voglio morire

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Avete mai il desiderio di tornare indietro nel tempo?
Non intendo di anni o addirittura secoli, ma solo di poche ore o minuti, giusto quel tanto che basta per rimediare a qualche brutta figura appena fatta o a qualche parola di troppo detta per errore.

A me non era mai successo prima.
Tutte le volte che mi succedeva qualcosa di più o meno spiacevole, semplicemente mi limitavo a scrollare le spalle e dirmi che non era importante.
E alla fine è davvero così, no?
Dopotutto siamo solo noi a decidere cosa sia importante e cosa no, perché, a dover fare un discorso più generale, si giungerebbe inevitabilmente alla conclusione che nulla abbia importanza e che la vita stessa sia priva di senso, lo stesso però varrebbe anche per quanto riguarda la morte e così si arriverebbe alla condizione nella quale mi trovo io al momento.

Ma ora sto divagando...

Il punto è che fino a questo momento non mi era praticamente mai capitato di pentirmi per aver detto o fatto qualcosa che magari al momento mi era sembrato giusto, ma che poi a pensarci meglio non era stata poi un'idea così brillante.
E questo non perché ponderi sempre a lungo le mie azioni prima di compierle o perché non mi capiti mai di sbagliare, affatto.
Ma semplicemente perché, che facessi bene o male una cosa qualsiasi, non mi era mai importato.

E invece adesso mi ritrovo con le braccia incrociate sul banco, il volto  rivolto verso il basso, premuto con forza contro le sopracitate braccia, le gambe strette, lo stomaco in subbuglio e le gote in fiamme dall'imbarazzo.

Sto esagerando?
Sì, probabilmente sì.

Dopotutto non è successo nulla di grave, no?
Sono solo scoppiata a ridere...
Per cinque minuti buoni...
Davanti a tutta la classe...
Per poi assecondare Yukiyo in quella stupida messinscena sulla kuchisake-onna...

Voglio morire.

Mi colpisce la superficialità con la quale ho formulato quest'ultimo pensiero.
Dev'essere la prima volta che penso ad una cosa del genere senza intenderla realmente.

Ma ad ogni modo, rendendomi conto che rimanendo nella posizione nella quale mi trovo al momento non faccio che attirare ulteriormente l'attenzione, decido di sollevare il capo.

Per poco non mi prendo un colpo.

- Tutto ok? -

Mi chiede Yukiyo, accucciata di fronte al mio banco con i gomiti puntati sulla sua superficie e il volto tra le mani.

- Non eri andata via? -

Ribatto sperando che il mio viso abbia ripreso nel mentre un colorito normale.
Non sono abituata ad arrossire.

- Ero solo andata un attimo in bagno. - Ribatte lei sorridendo leggermente. - Perchè? Ti sono mancata per caso? -

Alzo gli occhi al cielo e sbuffando leggermente rivolgo lo sguardo verso la finestra alla mia sinistra.
Ora che il viso ha smesso di andarmi a fuoco e che il mio cuore ha finalmente smesso di battere come se stessi per avere un infarto, spero solo che le cose possano tornare alla normalità.

- Non mangi? -

Mi chiede quando sento uno schiocco improvviso, come se avesse appena aperto una scatola di plastica.
Probabilmente quella contenente il suo pranzo.

- Ho dimenticato il panino in metro. -

Sbuffo senza ancora voltarsi verso di lei.

La sento soffocare un risolino divertito.

- Ma come... - Inizia prima di doversi interrompere per alcuni istanti a causa delle risa. - Ma come hai fatto a dimenticare il panino sulla metro? -

- Questa mattina ero in ritardo, così sono andata a prenderlo direttamente al bar della stazione, poi sono corsa alla fermata senza fermarmi a metterlo nello zaino, perché temevo di perdere il treno. Quindi una volta entrata mi sono seduta da una parte a riprendere fiato per la corsa, devo aver lasciato il panino sul sedile lì accanto... -

La sento nuovamente soffocare uno scoppio improvviso di risa. In un primo momento sono quasi pronta a voltarmi per sgridarla, ma poi ricordo ciò che è successo appena dieci minuti fa e capisco che non è proprio il caso.

- Ti va? -

Aggrotto la fronte, chiedendomi di cosa stia parlando.
Non faccio in tempo a voltarmi che mi ritrovo un onigiri spiaccicato contro le labbra.

- Ormai devi mangiarlo per forza. - Ride mentre io strabuzzando gli occhi dalla sorpresa allungo una mano per afferrarlo. - Poi dimmi se ne vuoi anche un altro, tanto io ne ho altri quattro. -

Senza risponderle dischiudo un po' titubante le labbra e do il primo morso.
Ricordo vagamente che anche una delle prime volte che mi ha parlato ha provato ad offrirmi qualcosa, ma quella volta io ho rifiutato perché mi sentivo troppo a disagio a mangiare davanti a lei.
Qualcosa mi dice che mi ha appena fregata.

- Ti posso chiedere una cosa? -

- L'hai appena fatto. - Ridacchia, seppur sgranando leggermente gli occhi dalla sorpresa. - Che vuoi sapere? -

- Per caso hai litigato con i tuoi amici di recente? -

Lei ammutolisce all'udire quella domanda e mi osserva strabuzzando gli occhi.
Ci mette alcuni istanti per realizzare perché le abbia rivolto una domanda del genere.

- No, nessun litigio. - Scuote il capo. - Insomma, è vero che odio la solitudine, ma perché dovrei stare con qualcuno che non mi piace solo perché nessuno di quello che mi piace è disponibile al momento? -

Quella risposta mascherata da domanda mi spiazza.
Ha capito subito dove volevo andare a parare.

Continuo a mangiare in silenzio e lei fa lo stesso.

In un primo momento si tratta di un silenzio carico di tensione e disagio, ma col passare del tempo diventa quasi piacevole.

Quando un quarto d'ora dopo la campanella suona, Yukiyo si alza senza dire una parola, raccatta i due fazzoletti che aveva lasciato sul mio banco e li ripone nella scatola di plastica dove stava il pranzo, quindi torna al suo banco senza dire una parola.

Io faccio per voltarmi ancora una volta verso la finestra, quando qualcosa attira la mia attenzione.

Si tratta di un capello.
È così chiaro da parere bianco, quasi trasparente, senza ombra di dubbio appartiene a Yukiyo.
Allungo lentamente una mano, fino ad afferrarlo, tenendolo tra pollice e indice.

Lo sollevo davanti al viso, tenendolo in controluce. Quindi lo lascio andare, seguendo con lo sguardo la sua lenta caduta verso il pavimento.

Per un attimo mi sembra quasi il filo della tela di un ragno.

il filo del ragno //yuri//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora