Dopo quella semplice affermazione, il subconscio di Luca è stato bombardato da immagini di famigliole gioiose di quattro, cinque componenti, di sorrisi di bambini in fasce tra le braccia delle loro madri, di vestitini taglia elfo e di giocattoli di ogni tipo e misura. Passeggiando al parco con i suoi genitori vede fratellini che giocano a rincorrersi, mamme sorridenti sedute sulle panchine ammaliate dalla dolcezza dei loro pargoli che si godono la gioventù e la spensieratezza. Gli sembra quasi di sentire nell'aria una dolce sinfonia di archi e flauti ad accompagnare la bellissima scena bucolica che lo circonda e in questo modo, nell'innocente mente di Luca, si fa strada l'idea che alla fine dei conti avere un fratellino non sarebbe poi così male.
Tutti i Luca di questo mondo non sapevano cosa gli stava succedendo e nemmeno sapevano che ben presto sarebbe stato il momento della Semina.
Con un perfetto sinergismo di forze, i genitori devono procedere con i lavori, così cominciano ad instillare in Luca l'idea che avere un fratellino più piccolo sia una cosa davvero speciale, unica e divertente. Sempre più frequentemente si parla di bambini, di quanto siano buffi e simpatici, si parla del loro profumo e delle gioie che portano nelle famiglie (ovviamente ogni riferimento a cose sgradevoli come le coliche, i pannolini da cambiare, i pianti, le notti insonni, i mocci da pulire e tutte queste faccenduole un tantino disgustose vengono meticolosamente omesse); così il povero subconscio di Luca, tempestato da tutte queste immagini positive, fa plasmare alla mente un nuovo pensiero, trasformando l'ostentata affermazione "Credo sarebbe bello" in una sempre più convinta idea che fare il fratello maggiore sarebbe davvero figo. Il pensiero si forgia nella mente di Luca, pianta radici profonde e ormai il danno è fatto: Luca vuole un fratellino.
La semina è compiuta.
Il salto dalla semina al raccolto è ormai breve, la madre sa che di lì a poco il caro e ignaro figliolo arriverà a confessare il desiderio di volere un fratellino; desiderio che sa benissimo di aver impiantato nella giovane e vulnerabile mente di Luca, ma di cui non si pente, nemmeno per un secondo. Giunge il momento di sferrare l'ultimo colpo: cena a casa di amici con due figli.
La cena è stata programmata da tutti e quattro i genitori con settimane di anticipo, ogni cosa è calcolata, ogni imprevisto preso in considerazione e già risolto con due possibili soluzioni pronte all'uso. I figli dell'altra coppia sono stati istruiti su quello che dovranno fare, quali giochi proporre, come comportarsi, cosa dire; ma Luca tutto questo non lo sa: passerà una serata perfetta, con una cena perfetta a casa della famiglia perfetta.
Una volta in macchina Luca viene pervaso da uno strano senso di nostalgia, di mancanza. L'idea aveva ormai preso il sopravvento, occupato la sua mente completamente e dallo specchietto retrovisore i genitori riescono a leggere nei suoi occhi quel bisogno: non devono far altro che passare all'attacco.
"Allora Luca, ti sei divertito?"
"Sì mamma, un sacco! Davide e Marco sono davvero forti! Quando possono venire a giocare a casa nostra?"
"Oh, presto tesoro...hai visto come sono simpatici? Scommetto che giocano sempre insieme e sembrano così affiatati.."
"Sì papà, hai ragione...mamma? Papà?"
"Sì, tesoro?"
"Pensate che anch'io sarei un bravo fratello maggiore, come Davide?"
"Ma certo!"
"Sicuri? Perché anche a me piacerebbe avere un fratellino..."
Anche. A. Me. Piacerebbe. Avere. Un. Fratellino.
Missione compiuta, il raccolto aveva dato ottimi frutti, i genitori ce l'avevano fatta. Se Luca non si fosse addormentato trasportato dal confortante dondolio dell'auto, avrebbe potuto vedere l'euforica esultazione dei genitori, le preghiere di ringraziamento al cielo e l'high-five di approvazione che si erano scambiati nell'eccitazione del momento.
Ormai Il Giorno era alle porte e non poteva avvenire in circostanze migliori.
Luca si alza una Domenica mattina svegliato dal profumo di brioche appena sfornate. In cucina lo attendono i suoi genitori con un tripudio di prelibatezze per la colazione, il tavolo è così stravolto da ogni ben di Dio che Luca non sa nemmeno da dove cominciare. Un brivido lungo la schiena cerca di metterlo in guardia, da una recondita e remota parte del suo io emerge un campanello d'allarme, ma è talmente flebile in confronto al profumo di cioccolata che Luca non vuole dargli retta. I genitori gli sorridono e fanno colazione insieme come non accadeva da un po' e Luca è felice, molto felice. Ha la guardia completamente abbassata e la mamma lo sa; uno scambio di sguardi con il marito e...
"Luca, c'è una cosa che dobbiamo dirti"
"Scì, che scè?"
"Ecco, noi...beh, stai per diventare un fratello maggiore! Non sei contento?"
Fratello.
Maggiore.
Luca smette di masticare, i genitori lo fissano con una strana espressione, un misto di gioia e terrore perché non sono completamente sicuri della sua reazione; ma il raccolto era andato troppo bene e Luca non aveva vie di scampo. Quella che doveva essere una "mazzata tra cap' e coll' " era diventata una bellissima notizia.
"Davvero? Wow, è pazzesco!"
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Manuale per Sorelle Maggiori: crescere con fratelli minori e sopravvivere
HumorE' universalmente noto che il ruolo della sorella o del fratello maggiore porti con sé un compito alquanto arduo e complesso e non alla portata di tutti. Beh, per quanto è vero che il font con cui è scritto questo testo è nero, accidenti se lo è! Pe...