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Scrutai il suo viso mentre, seduta sul lavandino, mi feci medicare le ferite dal ragazzo.
Mi soffermai sulla sua mascella, così delineata e contratta dalla rabbia.
Tra noi si respirava un silenzio non indifferente, che però non si trasformò mai in una tensione imbarazzante.
Quando finì con lo zigomo mi accarezzò delicatamente la guancia e mi guardò negli occhi.
'se li trovo io li uccido. Come cazzo stanno?'
Sorrisi, con le ultime forze rimaste.
'voglio solamente riposare.'
Feci per alzarmi dal lavandino ma mi fermò, trattenendo la mia coscia con una mano. La mia pelle bruciava al suo contatto.
Puntò ancora una volta il suo sguardo profondo nel mio e respirò fortemente prima di attirarmi a sé.
Appoggiai la testa sul suo petto possente e, ancora seduta, aprii le gambe e gli lasciai lo spazio per avvicinarsi ancora di più.
Una sua mano mi teneva la testa appoggiata al suo petto e l'altra mi abbracciava la vita. Restammo in quella posizione per un paio di minuti, ascoltando i battiti cardiaci dell'altro aumentare sempre di più.

Ask.fm [The Anonymous Series #2] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora