IV

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Apro gli occhi non appena i primi raggi del sole colpiscono il mio viso. Noto come prima cosa che Isabelle, durante la notte, si è sistemata tra le mie braccia, riuscendo addirittura a non svegliarmi. Un mio braccio è bloccato sotto il suo corpo, così con l'altro afferro dopo svariati tentativi l'orologio e mi accorgo che in realtà è ancora presto: sono le sei in punto.

Ritorno alla mia posizione iniziale, poggiando prima delicatamente l'orologio al suo posto, e mi soffermo a guardare Isabelle. I suoi capelli hanno sicuramente visto giorni migliori, ma d'altronde anche i miei, per cui mi scappa una risata silenziosa. Forse non tanto silenziosa dopo aver notato lo sbadiglio di Izzy – Sonno leggero, eh? – dico scherzosamente.

– Leggerissimo – risponde, ancora con gli occhi chiusi.

Fisso quel suo neo appena sopra le labbra che, secondo me, da quel tocco in più al suo viso.

– Che c'è, sono per caso sporca? – alza un sopracciglio.

– No, no – rido leggermente – stavo guardando il tuo neo.

Porto un dito vicino la sua bocca, indicando il suddetto punto e poi sfiorandolo appena.

Non risponde, sorride solamente e a me va bene così.

– Che ore sono? – domanda.

– Sono le sei.

Passa una mano fra i capelli – Mh. Gli allenamenti dovrebbero iniziare alle otto, se non sbaglio.

– Non sbagli.

– Già, non sbaglio mai – continua lei con tono sarcastico.

– Vai convinta – rispondo stando al suo gioco.

– Ad esempio – si ferma a riflettere un attimo – non ho sbagliato a scegliere la mia parabatai.

Fingo di essere sorpresa – E chi sarebbe, questa tua parabatai?

– La mia Clary.

Le sorrido, forse troppo, ma non riesco a trattenermi.

– Non penso di conoscerla – continuo io, scherzando – ma so che è davvero fortunata.

– Perché? – ribatte.

– Perché sei speciale – ci guardiamo, adesso con serietà – tu sei tu, Isabelle. E non cambierei nulla di te.

– Proprio nulla?

– Proprio nulla – confermo.

Mi sento bene quando sono con te. Tu mi fai stare bene.

Attimi di silenzio interminabili, infiniti. Si gira a fissare il soffitto, interrompendo così quel contatto tra di noi, incrocia le braccia dietro la testa e ancora silenzio. Mi rivolge poi un sorriso – Ho fame. Andiamo a fare colazione?

– Va bene – mi alzo dal letto – vado a cambiarmi, ci vediamo lì.

– Chi arriva ultima è una polla.

Scuoto leggermente la testa e alzo una mano per salutarla, mi dirigo poi in camera mia.

Entro in bagno e apro il getto d'acqua della doccia, per far sì che si riscaldi un po'. Intanto mi sistemo un po' i capelli e quelle ciocche disordinate qua e là; sciacquo la faccia e mi faccio una coda alta. Entro in doccia notando con piacere che l'acqua è calda al punto giusto e inizio ad insaponarmi.

Nel mentre penso a Jace, penso che in realtà mi mancano i nostri momenti, mi manca stare con lui, mi manca lui e basta. Forse non riesco ancora ad accettare questa situazione, situazione in cui mi trovo per la prima volta in vita mia e per questo sono abbastanza impreparata. Una cosa che credo di aver capito è che ci sono momenti in cui penso a Jace davvero troppo, e momenti in cui lo dimentico completamente.
Penso che la soluzione migliore sia trovare qualcosa o, meglio, qualcuno che riesca a portare i miei pensieri altrove, magari lontano dalla sofferenza. Perché alla fine sono davvero stanca di sentirmi così, di dover combattere contro qualcosa nonostante io sappia che riceverò una sconfitta. Desidero qualcuno che mi aiuti a raggiungere una vittoria, insieme.

Esco dalla doccia, luogo perfetto per riflettere direi, mi asciugo velocemente e indosso dei vestiti puliti. Nulla di così elegante, tanto mi dovrò solamente allenare. Mi dirigo poi fuori dalla camera, in corridoio, e la prima cosa o, meglio, persona che vedo in lontananza e di fronte a me è Isabelle.
Spalanco leggermente la bocca, anzi, sembra che le mie labbra si muovano da sole, indipendentemente dalla mia volontà.

Indossa dei pantaloni in pelle abbastanza aderenti, un top un po' scollato (forse un po' troppo) e regge in mano la sua frusta elettrica.

Per l'Angelo, la mia mente sta vagando altrove in una maniera che non avrei mai immaginato.

Ora che la sua figura si è avvicinata un po' di più, posso notare meglio l'eyeliner perfetto sui suoi occhi e il rossetto rosso fuoco sulle sue labbra che non smetto di guardare.

– Hey, Clary – le sue labbra si muovono fino a formare il sorriso più bello che abbia mai visto.

Ma i miei pensieri vengono definitivamente interrotti dalla mano che Isabelle sventola davanti al mio viso.

– Chiudi la bocca, o ti entrano le mosche!

Finalmente ritorno alla realtà e sbatto velocemente gli occhi, balbettando qualcosa di incomprensibile. Ma cosa mi è successo?

– Oh, ehm guarda, io... cioè niente, senti Isabel- porta un dito sulle mie labbra e corruga la fronte sorridendo
– Stai tranquilla.

Faccio questo effetto, lo so.

– Ok – divento leggermente fredda – Andiamo?

Mi fissa seria – Andiamo.

My Mystery {Clizzy}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora