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-With Sabo-

Non ho compassione per coloro che non sono abbastanza forti da strappare da soli le catene che li tengono imprigionati. Chi è troppo debole per sopravvivere a questo mondo, non dovrebbe fare altro che accettare la morte come unica liberazione dalle proprie sofferenze.  

-With Bonney-

Sa che da qualche parte dentro di lei, sotto il freddo metallo di cui si è volutamente ricoperta, esiste un qualcosa capace di entrare in sintonia col prossimo, ma vive in una profondità così recondita che solo provare a raggiungerla è come riaprire un milione di ferite tutte in una volta.
Così semplicemente lascia andare via la supernova dai capelli rosa, osservandone le spalle allontanarsi, portando via con sè il peso delle sue stesse parole.
Si Kidda ce l'aveva fatta... ma a quale prezzo? La libertà era valsa quel cuore di ferro e quella rabbia che se la stava mangiando viva?
Non ne era del tutto sicura, ma se si fosse fermata a pensarci, avrebbe finito col sanguinare di nuovo.
Per questo chiude nuovamente quella porta che nessuno avrebbe mai dovuto vedere, contando nel silenzio tacitamente promesso dalla compagna pirata.
Una cosa però è certa... quella donna enigmatica a cui non è riuscita nemmeno a dire una parola, si è guadagnata il rispetto della belva scarlatta.  

-With Sabo-

 Avrebbe preferito un milione di volte essere fraintesa e giudicata la peggiore, piuttosto che sentirsi vulnerabile. Non poteva permettersi di lasciare scoperte debolezze che gli altri avrebbero potuto sfruttare per distruggerla. Non lo avrebbe mai più permesso.

-With Thatch-
 
Charme di donna? Lei non crede di possederla nemmeno una cosa simile.

-With Sabo, Law ed Ann-

*Un ghigno belluino solcò le labbra dipinte di rossetto, mentre lo sguardo ambrato si accendeva di quella che era evidente eccitazione. Scavalcò il bancone dietro il quale era stata in disparte tutta la sera e superò tutti coloro che si erano posti in guardia e pronti all'azione.*

Levatevi dai piedi, mezze seghe.

*A riprova delle sue stesse parole fece vibrare il metallo delle armi di tutti i presenti.*
Non costringetemi a disarmarvi tutti quanti per farvi stare buoni. Se c'è un nemico voglio battermi io per prima.

-With Sabo-

Ma io sono stata affamata troppo tempo per potermi accontentare delle briciole. Adesso o tutto o niente. 

-With Ann-

Eustass Kidda viveva. Viveva ogni cosa al mille per mille, con la passionalità di chi vuole prendere il mondo a morsi e non rimpiangere più nessun attimo.
Eustass Kidda prendeva, distruggeva, amava, odiava, e lo faceva con orgoglio e forza. Era un puro moto ondoso, selvaggio, tanto imprevedibile che perfino lei stessa a volte non si comprendeva. Però proprio per questo era viva nel senso più viscerale possibile.  

-With Jack-

  Se non fossi stata in catene, Jack, non avresti avuto alcuna speranza di colpirmi. Nemmeno per sbaglio.

<Ma tu sei in catene, Eustass. E io sono il tuo carnefice.>

Ancora per poco. E quando sarò libera le pagherai tutte. A meno che tu non abbia le palle per concedermi una sfida vera ad armi pari, togliendomi adesso le catene.

<Ti sembro stupido, Eustass? Non ti libererò dal kairoseki in un luogo pieno di metallo. >

Ma tu sei stupido Jack, è diverso. Sei stupido perchè ti sei inimicato Eustass Kidda. E questo ti costerà la vita un giorno.

*A frenare le insolenti parole della capita giunse l'ennesima frustata, il cui impatto le lacerò le carni già provate e dilaniate. Liquido cremisi scivolò a imbrattarle la schiena devastata, e un rantolo simile al respiro che si arresta sfuggì alle labbra emaciate della rossa.*

Metto in conto anche questa, Jack.

-With Sabo-

 Se mollassi, non avrei più la forza e il coraggio di guardami allo specchio. Tuttavia se qualcuno mi perdonasse per la mia debolezza, forse potrei arrendermi davvero.

-With Sabo-

 Eppure Kidda non faceva nulla in maniera silenziosa.
Che fosse una risata, che fosse un pianto, che fosse un urlo di rabbia o di guerra, che fosse una promessa, Kidda compiva ogni passo della sua vita facendo rumore, senza nascondere mai nulla di sè anche se spesso ciò che mostrava era solo fango. Questa era la sua essenza nel bene o nel male: viveva la vita al massimo del volume per farsi sentire, per emergere, o semplicemente perchè lei era proprio quella vita dirompente che si abbatteva sul mondo sotto forma di tuono e tempesta. Era irruenta in ogni suo respiro e non si tratteneva mai, mai per nessuna ragione, a meno che non fosse il suo orgoglio a richiedere il silenzio, come quando i torturatori di Kaido facevano di tutto per farla gridare, e lei invece si rifiutava di farlo per non dargli alcuna soddisfazione.
Ed invece ora da lei proviene solo silenzio, lei che il silenzio lo detesta.  

-With Reiju-

  Adesso parliamo seriamente Vinsmoke Reiju.
*La voce della belva si fece stranamente gelida, misurata, come di rado capitava. Kidda viveva di pura rabbia bruciante, sempre, ogni minuto di ogni giorno, ma quando questa raggiungeva l'apice, il punto di non ritorno, allora si tramutava in un gelido inverno più letale di qualsiasi altra cosa.*
Vuoi trattare con questa pirata? Allora offrimi l'unica cosa che vale più della vita di Basil. Offrimi le tue truppe contro Kaido, ed io ti darò il Mago.
Questo è l'unico accordo che sono disposta ad accettare.
*Fece un passo avanti, mentre con le dita della mano metallica artigliava il bel viso delicato della giovane donna, avvicinandola al proprio, occhi negli occhi mentre i loro respiri si mescolavano, affinchè il sussurro ferino della capitana potesse essere udito solo dalla sua interlocutrice.*
Se questo accordo invece non ti va bene allora vattene per la tua strada ed arrangiati. Ma se succederà qualcosa alla locanda, se vi sarà un solo singolo incidente che potrà essere ricondotto a te, sappi che questo mondo non sarà abbastanza vasto da nasconderti alla mia ira.
Non giocare con me principessa.
Io non sono una dei pirati buoni, io se voglio, posso danzare con i demoni.  

-With Whitey Bay-

*Per prima cosa chiuse gli occhi e provò semplicemente a sentire, proprio come Ann le aveva insegnato.
Il metallo cui lei si aggrappava non era vitale e caldo come il fuoco della corvina, o come un qualsiasi altro elemento, ma era invece freddo ed immoto. Ciononostante Kidda aveva imparato che anche quel materiale privo di vita risiedeva in molti luoghi, fin nelle profondità della terra, e che poteva essere tessuto come fili di seta, sebbene fosse in realtà resistente e all'apparenza non malleabile. E fu a quella rete che la donna si aggrappò, prendendo ciò che la rendeva una calamita umana come dicevano molti e portandolo fuori dal suo essere.
Scariche violacee sibilarono attorno alle sue mani mentre il campo magnetico si espandeva da lei, dal suo piccolo io, a ciò che la circondava.
Fu come un'onda d'urto che si espandeva, una cupola invisibile che faceva tremare il metallo attorno a lei e che avrebbe mandato in totale black out ogni strumento di navigazione.
Kidda non poteva mirare a qualcosa di preciso, perciò spero di fare meno danni possibili a chi non era destinato a quell'attacco.*  

-With Bibi-

Quasi quasi sento la mancanza degli allenamenti che attentavano alla mia vita a cui mi ha sottoposto Ann, il che la dice lunga sul mio grado di noia...
*Rotea di nuovo sullo sgabello e torna a fissare Bibi.*
Posso fare una rissa col tuo esercito?  

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