два - due

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I passi sono sempre più vicini ed inizio a mordermi l'interno guancia freneticamente

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I passi sono sempre più vicini ed inizio a mordermi l'interno guancia freneticamente.

Afferro il primo oggetto che mi capita tra le mani, quando i passi si fermano.
Serro la mascella in attesa, sento la tensione stringermi le spalle e il timore farsi spazio nella mente.
Non ho la più pallida idea di chi possa essere. Questo mi sembra un condominio sicuro, ma se non vivi nel pieno centro o in una villetta iper controllata, non sei mai realmente al sicuro a San Pietroburgo.

Mi nascondo dietro la libreria senza fiatare, quando i passi ricominciano e sono sempre piú distinti, tagliano il silenzio come un coltello ed è tutto quel che sento ora. Sono pronta a saltare addosso a chiunque tenti di attaccarmi e stringo le dita attorno all'oggetto in mano per scaricare la tensione.

Finalmente la figura che ho atteso di vedere è ora in salotto, e la riconosco chiaramente.

Ricomincio a respirare e i muscoli si sciolgono velocemente.

«Amelia?! Cosa diavolo ci fai con quella cornice in mano? Sembra tu abbia visto un fantasma!» Åstrid, sgrana gli occhi appena mi vede e gesticola indicando l'oggetto nella mia mano destra, sembra spaventata.

Mi volto ad osservare anche io la cornice stretta tra le mie dita e, alzando un sopracciglio, la poso nuovamente sullo scaffale.
Seriamente avrei spaccato il culo a qualcuno con una cornice?
Credo di dover controllare la prossima volta che scelgo la mia arma da combattimento, anche se potrei fare fuori qualcuno anche con un cucchiaio

«Cosa ci fai qui? Il tuo turno iniziava alle diciotto e trenta, eppure sono le diciannove passate» Le domando sfilandomi il cappotto.

Åstrid è qualche anno piú grande di me, viene da Oslo, in Norvegia, ed è la mia coinquilina da circa un paio di anni. Lavora come infermiera al pronto soccorso, per questo non ci vediamo spesso: ha orari abbastanza stravaganti.
Solitamente quando torno a casa non la trovo mai qui, tranne rarissime eccezioni.

«Si beh, hai presente che ho finito il turno di ieri alle tredici di oggi pomeriggio?» La ragazza castana volteggia indossando il cappotto lungo e color rosa cipria «Mi sono svegliata esattamente mezz'ora fa» si abbottona l'indumento velocemente ed afferra la borsa «Che cosa hai combinato alla tua camicetta?» mi chiede aggrottando la fronte e spostando lo sguardo sulla chiazza marrone di caffè.

«Ti spiegheró quando ci sarà tempo» Alzo gli occhi al cielo e sbuffo ricordando il fantastico momento dell'accaduto, sentendo una punta di fastidio pizzicare gioiosamente.

Lei si limita ad annuire e si dirige verso la porta per poi rivolgermi un ultimo sguardo afferrando la maniglia. «Quasi dimenticavo: buon compleanno, Amelia»

Operazione V.O.D.K.A.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora