Durante tutta la lezione Jason continuava a guardarmi, fortunatamente la campanella suonò, presi il mio zaino e uscì dall'aula per poi andare verso il mio armadietto per posare il libro di chimica e prendere quello di geografia che mi ero come al solito dimenticata.
Arrivai davanti al mio armadietto e con la coda dell'occhio vidi Jason dietro di me -ciao ragazza- disse tranquillamente sorridendo -perché mi chiami "ragazza"?- domandai incuriosita e aprì il mio armadietto, presi dallo zaino il libro di chimica e lo posai nell'armadietto, presi il libro di geografia e lo chiusi, mi girai verso Jonas con lo zaino sulle spalle -beh perché non so il tuo nome- rispose lui facendo spallucce -tranquillo non te lo dirò- esclamai e mi avviai verso l'aula di geografia insieme a lui senza neanche guardarlo, continuavo a guardare dritto davanti a me e camminavo sempre più in fretta, Jason restava al passo -perché non possiamo essere amici?- mi domandò ormai stufo, sospirai e lo guardi negli occhi, ci fermammo in mezzo al corridoio -ti prego lasciami stare come ti ho detto questa mattina lo faccio per il bene di entrambi- dissi per poi andarmene ma proprio quando stavo per iniziare a camminare lui mi prese per il polso -almeno proviamoci- mi supplicò lui, entrambi ci guardammo negli occhi -vediamoci sta sera al parco che si trova a cinque isolati da casa mia- proposi e lui fece cenno di si, sul suo si formò un bellissimo sorriso quasi magico con delle profonde fossette che non si potevano non notare , lo salutai e mi avviai verso l'aula di geografia.
Il tempo passo in fretta e alla fine dell'ultima ora uscì da scuola,intanto che scendevo le scale fuori dalla scuola vidi Jason chiaccherare con dei ragazzi che subito mi squadrarono, Jason mi guardò sorridendo e io ricambiai, mi avviai verso casa e stranamente non trovai la macchina rossa e ormai malandata di mio padre,guardai dalla finestra del salotto se lui era in casa ma non trovai nessuno quindi entrai e posai il mio zaino per terra, controllai per tutta casa ma non lo trovai,solo quando mi trovai in cucina vidi un piccolo postit sul tavolo dove c'era scritto una cosa da parte di mio padre, diceva che sarebbe tornato per l'ora di cena e che avrei dovuto pulire tutta casa e andare a fare la spesa.
Mi affrettai, feci tutte le pulizie e intanto calò la sera, uscì per fare la spesa, entrai nel negozio vicino a casa mia e lo vidi, Jason era lì che stava anche lui facendo la spesa in una delle prime corsie, lo salutai, presi un cestino e andai nella corsia opposta, lui andò alla cassa e pagò la spesa, se ne andò ma prima mi guardò e io feci finta di niente come se non me ne fossi accorta, appena Jason uscì dal negozio si diresse verso il parco a quel punto mi sbrigai, mi diressi verso la cassa e pagai la spesa.
Uscita dal negozio mi diressi verso il parco di corsa.
Ero davanti all'entrata del parco e lui era sulla panchina, entrai nel parco -ciao!- esclamò lui e io mi sedetti vicino a lui -ciao- risposi sorridendo e lui ricambiò il sorriso.
Ci guardammo per qualche secondo poi io distolsi lo sguardo invece lui continuò a guardarmi -da quanto tempo vivi qui?- mi domandò e io prima di incominciare a parlare lo guardai dritto negli occhi -vivo qui da quando sono nata- risposi un po' nervosa -e tua madre?- mi domandò lui, sospirai profondamente e risposi -mi madre è morta in un incidente e dopo la sua morte mio padre...- risposi ma non riuscì a finire la frase che iniziai a piangere, Jason mi prese la mano e me la strinse.
Jason mi abbracciò -mio padre...m-mio padre ha incominciato a drogarsi e a ubriacarsi...se la prende sempre con me...- dissi a mala pena in lacrime, lui mi guardò negli occhi e mi asciugò le lacrime, guardai dal cellulare che ore erano, la cosa che mi terrorizzò in quel momento era l'orario infatti erano le 20:00 e mio padre sarebbe arrivato in qualsiasi momento, il tempo era volato.
Mi alzai di colpo -scusa devo andare a casa- dissi ansiosa guardandolo e anche lui si alzò -ti accompagno- mi chiese avvicinandosi a me -va bene ma dobbiamo fare veloce- esclamai e corremmo verso casa mia.
Appena fummo davanti a casa mia andammo verso la porta di ingresso -allora ciao- dissi sorridendo timidamente e lui sorrise -ci vediamo domani?- mi chiese lui e io accennai un sorriso, feci cenno di si e io aprì la porta di casa, stavo per entrare ma lui mi prese per il polso e mi spinse verso di lui,mi prese entrambe le mani e mi guardò negli occhi -promettimi che non piangerai mai più- disse lui dolcemente e io sorrisi -va bene, lo giuro- esclamai sorridendo e lui subito sorrise era felice era tutto diverso con lui era come se tutto fosse scomparso e c'eravamo solo io e lui -devi sorridere sempre- disse lui sorridendo e io feci cenno di si.
Entrai in casa e chiusi la porta alle mie spalle, poi però sentì bussare alla porta, la aprì e mi ritrovai davanti Jason -non mi hai ancora detto come ti chiami- disse lui ridendo -mi chiamo Becca- risposi sorridendo e anche lui sorrise -allora ciao Becca- disse lui -ciao Jason- esclamai e lui se ne andò.
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love runs away
ChickLitBecca è una ragazza di quindici anni,i suoi genitori sono separati da quando lei aveva cinque anni e lei finì di vivere con suo padre che talvolta si sfoga su di lei picchiandola e maltrattandola ma tutto cambierà con l'arrivo del suo nuovo vicino d...