CAPITOLO 5 "andiamo via"

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Mi alzai lentamente dal letto, avevo i capelli ancora abbastanza bagnati.
Andai nel bagno della mia camera e mi lavai la faccia con l'acqua del rubinetto, mi lavai un po' la testa e vidi il lavandino sporco di sangue.
Probabilmente quando mio padre mi aveva rotto la bottiglia in testa mi aveva causato una  ferita dietro la testa.
Uscì dal bagno e andai in cucina, guardai fuori dalla finestra, era notte fonda e mio padre era andato fuori città a trovare la sua fidanzata.
Presi dal freezer del ghiaccio e lo avvolsi in uno straccio, lo appoggiai sulla ferita e andai in salotto.
Mi sedetti sul divano e vidi le poche ceneri che rimanevano del ritratto, mi scese una lacrima lungo la guancia.
Sarei voluta restare con mia madre ma lei era troppo lontana per sapere quello che succedeva, avrei voluto abbracciarla e dirgli quello che succedeva con mio padre ma non era possibile.
Andai in cucina, mi sentì un accumulo di tristezza addosso.
Presi le forbici e andai in bagno, mi guardai allo specchio, i miei stupidi lunghi capelli biondi che mi facevano sembrare una ragazza ingenua e fragile, avevo bisogno di qualcosa che mi facesse sembrare una ragazza forte perché in realtà sapevo che ero così.
Presi le forbici e iniziai a tagliarmi i capelli fino a sfiorarmi l'orecchio.
Buttai i capelli tagliati nel cestino della cucina e uscì di casa e mi sedetti sul marciapiede davanti a casa mia.
Guardai la finestra della camera di Jason e lo vidi passare davanti alla finestra, mi vide e prese il cellulare.
Dopo qualche secondo mi squillò il telefono, era lui che mi chiamava e subito risposi - che ci fai a quest'ora sul marciapiede???- mi chiese preoccupato -e tu che ci fai a quest'ora sveglio?- gli domandai mentre lo guardavo sorridendo -che hai fatto ai capelli?- mi domandò guardandomi un po' perplesso -tu fai troppe domande- gli dissi e lui sorrise -stai bene?- gli chiesi abbassando lo sguardo -si,tu?- mi chiese -bene- risposi subito incerta e lui mi guardò sospettoso -sicura?- mi domandò e ci pensai per qualche secondo cosa rispondergli -in verità no- risposi sinceramente -per tuo padre,vero?- mi chiese preoccupato e ci guardammo e annuì -arrivo- disse deciso e chiuse la chiamata.
Lo vidi uscire dalla camera per poi uscire di casa e venire verso di me.
Si sedette di fianco a me e mi guardò -hai mai pensato di scappare di casa?- mi chiese e mi fermai un attimo a pensarci -no...- risposi in fine -che ne dici di scappare- disse lui alzandosi -scappare cioè andare via di casa, mio padre sarà furioso- mormorai e lui mi prese la mano e mi sollevò in piedi -senti, quando saremo già fuori dalla città tuo padre non potrà fermarci...Becca...ti prometto che non sarai più nelle sue mani e che ti farò vivere una vita felice- mi disse, ci guardammo negli occhi e gli sorrisi -andiamo via?- gli chiesi con fermezza -andiamo via- rispose lui deciso e mi strinse entrambe le mani, sapevo che potevo fidarmi di lui e lui di me.
Presi uno zaino con dentro un portafoglio, il mio cellulare e una foto di me e mamma ,di quando avevo tre anni, per ricordarla sempre.
Jason prese le chiavi della macchina di sua madre, salimmo sulla macchina e mi accorsi che il sole stava sorgendo.
La macchina partì e lui iniziò a guidare, non avevamo una meta, ci bastava sapere che ce ne stavamo andando da quel posto orribile chiamato casa.
Tirai giù il finestrino, il vento mi scompigliava i capelli e per una volta nella mia vita non pensavo a mio padre.
Mi sentivo libera  e sapevo che io e Jason saremmo stati insieme e questo mi faceva stare bene.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 16, 2018 ⏰

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