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Non ci potevo credere.

Non solo la parte "umana" del branco lo aveva accettato come se lo conoscessero da una vita, ma avevano accettato il suo invito a casa Mia per una partita alla play.

Così mi sono ritrovata alle nove di sera in stanza ad ascoltare loro dal piano di sotto giocare e scherzare come amici di vecchia data e come se non bastasse mio padre mi aveva tolto ogni incarico per "concentrarmi" sui non trasformati insieme a Rom.

Lo chiama Rom, io sono sconvolta.

"Non vale hai barato!" Sento dal salotto uno dei quattro ragazzi che sono venuti a giocare a casa Mia, no lo sottolineo perchè insomma lui qui è l'ospite e da parte mia anche indesiderato.

I miei in tutto ciò sono stati molto felici che "Rom" si sia ambientato così facilmente e che voglia instaurare un rapporto così stretto con i suoi allievi, a differenza mia.

Vorrei ricordare che sono Io la loro figlia.

Mi rigiro tra le coperte, ma un altro urlo mi fa sbuffare e così mi alzo e arrabbiata al massimo scendo le scale con solo la maglietta di mio padre che a malapena copre le mie chiappe, ma sai cosa? Chissenefrega.

Sono troppo incazzata.

Arrivo in salotto e trovo bottiglie di birra sparse sul tavolo, due ragazzi sul tappeto davanti alla tv e due sul divano, tra di loro lui...l'essere.

Faccio un ringhio che fa voltare tutti i ragazzi nella mia direzione e sobbalzare contemporaneamente, dato che i miei occhi sono passati dal mio verde mela al rosso scarlatto.


"Siete in casa Mia, sul Mio divano a giocare con la Mia play e va bene, ma abbassate sto cazzo di baccano. C'è chi vorebbe riposarsi!".


Vedo tutti abbasare la testa in una muta scusa, tutti tranne uno che mi guarda con un soppraciglio alzato e un sorriso beffardo.

Alzo un soppraciglio come sfida e vedendolo che sta per aprire la bocca alzo una mano a bloccarlo "No, non voglio sapere. Ne ho avuto abbastanza per oggi sia di te che della stronzata che sicuramente uscirà dalla tua bocca" e detto ciò mi volto a guardare i ragazzi che mi guardano divertiti.

Una volta sfogata la mia rabbia sorrido e chiedo "Volete dei pop corn?" Mi guardano e annuiscono.

Mi volto e vado spedita verso la cucina.

Sul comodino più alto ci sono i pop corn così mi allungo scoprendomi inevitabilmente di più le gambe fino al bordo delle mutandine in pizzo, ma come ho detto chissenefrega.

Sento qualcuno dalla cucina fischiare, mmm chissà perchè?

Verso su due ciotole il sacchetto di pop corn e torno in cucina mettendo una in mezzo per i ragazzi e una me la tengo per me.

Mi siedo sulla poltrona lasciatami libera da Davide, ovviamente l'essere non poteva alzare il suo sedere. Sbuffo.

Incrocio le gambe scoprendole ma in modo tale che non mi si veda l'intimo e sento il posto di fianco al mio muoversi e il peso spostarsi verso la mia direzione.

Lo sento avvicinarsi al mio orecchio ma faccio finta di niente guardando la gara di macchine in corso tra i due giocatori.

"Ti conviene coprirti se non vuoi che il mio primo vero insegnamento sia come cavare gli occhi del nemico" sorrido malefica.

Gli dà fastidio? Non pensavo che avrei avuto modo di vendicarmi così velocemente.

Senza dire niente faccio cadere apposta un pop corn sulla testa di Davide.

"Oh mio Dio, Davide perdonami." Dico togliendoglielo di dosso piegandomi in avanti e scoprendomi di più.

Ritorno nella mia posizione dritta divaricando leggermente le gambe in modo tale che noti i bordi in pizzo delle mutandine mentre si sta voltando.

"Ma fig..." deglutisce mentre io sorrido vedendo con la coda dell'occhio, l'essere stringere i pugni.

"Dicevo, figurati capita a tutti" "Sei così educato" gli dico sfiorandoli la guancia.

Ramon si alza di colpo, muscoli tesi braccia lungo i fianchi con i pugni stretti che mostrano le sue vene ingrossate.

Eccitante.

Basta non mi devo distrarre.

Mi guarda un secondo, ma poi presta l'attenzione a tutti i ragazzi "Fuori di qui. Il divertimento è finito. Ci vediamo domani all'allenamento." Dice "calmo", ma con un tono deciso.

Tutti i ragazzi si alzano e salutano velocemente per poi sparire dalla mia vista.

Ma cosa è appena successo?

Non ho nemmeno il tempo di guardarlo che vengo presa a sacco di patate e trascinate verso il piano di sopra.

Sto per urlare, quando però penso ai miei al piano di sotto che possono sentirci così mi trattengo e aspetto che mi porti in una stanza di sopra che sono tutte insonorizzate.

Vedo che non va ne nella mia ne nella sua stanza, ma dritto verso....il bagno.

Non vuole fare quello che penso voglia fare.

Apre la porta del bagno del piano e se la chiude alla spalle e finalmente posso urlare la mia frustrazione.

"Ma che cavolo di problema hai?! Portarmi in questo modo e in più vedendo così le mie mutande? Ma che ti dice il cervello?!"

Mi guarda furioso, siamo in due bello.

"A te cosa salta per la testa? Mostrare così le tue mutande, comportarti da gatta morta come se niente fosse con quei ragazzi, ma che dice il cervello a te?! Se ci tenevi tanto a non mostrare le tue mutande..." e scimmietta la mia voce "Non lo avresti fatto!" "Ma come osi?!"... e  gli dò una spinta sul petto che però non lo smuove dato che la mia lupa non mi sta aiutando con la forza in questo momento.


Si avvicina e mi prende da sotto le ascelle per poi gettarmi dentro la doccia...
"Oh non oserai..." ma neanche il tempo di finire la frase che un getto d'acqua gelida mi colpisce addosso facendomi rabbrividire e appiccicare il tessuto della maglietta bianca al mio corpo e mostrando così il mio intimo.


Inizio ad urlare e spengo il getto.


La sua risata non fa altro che irritarmi ancora di più.

"Oh lo trovi divertente" dico battendo i denti per il freddo

"Oh molto, raffreddati i bollenti spiriti?" E ricomincia a ridere.

Sto per ucciderlo verbalmente quando un idea geniale mi colpisce.

Allora faccio un broncio e inizio a piangere, lacrime finte ovviamente.

"Non ca-pisco pe-rchè s-ei cos-ì crude-le co-n m-e" dico singhiozzando tra una parole e l'altra.

Lui blocca le sue risa di colpo e inzia ad avvicinarsi.

"Senti scusami fose ho esage..." ma appena lo vedo alla distanza giusta lo agguanto per la mano trascinandolo dentro con me, per poi uscire velocemente dato che non ha ancora realizzato cosa è appena successo.

Una volta fuori dalla doccia chiudo le porte non prima di aver aperto il getto d'acqua fredda.

"SAAARAAAA" lo sento urlare e poi rabbrividendo spegne il getto alzandosi.


"Chi di spada ferisce, di spada perisce, non provocare mai una Lupa soprattutto se è un Alpha, ricordatelo...principessa."

E detto ciò esco dal bagno inzuppata fradicia con in sottofondo la sua voce che mi urla vendetta.

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Ciao bimbi😘miracolosamente sono riuscita ad aggiornare spero che ne siate felici.
Aspetto i vostri commenti.

SaraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora