dopo un mese capii che focalizzando buona parte di rabbia e concentrazione in un punto potevo spostare gli oggetti piccoli
così iniziai a creare interferenze per tutta la casa: muovevo fogli, facevo rumore, muovevo i quadri tutto per far capire che ero lì ma nessuno capì.
Poi un giorno aprii l' acqua calda fino a far appannare gli specchi e poi iniziai a scrivere, la prima a vedere queste scritte era mia sorella che alla vista della scritta iniziò a gridare, cosi tanto che svegliò i vicini ma comunque non capivano che ero io.
Sei giorni dopo torno quel tizio sospetto, i miei genitori lo accolsero e mio padre gli disse di fare come a casa sua...
quando questo tizio andò in bagno capii che era la mia occasione, così feci appannare lo specchio e scrissi "tu sei quello che mi ha ucciso?"
lui perplesso e incredulo non disse una parola ma poi anche lui iniziò a scrivere sullo specchio (non sapendo che lo sentivo) e mi fece domande come: "chi sei?" "cosa vuoi da me?" "che ti è successo?" ecc...
Poi io gli spiegai tutto quello che sapevo e lui mi disse che non era stato lui ad uccidermi, poi gli chiesi della cicatrice sulla faccia e lui rispose che se l' era procurata in una rissa, disse anche di conoscere colui che mi uccise e mi disse dove potevo trovarlo.