Canzone per il capitolo: il solito sesso - max gazzè«Dovresti prender del magnesio, ti darà la forza necessaria per affrontare la giornata» Jane, la mia amica, mi scruta con occhi curiosi.
«Non mi sento debole» puntualizzo.
Poggia una sua mano sul mio ginocchio per invogliarmi ad ascoltare il suo consiglio. Non riesco ad alzarmi dal letto ormai da qualche giorno e Jane, oltre ad essere una delle mie migliori amiche è diventata medico da qualche mese.
Mi fido ciecamente di lei e sono a conoscenza dell'impegno che mette nel suo lavoro, così mi sono rivolta a lei.«Ancora non mi hai detto il motivo per il quale non mi riesca ad alzare dal letto» sbuffo.
Schiocco la lingua sotto il palato e incrocio le braccia al petto.
Sono stufa di dover star incollata in un letto scomodo e devo necessariamente tornante a lavoro, non posso restare altri giorni segregata in casa.Lei mi guarda sospirando prima di allontanarsi dal materasso e appoggiarsi sul ciglio della porta. Scannerizza con lo sguardo il mio corpo coperto da un sottile lenzuolo e inizio a pensare che a momenti dalla sua bocca stia per uscire della carta con il referto delle analisi.
«Non l'ho ancora capito, ma penso che sia solo un colpo della strega. Hai detto che non hai mal di testa vero?» mi domanda.
Scuoto la testa e le rivolgo un'occhiata: «per la milionesima volta, no. Non ho mal di testa»
«Non saprei, se riuscissi ad alzarti dal letto andremmo a fare delle analisi in clinica, ma non credo si tratti qualcosa di grave»
La clinica dove lavora Jane, è poco distante dal mio appartamento e inoltre, avremmo i risultati delle analisi quasi immediatamente date le conoscenze che abbiamo entrambe.
«Non credo di poterci riuscire, comunque ho delle fitte insistenti nel basso ventre» tocco l'area dolorante e mi lascio sfuggire un piccolo gemito di frustrazione.
Jane di rimando mi lancia un'occhiata preoccupata, non capisco cosa le frulli nella mente e ciò mi fa preoccupare notevolmente: è se fosse davvero qualcosa di grave?
«Non è che...sei-»
Non c'è bisogno che lei finisca la frase per poter comprendere ciò che stava per dire.
«Oddio no! Ovvio che no! Jane» sgrano gli occhi e mi lascio sfuggire una piccola risata.
«Non provare nemmeno a dirlo! Sai meglio di me che non succede da un po' e sarebbe alquanto strano» continuo poi.
Odio dover pronunciare quella parola, la trovo volgare, ma soprattutto non tocco più l'argomento "sesso" da quasi un anno, né voglio.
«Stavo solo supponendo Anna, calmati!» si mette sulla difensiva Jane.
Butto all'indietro la testa quando un dolore improvviso invade il ventre. In questo momento la mia camera, sembra più un campo di concentramento per vestiti, e mi infastidisce il fatto di non aver tutto ordinato, ma al momento l'unica cosa che posso muovere è la faccia.
«Per caso ti fa male anche lo stomaco? Il fianco? Provi disturbi intestinali? Oppure vorresti rigettare?»
«No...credo di non avere tutti questi sintomi, Jane. - sospiro - Ah! Mi fa male lo stomaco, terribilmente» Cerco di tirar su il mio corpo sperando di trovare una posizione confortevole.
«Come ho fatto a non pensarci prima! Diamine...potevi anche dirmelo subito. È un virus intestinale che sta girando e sta colpendo molte persone. Prendi dei fermenti lattici e bevi acqua a sufficienza, domani tornerai come nuova» mi sorride la mia amica. Il suo viso si illumina e non posso che ricambiare il suo gesto.
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PEONIA | h.s.
Fiksi PenggemarLui fu il veleno che mi fece a pezzi. Mi stravolse così tanto che tutte le mie mura, in un solo secondo, caddero da quando i suoi occhi si appoggiarono ai miei.