e diretta, ferendolo.

«Ti costa tanto?» domandò poi, spezzando quell'improvviso silenzio creatosi.

«Mh?»

«Dico, ti costa tanto?» ripeté la domanda, ponendola con un tono palpabilmente affranto. «Voglio dire, so che ai tuoi occhi tutto ciò non significa nulla ed è solo una fastidiosa perdita di tempo, ma─» si fermò, allentando la presa attorno al mio braccio. «Se mi concedessi del tempo per dimostrarti il contrario, sono sicuro che capiresti»

«Capire cosa, Yoongi? Non c'è niente tra di noi, nessuna ragione per la quale io debba dedicarti le mie attenzioni, men che meno il mio tempo. O sbaglio, Yoongi? Chi sei tu? Chi sei per trattarmi come se fossimo amici di lunga data? Chi sei per entrare nel nostro bungalow senza permesso? Per rovesciarmi dell'acqua addosso o per costringermi a fare un bagno con te?» continuai a chiedere, sputandogli addosso tutto ciò che non potevo fare a meno di pensare, nonostante fossi parecchio conscio di come anche lui fosse pianamente a conoscenza di queste mie sensazioni.

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