6. Ary: Devo davvero?

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Lo trovai mentre studiava alcuni schemi dati quel giorno a lezioni.
Si trovava su uno dei tanti tavoli della mensa e Abigail gli stava alle spalle per massaggiargliele.
Mi dava fastidio che lui la lasciasse fare, insomma, non è mica normale avere una specie di schiavetta personale. Poi cosa ci trovava di tanto interessante Abigail in Nathan? Erano cresciuti assieme, quindi non dovrebbe sentire più un amore fraterno verso di lui?
Non avanzai oltre e feci dietro front, ma purtroppo i gemelli si pararono di fronte a me.
«Ah, ah. Ce l'hai promesso, Arianne.» disse Albert sorridendo sadico.
Stesso fece il gemello.
«Devo davvero? Ma c'è Abigail.» dissi cercando di suonare convincente.
«Ad Abby ci pensiamo noi.» promise Alan.
«Ohi, Abby! Mr. Frost ti cercava, hai combinato qualcosa di stupido durante le sue lezioni?» esclamò immediatamente Alan attirando l'attenzione della ragazza dai capelli rosa.
«Cosa? No!» esclamò la ragazza alzando il capo.
«Sono certo che rallenti sempre Tiara.» commentò Albert mentre lui e suo fratello la raggiungevano.
«Ma andate al diavolo! Dove si trova?» si informò la ragazza.
«Mmm, credo che abbia detto di raggiungerlo nel suo studio.» disse Alan accarezzandosi il mento.
«Ma che dici? Aveva detto la palestra!» protestò Albert in modo incredibilmente credibile.
«Dici? Ero certo fosse lo studio.» commentò il fratello.
«Ora mi stai mettendo i dubbi, Al...»
«Ho capito, li cerco da sola.» sospirò Abigail alzando gli occhi al cielo.
«Torno subito, Nate.» disse scoccando un bacio sulla guancia di Nathan.
«Mmm? Sì, okay.» rispose distratto.
Dopo che Abigail uscì dalla mensa, i due gemelli si voltarono verso di me e sorrisero entrambi, alzando poi i pollici.
Scossi la testa sconsolata e prima di avviarmi verso di lui controllai che non ci fosse Nick nei paraggi.
Tossii per attirare la sua attenzione, ma nonostante ciò era preso dai suoi affari.
Riprovai.
Ancora niente.
Iniziai a tossire più forte.
«Se vuoi strozzarti non farlo qui. Sono occupato.» commentò quello stupido Rubinetto.
«Devo parlarti.» annunciai più professionale del solito.
Il Rubinetto alzò lo sguardo su di me, poi cancellò immediatamente la sua espressione sorpresa dalla faccia.
«Quale buon vento ti porta qui, FireLiz?» chiese sorridendomi falsamente.
L'impulso di voltarmi e andarmene era forte, ma io volevo veramente imparare quella nuova tecnica. Inoltre era proibita!
Come si poteva rifiutare ad una tecnica proibita che avrei padroneggiato e usato in futuro per un affronto momentaneo con il Rubinetto?
Potevo sopportarlo. Dopotutto l'avevo fatto per anni quando eravamo più giovani.
«Usciamo insieme.» dissi tutto ad un fiato.
Il Rubinetto si accigliò.
«Non ho sentito bene.» disse.
«Accetto di uscire con te.» affermai più chiaramente.
Il Rubinetto mi guardò attentamente. Chiaramente non ci credeva. D'altronde non ci credevo nemmeno io.
«Dico veramente. Voglio capire perché mi hai invitata.» affermai cercando di essere convincente.
«No.» disse il Rubinetto ritornando a concentrarsi sugli schemi.
«Come sarebbe a dire no?» chiesi a bocca aperta.
«Non esco con te, FireLiz.» ripeté senza guardarmi.
«Ma mi hai invitata tu!» protestai.
«Non sarò di nuovo oggetto di scommessa.» mi disse facendo un cenno dietro di me. Mi voltai e vidi i gemelli coprirsi la faccia in fretta e furia. Non potevano essere più palesi.
«Non è per loro. Io voglio uscire con te.» insistetti.
Il Rubinetto sorrise.
«Tormenta qualcun altro, FireLiz, sono occupato.» mi liquidò. Iniziò a mettere a posto le schede sparse sul tavolo e si allontanò.

Appena terminate le lezioni con Hiram Stark, andai subito a cercare il Rubinetto.
Era assurdo che dopo tanto tempo che aveva passato ad assillarmi, toccasse a me cercarlo.
Ma non mi andava di arrendermi.
«Rubinetto!» esclamai appena uscì dalla sua sala allenamenti con Ian.
«FireLiz.» commentò annoiato.
Lanciai un'occhiataccia a Ian e lui, capendo l'antifona, iniziò ad allontanarsi alla chetichella.
«Ti sto dando la possibilità di uscire con te!» dissi infastidita.
«E io sto rifiutando questa possibilità!» replicò lui imitando il mio tono.
L'ennesimo rifiuto.
Ormai era diventata una questione di principio. Non potevo perdere contro di lui anche sulla testardaggine.
«Ma non...» iniziai cercando di trovare una motivazione adeguata.
«E sentiamo, cosa faremo una volta usciti assieme? Aspetterai che i gemelli facciano una foto in cui siamo abbastanza vicini da sembrare credibili come coppia? Devi fare un set fotografico da paparazzo? Io potrei anche sopportare gli sproloqui di sconosciute assetate di gossip, ma tu? Non ho la minima voglia di prendermi la responsabilità di quello che scriveranno, soprattutto se poi è con me che te la prenderai.» sbottò.
«Non me la prenderò con te, promesso.» affermai appoggiandomi una mano al cuore.
«Non hai capito il punto...» disse alzando gli occhi al cielo.
«Guarda che una foto di noi due assieme è compromettente per la mia carriera. Potrei perderei anche molte fan» disse ancora.
«Potresti sempre scrivere più avanti che ci siamo lasciati.» dissi.
«E fare la figura dell'idiota mollato? Finché c'è la storia dell'illusionista segretamente innamorato è affascinante e attira l'attenzione. Ma uno mollato è proprio compatito e la cosa non mi piace.» affermò allargando le mani.
Le sue parole mi irritarono.
Pensava solo alla fama e a se stesso quel tipo.
Ma cercai di mantenermi calma, d'altronde anche io lo facevo per me stessa e se volevo ottenere qualcosa da lui era meglio non prenderlo a pugni.
«Allora fingerò di essere la tua ragazza.» dissi di getto facendo un'alzata di spalle.
Il Rubinetto parve spiazzato dalla mia uscita.
«Ma sei seria? Tu non ti rendi conto di che potere hanno i social, FireLiz.» disse lui dosando le parole.
«Che vuoi che sia? Tanto non ci sono nemmeno iscritta.» dissi.
Rubinetto scosse la testa.
«Fingere di essere la mia ragazza significa che dovrai comparire spesso in pubblico con me e nei miei post... Non è il tuo mondo non riusciresti a sopportarlo! E santo cielo, non sopporti nemmeno me!» sbuffò infastidito.
Cercai di ragionare un po' su quello che aveva appena detto.
Forse ero stata leggermente precipitosa con la proposta della falsa ragazza.
Vedendomi zittita il Rubinetto incrociò le braccia al petto.
«Hai capito, eh? Qualunque cosa ti abbiano promesso i gemelli non vale questo impegno.» affermò facendo un sorrisetto che mi parve fin troppo vittorioso.
«Okay, non usciamo insieme, ma dato che tanto hai capito che voglio che vincano i gemelli e che li sto aiutando...» dissi lasciando la frase in sospeso. Detestavo chiedergli favori direttamente e le parole mi uscivano sempre a fatica.
«No. Ho già aiutato Ian, sarebbe poco etico da parte mia.» replicò sorridendomi falsamente con un'alzata di spalle, poi iniziò ad allontanarsi.
«Cosa? Ehi! Fermati!» esclamai trattenendolo per la maglia.
«Che ti ha promesso Ian? Ti darò di più!» sbuffai.
Negli occhi del Rubinetto comparve un lampo sinistro che presto mascherò con un sorrisetto dei suoi.
Forse me lo ero immaginata. Per un momento avevo pensato che...
«Corruzione, FireLiz, sul serio?» mi chiese derisorio.
«Dai! Proprio non mi aiuterai?» dissi infastidita e più brusca.
Meno mane che stavo chiedendo un favore...
«No, FireLiz.» disse categorico.
Non riuscivo proprio ad averla vinta, mentre lui mi guardava con quel sorrisetto presuntuoso che mi faceva sentire una perdente.
Ormai le avevo praticamente provare tutte.
Non sapevo veramente come convincerlo ad aiutarmi.
Proprio nel momento di crisi in cui pensai seriamente di rinunciare, un lampo di genio illuminò la mia fantastica mente.
Con Nick aveva sempre funzionato e così come con tutte la altre persone, non vedevo perché con il Rubinetto non potesse essere lo stesso.
Mi parai davanti a lui e gli appoggiai una mano sul braccio, avvicinandomi notevolmente a lui. Poi lo guardai con la mia migliore espressione da dolce cucciolo.
«E se ti chiedessi per favore?» dissi sbattendo strategicamente le ciglia.
Lui mi guardò ed ero pronta a vederlo scoppiarmi a ridere in faccia. Ma non lo fece. Al contrario ritirò la mano di scatto e si accovacciò a terra portandosi una mano sul volto.
«Dannazione, Ary.» sbottò arrabbiato.
«Non puoi fare così! È sleale!» disse senza guardarmi.
«Sleale?» chiesi confusa.
«Sleale sì!» esclamò continuando ad evitare di guardarmi.
Non capivo perché se la fosse presa così all'improvviso.
«Allontanati da me, ho bisogno di riprendermi.» mi fermò quando avanzai nella sua direzione.
«Ma che ho fatto!» protestai non capendo.
La sua reazione mi sembrava esagerata. Normalmente la gente sospirava e mi assecondava, non si comportava come quello strano Rubinetto.
«E va bene.» sbottò però, quando balzò in piedi.
«Vuol dire che mi aiuterai?» chiesi emozionata.
Ripensai subito alla super mossa che presto avrei imparato. Pensavo solo a quello e a nient'altro. Mi si incendiava il cervello a forza di pensarci. Le mie fantasticherie erano tutto un fuoco.
«Sì.» rispose secco voltando la testa da tutt'altra parte.
Solo a me sembrava arrossito?
«Solo che non ti piacerà quello che ho in mente.» mi disse tornando a sorridermi falsamente.
Sì, sicuramente mi ero immaginata che fosse arrossito.

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