VII

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Talia's pov

Stavo ballando più o meno da una ventina di minuti con i miei amici e i due ragazzi quando mi accorsi che al banco del locale non c'era traccia del barista.
Decisi di non farci caso fino a quando le luci non smisero di balenare. Pensai che evidentemente il sovraccarico di energia doveva aver portatoad un blackout nelľ intero locale e circostanze, infatti i tre quarti del quartiere erano bui.
<<Ma mi ero appena scaldato...>> una voce lamentosa mi giunse alľ orecchio e la riconobbi immediatamente.
<<Luke tappati subito quella fogna, sta situazione puzza di guai.>> risposi velocemente, iniziando a cercare Isaac e Tae trascinando per i polsi il ragazzo e la ragazza che fino a poco tempo prima mi tenevano il fiato sul collo.
<<Dove ci stai portando?>> la voce della ragazza alla mia destra era tesa per via di ciò che stava succedendo e ciò che io stavo facendo.
<<Isaac e Tae... potrebbero essere in peric->> venni interrotta da un' ondata bianca. Fumo. La macchina era appena stata azionata da qualcuno.

Non vedevo molto per via della quantità di fumo, ma riuscivo a scorgere la gente, prima in movimento a ritmo di musica, che ora correva disorientata da una parte alľ altra del locale; e come se non bastasse, si erano pure messi ad urlare.
Nella baraonda percepii una voce lontana e confusa che urlava un <<STATE GIÙ!>>.
Alla svelta feci quello che diceva e infatti una freccia mi sfiorò la testa. Sospirai di sollievo mettendomi una mano sul cuore per via dello spavento.
<<Sono io o quella era una freccia?>> chiesi provando a calmarmi.
Non udii risposta.
Mi accorsi solo dopo che nel locale non c'era anima viva ad eccezione di me stessa, e molto probabilmente gli altri quattro ragazzi.
Ora era tutto così tranquillo, non poteva essere già finito tutto.
E poi cos'era quella freccia?

Mi raddrizzai per provare a vedere le condizioni generali del Rosie's.
Tavolini rotti, sedie e sgabelli rovesciati, bicchieri di vetro rotti sul pavimento, insomma, tutto il contrario di quello che era fino a venti minuti fa.
Iniziai a perlustrare la zona, chiamando a bassa voce i miei compagni, ma invano.
Decisi di andare a dare un' occhiata alľ esterno, così mi avvicinai alla porta di vetro e appoggiai il viso facendomi ombra con le mani per vedere. Fuori non c'era nessuno, e la luce non era ancora tornata.
Notai un cavo tagliato vicino ai miei piedi, e capii che quel blackout non era dovuto al sovraccarico di energia, ma voluto intenzionalmente. I cavi erano strappati e quindi sporgevano in lunghezze diverse.
Impossibile che qualcuno abbia strappato l' intero cavo senza venire fulminato.
Lentamente mi voltai verso il bancone, e mi diressi verso questo. C'erano brandelli di vestiti, più precisamente una camicia bianca con appuntata una targhetta di metallo.
Era il nome del barista.

Con la coda delľ occhio vidi di sfuggita una sagoma confusa. Mi immobilizzai per la paura di quel che poteva essere. Rimasi lì ferma per circa un minuto, ma poi decisi di raccogliere quel poco di coraggio che mi restava e cautamente mi girai.
Ora non so benissimo cosa avessi davanti agli occhi, ma era veramente terrificante.
Un uccello grande quanto un uomo, o forse più, interamente nero, fatta eccezione per gli occhi rossi. Artigli e becco affilatissimi come delle lame. Ma quello che mi terrorizzava di più erano le ali. Grandi, nere e sottili. Delle ali da pipistrello ingrandite come minimo cinquanta volte. E le piume, quelle non erano piume.
Somigliavano più che altro a delle scaglie di fuliggine attaccate con la supercolla.
Alla vista di quelľ essere sgranai prima gli occhi, e un secondo dopo spalancai pure la bocca. Volevo urlare, ma quello che ottenni era più simile ad uno squittio.

Per guadagnare tempo tentai a parlare a quella cosa.
<<Ehm, e t-tu... chi s-saresti?>> non riuscivo nemmeno a muovere la lingua senza incepparmi nelle parole.
La gallina gigante mi fissò con quegli occhi rossi e vidi i miei riflessi nei suoi.
<<Però eh, non credevo di avere degli occhi così... così intensi. Sai, anche i tuoi non sono niente male... sono molto belli, caldi, soprattutto dolci, e anche terrificanti, micidiali, e... oh ti prego smetti di fissarmi>> deglutii <<Modestamente, so di essere un bocconcino prelibato, ma non credo che sia altrettanto prelibata se venissi mangiata da te. Piuttosto ti consiglio di mangiare quel ragazzo là dietro, che ora ha in mano una spada lucente e molto affilata che si sta lentamente avvicinando a noi... guarda, è proprio vicino alla tua ala destra...>> indicai il ragazzo, e fortunatamente la gallina si girò.
Con il tempo che mi ero presa sparando cavolate a vanvera ero riuscita a recuperare la freccia che si era quasi impiantata nella mia testa. In un attimo la presi in mano, chiusi gli occhi e la conficcai nella schiena del mostro.
Questo emise un forte sibilo per poi iniziare a disintegrarsi in coriandoli di volatile allo spiedo. Mollai la presa dalla freccia e aspettai una trentina di secondi prima di socchiudere un occhio per controllare.
Al posto della gallina adesso c'erano solo le sue cosiddette ceneri e la freccia era sulla cima della mucchia.

Tυττα cοlρα δεl δεsτιηο Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora