•Tutte le famiglie felici
si assomigliano fra loro,
ogni famiglia infelice
è infelice a modo suo•
~L.TChapter 01
Avevo sempre saputo che prima o poi sarebbe arrivato il giorno della mia partenza, solo che a dieci anni il poi mi sembrava molto più lontano del prima; invece sette anni sono quasi volati e fra circa mezz'ora sarei arrivata a Cambridge, dove avrei trascorso le ultime due settimane delle vacanze estive prima di essere rinchiusa in un collegio che mi avrebbe aperto le porte di tutte le migliori università d'Europa, o almeno questo è ciò che mio padre ha ritenuto fondamentale sottolineare nella sua lettera.
Sette anni fa, quando i miei genitori decisero di divorziare, fecero una sorta di patto in cui mio padre convinse mia madre ad occuparsi della mia istruzione nei primi anni della mia vita, mentre dagli ultimi due anni del liceo in poi, lui sarebbe subentrato al suo posto.
Con il passare degli anni mia madre cercò in tutti i modi di non farmi sentire la mancanza di un padre. Ogni festa del papà diventava una giornata dedicata completamente a me e lei. Mi portava la colazione a letto, mi faceva i boccoli ai capelli, mi metteva il vestito più bello che avevo e ogni anno mi preparava una sorpresa diversa. Ricordo ancora quando a dodici anni mi portò alla Scala di Milano per farmi vedere Mila Kashkinsky danzare lo schiaccianoci.
Ho sempre ammirato mia madre per tutti gli sforzi che ha fatto nel tentativo di farmi crescere nel modo migliore possibile.
A tredici anni, per soddisfare il mio capriccio di voler diventare una principessa come aveva fatto Anne Hathaway nel film "Pretty Princess", mia madre mi disse che il primo passo per diventare una principessa era quello di imparare il galateo, e quale era il modo migliore per impararlo se non andare a uno dei corsi dell'Università della terza età ?
Così io, con la compagnia di una decina di vecchiette, nel giro di tre mesi, diventammo delle principesse modello.Tuttavia crescendo iniziai anche a capire il motivo per cui, quando mia mamma veniva a prendermi a scuola non era truccata e ben vestita come le mamme dei miei compagni, ma aveva un aspetto trasandato, i vestiti spesso sgualciti e gli occhi stanchi. Dopo la partenza di mio padre, per poter pagare gli alimenti,le bollette, ogni tanto dei bei vestiti e le rette della mia scuola privata, inizió a lavorare molto di più, e dopo avermi portata a casa, andava a lavorare da un'altra parte.
Più volte avevo chiesto a mia madre di iscrivermi ad una scuola pubblica, per eliminare almeno quelle spese, ma lei non voleva ascoltarmi.
Sosteneva che per lei l'istruzione fosse la cosa più importante e che se fosse stato necessario avrebbe rinunciato anche a mangiare pur di darmi la possibilità di frequentare la migliore scuola del paese.Cominciai a dedicare gran parte del mio tempo libero allo studio.
All'inizio fare questo mi pesava molto ma l'obiettivo di rendere fiera mia madre mi spronava a continuare. Tuttavia, iniziai ad apprezzare lo studio, o meglio, iniziai a diventare molto curiosa e cercavo tutti i modi possibili per soddisfare le mie piccole curiosità.
Con il passare del tempo,il fatto di conoscere, di sapere, divenne quasi un gioco.
Dovevo imparare più cose possibili.In quinta elementare, durante una delle mie ormai frequenti visite alla biblioteca comunale trovai un libro al cui interno erano scritti tutti i libri che secondo l'autore dovevano essere letti nel corso della vita.
A dieci anni, mi ritrovai a leggere il bianco e il nero di Stendhal, ovviamente senza capirci nulla,
ma la sola idea di leggerlo mi faceva sentire, completa, libera.
Passai moltissime notti leggendo libri con la sola luce della torcia sotto le lenzuola del mio letto, come avevo visto fare in molti film.
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Sometimes love is complicated
Chick-Lit••*••*••*••* -Ero in Inghilterra da quanto ? Neanche un'ora ? Ed ero già sospettata di traffico di droga- ••*••*••*••* Emma Vanille Genevieve Bonnet non avrebbe mai voluto dover abbandonare Parigi e la sua adorata madre. Tuttavia, una lettera face...