2. Brutte sorprese

351 33 34
                                    


Nella villa c'era un silenzio tombale. Guardandomi attorno mi accorsi che, mentre dormivo, gli addetti avevano addobbato a festa tutta la magione di festoni color celeste, come piaceva a me.
Conciata così non sembrava nemmeno più casa mia ma tant'era.
Mi sentii lo stomaco contorcersi per il nervosismo, non pensavo di riuscire a mangiare, ero troppo angosciata.
Dentro di me crebbe l'idea che la festa sarebbe più assomigliata ad un funerale che ad un compleanno.
La mia generazione aveva pochi eredi dei Regni, perciò si poteva dire fossi una delle ultime rimaste a dover sottostare a queste regole assurde.
Per me che ero una convinta femminista, la sola idea di non poter combattere per me stessa per ottenere la libertà sfiorava il ridicolo. Tuttavia, su internet negli ultimi tempi girava la voce che ci sarebbe stato un completo rinnovo delle leggi e di conseguenza delle istituzioni.
Nella settimana precedente, cercando di informarmi di più sulla faccenda, ero andata a cercare quali e quanti Antichi fossero rimasti nel mio Regno e con mia grande sorpresa scoprii che le informazioni erano criptate.
Essendo loro delle figure di rilievo del mondo inumano, probabilmente venivano accuratamente insabbiati tutti i dettagli a riguardo. Quindi non mi era concesso nemmeno scoprire fino a quella sera stessa dove diavolo sarei finita e sopratutto con chi.

Mia nonna mi aveva raccontato tantissime storie riguardo agli Antichi, ma non seppi mai dire se si trattasse di leggende o di fatti accaduti realmente. Fatto è che una delle storie che più preferivo riguardava un demone scozzese, a quanto pare un essere talmente oscuro e potente da aver sbaragliato centinaia di umani durante le Guerre, questo prima che sorgessero i Regni. E si diceva anche che la sua bellezza fosse così accecante da farlo sembrare un angelo oscuro o qualcosa del genere, e che grazie a questa virtù irretisse le donne umane per poi spezzar loro il cuore e, successivamente, mangiarselo. Ero una bambina con il gusto per il macabro, insomma.

Mi affascinava molto il mondo dei demoni da piccola, ma crescendo mi accorsi di quanto in realtà fossero pericolosi e soprattutto infidi. Benchè nei secoli si fosse creata una convivenza pacifica con loro, era chiaro che le differenze abissali che ci contraddistinguevano non si sarebbero mai appianate. Era compito degli Antichi tenere a bada il loro popolo, un po' come facevano i nostri Re con noi umani.
La differenza stava nel fatto che questi ultimi, essendo mortali, esigevano un erede, al contrario i demoni erano così longevi da prosperare anche per migliaia di anni. E da lì derivava il termine Antichi.

I demoni comuni invece erano di poco dissimili dagli umani, con una prospettiva di vita poco più lunga, quindi le differenze tra noi si sentivano di meno. Però all'epoca non avevo mai visto molti di loro, ero solita vivere confinata nella mia città ed essendo un principato i diavoli se ne stavano alla larga per non incorrere in problemi con gli umani. Non ci vedevano di buon occhio per via di queste vecchie istituzioni e un po' sinceramente li capivo. Era difficile anche per me credere che in un'epoca avanzata come questa, con tecnologie aldilà di ogni immaginazione ecc. ci fossero ancora leggi così dannatamente stupide.
"Lo facciamo per mantenere la pace" diceva sempre mio padre, ma fondamentalmente penso non fregasse nulla nemmeno a lui.

Ero troppo impegnata a pensare ad un modo per fuggire dalla festa prima che iniziasse, che non mi ero nemmeno resa conto di essere stata imbambolata davanti alla finestra del corridoio ad osservare il nulla cosmico.
Mancava poco all'arrivo di Astrid e sinceramente non mi andava di vederla.
La sera prima avevo fatto le valigie, raccolto le mie cose e sistemato camera prima di dormirci per l'ultima volta.
Il ventunesimo compleanno era come un matrimonio: si festeggiava tutti insieme con una marea di invitati che nemmeno si conoscevano, dopodichè si lasciava il party in modo trionfale per avviarsi alla luna di miele.
Solo che quello non era un matrimonio e io sarei partita in piena notte incontro al mio futuro Padrone.

Mi vennero i brividi solo a pensarla quella parola. Sapeva quasi di schiavismo.
E di BDSM.
E di quei libri erotici che sono terribili ma poi non si sa come fanno successo e finiscono al cinema.
Era un modo per definire il mio tutore, ma puoi seriamente chiamare così un demone che ti tiene rinchiusa nel suo castello?
Non credo che nessuna delle principesse nelle fiabe fosse mai stata contenta di essere imprigionata da un drago o qualsivoglia creatura pericolosa.
E io che nemmeno mi consideravo tale non potevo certo esserne contenta.

Ad un certo punto vidi una delle cameriere avvicinarmisi con cautela.
"La Signora Madre la vuole vedere" disse con tono quasi apprensivo.
La guardai in tralice, confusa da quell'inaspettata interruzione ma non dissi nulla e la seguii fino alla biblioteca.
Mia nonna era lì, seduta su di una di quelle enormi poltrone di pelle color mogano, con tanto di tazzina da the e un servizio di pasticcini appoggiato su un piccolo tavolino di vetro ai suoi piedi.
"Morirai di diabete se continui così" dissi "e poi come ti viene in mente di mangiare qua in biblioteca?" la ripresi ma mi risultò difficile mantenere un tono severo con lei.
"Sssh, non dirlo a tuo padre, son venuta qui perchè è tutto il giorno che si lagna!" rispose di tutto punto.
Forse notò l'enorme punto interrogativo che balenava sulla mia testa e per quello proseguì:
"E' in ansia per stasera, ed è triste perchè te ne andrai via" disse infine con gli occhi lucidi.
Mi sedetti accanto a lei cercando di confortarla.
"Ma tornerò presto nonna..." dissi, ma era chiaro che la mia falsa convinzione non la desse a bere nemmeno a lei.
"E se non tornassi in tempo? Potrei non esserci più tesoro mio..." quella frase mi spezzò il cuore a metà. Sentii le lacrime pungermi le palpebre, cercai di trattenermi ma alla fine mi lasciai andare e scoppiai a piangere.
La nonna mi abbracciò dolcemente lasciando perdere tazzina e pasticcini, mi avvolse il suo scialle intorno come a nascondermi dal resto del mondo. Profumava di legno laccato e di lavanda. Mi faceva sentir bene, come se ad un certo punto ogni preoccupazione, ogni problema, ogni motivo di angoscia, mi fosse scivolato di dosso come un manto di seta.
Era questo il potere della nonna, come avrei fatto senza di lei?
"Su su non piangere piccola mia, pensa al futuro, sii positiva, non pensi tua madre si rattristerebbe nel vederti così?" disse.
Tirai su col naso.
"Mamma non può vedermi" risposi quasi seccata.
"Oh certo che può tesoro mio... da lassù" disse puntando l'indice verso il soffitto.
"Lei vive in te, nei libri che ha collezionato in tutti questi anni nella biblioteca, nel respiro del vento la sera, nell'odore dell'erba tagliata la mattina... lei è sempre con te."
Sembrava molto una di quelle frasi che dicono nei film, dove alla fine il protagonista sorrideva tra le lacrime e metteva i fiori sulla tomba del proprio genitore.
Ma mi fece sentire solo più depressa invece.
"Se esiste un aldilà come dici tu, com'è che in questo mondo ci sono solo demoni?" domandai piccata.
"Probabilmente perchè questo è l'inferno tesoro" sorrise lasciando l'abbraccio e tornando a sorseggiare il suo the.
Sgranai gli occhi sorpresa.
Mia nonna era così, prima dolce e rassicurante, poi diretta e senza il minimo tatto.
Rise cercando di nascondersi dietro alla tazzina che teneva in mano.
"Tranquilla, non dicevo sul serio" e tornò ai suoi pasticcini.

Rimanemmo a conversare del più e del meno per quasi un'ora quando decisi infine di farle la tanto fatidica domanda:
"Nonna, mio padre ti ha forse detto a che demone mi hanno assegnata?"
Rimase in silenzio a guardarmi per un breve istante prima di dir qualsiasi cosa "E' per quello che era agitato, non ha voluto dirmi niente... non fino a stasera" rispose delusa.
Sbuffai rassegnata, non mi piaceva l'idea di scoprire il mio destino pubblicamente proprio durante la festa.

Sentì il telefono vibrarmi nella tasca.
Guardai lo schermo incuriosita.
Era un messaggio di Astrid:
-VIENI AD APRIRMI PORCO CAZZO E' MEZZ'ORA CHE SUONO-
Mi alzai di scatto cercando di reprimere una risata.
"Nonna scusa devo scappare adesso, ci vediamo stasera!" le dissi e, senza lasciarle nemmeno il tempo di rispondere, scappai via verso l'ingresso.

Quando aprii la porta trovai la mia amica ad aspettarmi con lo sguardo torvo.
"Ma si può sapere perchè nessuno è venuto ad aprirmi? Ma la servitù che fine ha fatto?" sbottò.
Cercai inutilmente di giustificarmi "Il campanello è temporaneamente rotto e tutti sono alle prese con i preparativi per stasera" Astrid sbuffò poco convinta ed entrò a passo deciso verso l'entrata.
"Va bhe, farò finta di crederti" disse con una linguaccia "sta di fatto che mentre c'ero sono passata a ritirare il tuo abito dal sarto" esordì sventolando una grossa sacca davanti a me.
"Cos... ma non dovevi, avrebbe potuto occuparsene.." mi voltai cercando qualcuna delle mie cameriere ma non c'era nessuno.
"Infatti" sbottò lei "se non fossi passata io, stasera non avresti avuto niente con cui presentarti alla festa" si vantò.
Le sorrisi in segno di ringraziamento e la accompagnai verso camera mia.
"Che stavi facendo?" chiese.
In realtà non lo sapevo. Ero decisa di vedere mio padre ma alla fine ero rimasta a parlare con mia nonna.
"Nulla di che" risposi tenendomi sul vago.
Astrid fece spallucce, ormai era abituata al mio essere introversa.

"A proposito" disse "hai più sentito Mark?" domandò.
Il solo udire quel nome mi fece trasalire.
"Assolutamente no! Perchè mai avrei dovuto!?" sbottai quasi rabbiosa.
"Mi è giunta voce che verrà alla festa" rispose "come tuo futuro contendente".
Deglutii nervosamente.
Mark? Quel Mark? Quel pezzo di idiota con cui ero stata ben 3 anni e che se n'era approfittato di me quando ero ancora troppo giovane ed ingenua?
Non ci potevo credere. Erano passati più di sei mesi dall'ultima volta che lo avevo visto e ora, come se nulla fosse, voleva presentarsi come mio contendente?
Quasi mi venì la nausea per il disgusto.
"Non posso permettere che gareggi per aver la mia mano" dissi infine livida in volto.
"Lo so, per questo ho voluto avvisarti... non so cosa voglia da te ma sicuramente nulla di buono" sospirò.
"Ma cosa diavolo ha in mente!?" sbottai di nuovo "L'ho lasciato proprio perchè era un pezzo di merda, mi ha tradito più volte e io stupida che ci sbavavo dietro... non so cosa farei se vincesse, potrei seriamente impazzire" mi presi la testa tra le mani angosciata.
"Credi seriamente che uno come lui possa in qualche modo battere un Antico?" domandò titubante.
"Se lo credo? E' uno degli atleti più popolari del Regno!" esclamai "Quello lì come ti vede ti spezza in due, è capace di qualsiasi cosa, per questo mi spaventa!" ero sull'orlo di una crisi di panico.
Astrid,che non era famosa per essere una donna di buon senso, si limitò a darmi una pacca sulla spalla e con tutta la calma del mondo mi guardò dritta negli occhi.
"Allora mi sa che sei fottuta, sorella".

Spazio autrice: benvenuti in questa mia nuova storia, per chi non mi conoscesse già sono LadyWilliam95 e NON sono una scrittrice, sono piuttosto una che ci prova

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Spazio autrice: benvenuti in questa mia nuova storia, per chi non mi conoscesse già sono LadyWilliam95 e NON sono una scrittrice, sono piuttosto una che ci prova.
Al momento la storia è ancora in "costruzione" ma in senso generale c'è. Ovviamente avrete dei dubbi in merito a tutta la parte fantasy ma vi prometto che man mano che proseguirò con il racconto farò in modo di entrare più nel dettaglio per farvi capire meglio l'ambiente in cui si svolge.
Non sono ancora molto convinta del titolo che le ho dato perchè è banale, la seconda scelta era "Not your princess", fatemi sapere quale preferite ed eventualmente provvederò a cambiare la copertina!
E per tutti i nuovi arrivati, buona lettura!

Not Your PrincessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora