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Il corrimano era arrugginito, il colore andava a consumarsi ove Loki posava la mano per raggiungere la stanza principale.
Odino sedeva possente nel trono, Frigga e Thor stanziavano ai lati dando l'impressione di essere  colonne.
Il re scrutava il figlio adottivo con aviditá e arroganza: non avrebbe mai voluto che sua moglie, di sua spontanea volontá e senza un dialogo, avesse scelto di adottare quella creatura nata da mostri confinati al di fuori del suo regno.
Quando prese parola il Dio del Caos, caló un silenzio spettrale.
"La bambina é morta, Sir".
Il re, solitamente mesto e silenzioso parve ravvivarsi e un sorriso sornione mise in luce la felicità che trasse da quella notizia.
Probabilmente avrebbe abbracciato perfino Loki, ma come tutti sappiamo bene non si sarebbe spinto oltre un cenno del capo e un segno della mano che invitava il moro a dileguarsi.

Il padre degli Dei, nonché Re, aveva ordinato l'uccisione di quella creatura poiché non poteva permettere altri mezzi Dei che girovagavano per Midhgard.
Al principio della vita, quando era stato creato il mondo e i suoi nove regni, si era anche creata e affermata una legge non scritta.
La Terra e Asgardh non dovevano avere niente a che fare gli uni con gli altri.
Questa rottura, seppur severa, era necessaria per preservare la pace tra i regni.

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