Supermercato🌹

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Pov's Diletta:

Non ero riuscita a chiuder occhio tutta la notte, troppi pensieri, troppe emozioni assalivano la mia mente. Avevo riguardato la puntata su Witty, non ancora cosciente di ciò che era successo, almeno una diecina di volte. Rivedermi vincere la sfida, prendere la felpa e sedermi su quei banchi era stato qualcosa di fortemente emozionante. Ripensavo, anche, a quei pochi minuti trascorsi sulle scale con Irama, alla sua voce, al suo sorriso, a quello sfiorarsi delle nostre gambe. Sembrava ancora tutto così irreale, avevo paura che potessi svegliarmi da un momento all'altro e far finire questo sogno. Troppe gioie in un solo giorno, mi fecero dubitare sulla realtà e credere che stessi sognando per tutta la notte. Fortunatamente era tutto reale e ciò che lo confermò fu la chiamata di Filippo alle 8:30, che mi chiedeva di andare a fare colazione insieme a lui. 
Dopo la telefonata andai subito a farmi una doccia e prepararmi, decisi di indossare qualcosa di comodo e non troppo vistoso; camicetta di jeans aperta in modo da far vedere la mia t-shirt a maniche corte bianca, con tanti piccoli cactus disegnati sopra, dei jeans aderenti e le mie converse bianche. 
Come da programma mi feci trovare giù nella hall per le 10:00 anche se con qualche minutino di ritardo. Trovai Filippo esasperato per l'attesa su uno dei divanetti, che non appena mi notò mimò un hallelujah guardando il soffitto. La sua reazione mi fece sorridere mentre mi dirigevo per salutarlo.
«Sai da quanto ti sto aspettando?» domandò ironicamente con quella sua vocina stridula « Non so... qualche minuto?» risposi dubbiosa «Qualche minuto? Sono le 10:20, ci dovevamo vedere qui sotto per le 10:00» aggiunse esasperato. Non potei far a meno di ridere, per fortuna che c'era lui, altrimenti non so come avrei potuto passare la mattinata.
Andammo a fare colazione in uno dei bar dentro il centro commerciale a Tiburtina, prendemmo posto ad un tavolo e ordinammo due caffè macchiati e due cornetti....strapieni di nutella. Sapevo già come sarebbe andato a finire, briciole di cornetto sparse sopra i miei vestiti e la nutella, che colava dal cornetto, sulle mani. La cosa però non mi interessava, mi sentivo a mio agio, quindi accantonai tutte le mie preoccupazioni e rimasi me stessa per tutto il tempo, quella ragazza sbadata e pasticciona, con il mento sporco di cioccolata e le briciole sopra i vestiti. Questa scena mi riportò indietro nel tempo, quando con mia madre, ogni sabato mattina, andavamo a fare colazione nel nostro posto preferito, al "Bar Grease". Non era molto distante da casa nostra, ci arrivavamo benissimo a piedi. Adoravo quel bar, tutto a tema come il film, c'era anche un disegno, fatto su uno dei banconi, dove erano raffigurati i volti di Danny e Sandy. 
Ordinavamo sempre il solito, due cappuccini con il cacao sopra accompagnati da due cornetti e, ogni volta, era la stessa ed identica situazione, non sapevo mangiare il cornetto, mi ripeteva lei con tono divertito, ogni volta la stessa storia, da ormai ben 17 anni. Mia madre, inoltre,  mi ripeteva di non cambiare mai, che ero stupenda con tutte le mie sfaccettature.
Assorta dai miei pensieri non mi accorsi che Filippo mi stava parlando da un bel po'. Mi limitai a sorridere e a fare qualche cenno di approvazione con il capo. 
  « Sono contento che ti va di farmi compagnia » Mi sorrise e si alzò per andare a pagare, rimasi per qualche secondo immobile sulla sedia, a pensare dove e perché gli serviva la mia compagnia.
«Hai intenzione di rimanere tutto il giorno qui seduta?» scossi il capo e mi alzai.
Lo seguii all'interno del centro commerciale, fermandoci, di tanto in tanto, in qualche negozio.
«Ecco siamo arrivati» disse tutto entusiasto, alzai lo sguardo e mi trovai di fronte ad un supermercato «che devi prendere?» gli domandai incuriosita «boh...qualcosa da sgranocchiare» fece spallucce ed entrò.
Passarono solo 5 minuti, quando ci ritrovammo con il carrello pieno di schifezze «credo che alcune cose possiamo evitarle» affermai dubbiosa «hai ragione Dil, vado a posare gli orsetti gommosi, tu intanto aspettami al reparto succhi» mi limitai a fare un cenno di approvazione con il capo e mi diressi verso le bevande.
Mi fermai davanti i succhi e l'occhio mi cadde subito su un tipo di succo. Pompelmo rosa e fragola, amavo questo gusto, con mia madre lo prendevamo sempre. Dal sapore molto asprino mischiato con il dociastro della fragola, il top. Presi la bottiglia tra le mani e la misi subito nel carrello, accompagnata da altre quattro o cinque bottiglie uguali.
«Finirà per venirti un forte mal di pancia con tutti quei..» non gli lasciai finire la frase che subito risposi a tono «Fatti gli affari tuoi di quanti succhi mi bevo!» non ricevetti nessuna parola o frase di rimando, troppo acida ero stata con Filippo, quindi mi voltai per scusarmi. Ma non era Filippo, o meglio si lo era, ma non quello con cui ci stavo passando la mattinata.
Irama era di fronte a me, con un'espressione sconcerta e i pugni stretti.
«Perdonami, pensavo fossi qualcun'altro, cioè non era mia intenzione rispondere così, non è da me» iniziai a diventare rossa dalla vergogna e iniziai a gesticolare per effetto dell'ansia.
Vidi il suo viso prendere un'espressione più rilassata e accennò un mezzo sorriso.
«Sei molto impulsiva vedo» spostò il suo sguardo nel contenuto del carrello «l'appetito non ti manca eh» ridacchiò lui, facendomi sentire sempre di più in imbarazzo «No Irama, a dir la verità mi ha fatto posare anche delle cose» i due si salutarono con una pacca affettuosa sulla spalla.
«Sei solo? Perché se vuoi puoi aggiungerti a noi» a quelle parole sbiancai, uscire insieme a Irama, sarebbe stato magnifico, la mia me interiore stava facendo le capriole, mentre esternamente dovevo essere più calma possibile.
«Volentieri, se all'acidella va bene» disse scherzosamente lui. Avrei voluto mandarlo a quel paese con questa battutina del cavolo, però infondo me le meritavo, ero stata molto scontrosa, ma non l'avrei mai ammesso «Basta che non sei lento» cercai di ribattere più seria possibile, ma ricevetti di rimando solo le loro risate.
Per tutta l'uscita rimasi in silenzio, con lo sguardo puntato verso il basso e le mani tremanti.
«Vado un attimo in bagno» annunciò Filippo, mentre correva come un fulmine verso i bagni.
Eravamo rimasti, di nuovo, noi due. Più distaccati della sera prima, infatti, non osavo guardarlo e non sapevo neanche se fosse lì con me.
«Pulce che fine ha fatto la tua spavalderia?» fu lui a rompere il ghiaccio, ma alla domanda non risposi, non sapevo cosa dirgli, non sapevo cosa fare.
Mi sentii poggiare due dita sotto il mento e con delicatezza portarlo verso l'alto.
Mi trovai subito lo sguardo di Irama puntato addosso con un'espressione interrogativa. Afferrai il suo braccio di scatto e annusai il profumo che aveva sul polso.
«Che buon profumo» dissi sopraffatta da quell'odore.
«Che tipetta strana che sei» mi sorrise, ma non riuscì a resistere alla mia faccia da ebete e scoppiò a ridere. Non potei resistere alla sua risata e non aspettai minuto in più per unirmi a lui. Per tutto il centro commerciale si stavano espandendo le nostre risate, ma ben presto, quel nostro momento "intimo" fu interrotto dall'arrivo di Filippo.
Tornammo in albergo, per tutto il tragitto gli lanciai qualche sguardo di nascosto, senza proferir parola, se non con le domande strettamente necessarie di Filippo.
Così vicini eppure così lontani, sembravamo perfetti sconosciuti, ognuno per i fatti propri, lui con Biondo ed Einar, io con Filippo e Carmen. L'unico contatto che avevamo era uno scambio di sguardi, un gesto così semplice e banale, eppure mi bastava, comunicavamo con lo sguardo.
Lo sguardo di chi tace, ma ha l'anima in fiamme. Quante cose avrei voluto chiedergli, quanto avrei voluto parlargli. Ma restavo lì, in silenzio, a fissarlo senza riuscire ad emettere un fiato, restavo a osservare i suoi movimenti, i suoi lineamenti. Forse non ero alla sua altezza e, probabilmente, non lo sarei mai stata.
Andai a letto e chiusi subito gli occhi per non dimenticare niente di tutto ciò che avevo provato, ricordando lui, il suo sguardo e il suo profumo.
Ben presto, però, mi abbandonai alle braccia di Morfeo, lasciando spazio ai sogni.

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Spazio autrice:

Ciao tesorini, mi avete lasciato con una bellissima sorpresa, più di 1K di visualizzazioni. Vi amo sappiatelo😍❤

·Parto col dirvi che potete insultarmi a causa dell'attesa, ma sappiate che ci tengo molto e curo ogni capitolo in ogni minimo dettaglio, controllando più volte il testo.🌹

·Ringrazio, ognuno di voi, ogni singolo lettore che si sta appassionando alla storia.🌹

·Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto.🌹

·Mi scuso per un eventuale presenza di errori.❄

»» ATTENZIONE ««
[per chi non volesse spoiler non legga]





Da questo momento in poi, ci saranno molte più scene tra Irama e Diletta.
Attimi, di eventuale dolcezza e avvicinamento.
Amicizia? Interesse? Amore?
Beh non vi resta scoprirlo continuando a leggere.🌹

[Piccolo Spoiler per farmi perdonare a causa dell'assenza]❤🌹




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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 29, 2018 ⏰

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