<<Prendete tutto: oro, statue, tutto!>> Briseide sentì questa voce possente riecheggiare nel tempio di Apollo. Ippodamia, figlia di Brise, chiamata appunto da tutti con il suo patronimico, come si faceva a quel tempo, si trovava nel tempio intenta a pregare il suo dio, ma quella voce potente la distrasse e la costrinse a guardarsi smarrita intorno, alla ricerca di un posto sicuro dove nascondersi.
<<Forza!>> tuonò ancora la voce <<prendi anche quella!>>.
Briseide si nascose frettolosamente dietro la statua di Apollo, dimenticando però un piccolo particolare, ovvero che i suoi fermagli d'oro nei capelli si trovavano precisamente sotto il tetto aperto del tempio.
Il possente Odisseo e i suoi guerrieri arrivarono nella sala e presero tutto l'oro ma, mentre stavano per uscire, all'eroe itacense non sfuggì il bagliore dei fermagli; subito si volse per andare a prendere anche quei gioielli, e lo stupore si dipinse sul suo volto quando vide la straordinaria bellezza di Briseide che, accovacciata ai piedi di Apollo, con gli occhi chiusi e le mani incrociate sul petto, mormorava una preghiera di salvezza che però non venne, a quanto pare, ascoltata.
L'eroe infatti si ricompose subito e tirò fuori la ragazza da lì dietro trascinandola per i lunghi e ricci capelli color ebano:
<<Che cosa credevi di fare? Di sfuggirci forse?>> ruggì contro di lei <<Non guardarmi negli occhi, donna!>> continuò quando lei alzò gli occhi verso di lui. La ragazza subito ricominciò a mormorare preghiere inutili tra sé e sé, rannicchiandosi al suolo. Senza altre parole Odisseo se la caricò sulle larghe spalle, incurante dei pugni leggeri che la ragazza gli sferrava sulla schiena massiccia, e la portò sul suo carro, dove la buttò a malo modo e dove salì anche lui. L'auriga subito schioccò la frusta e i cavalli partirono di gran carriera, portando via Briseide dal tempio; non avrebbe mai più la sua Lirnesso, la sua patria; non avrebbe mai più rivisto suo padre e sua madre, i suoi fratelli e le sue sorelle. Era consapevole di tutto ciò, probabilmente; non avrebbe mai pensato, però, che la sua vita avrebbe mai preso questo risvolto, d'altronde era solo una ragazzina.
Briseide pianse, rannicchiata sul fondo del carro, i capelli che si sporcavano di terra, le labbra rosee contratte in una smorfia:
<<Non l'avrete vinta>> disse con disprezzo a Odisseo, che la ignorò, degnandola però di un calcio forte alle costole. Lei gemette e continuò a piangere fino all'arrivo.
STAI LEGGENDO
Un passo indietro
Любовные романыUn guerriero. Una schiava. Una guerra. Due destini che si incrociano. Un avvenimento che cambierà la vita.