Before we were Pirates

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<Lo hai dimenticato?>
<Che cosa?>
<Niente... lascia stare.>
Ma un sorriso di chi sa compare sulle labbra di Kidda, che prontamente afferra il suo vice per l'orlo inferiore della maglia e lo butta a terra salendogli sulla schiena.
<Stupido... io ricordo tutto.>

A quel tempo Killer imparava a leggere e scrivere perchè Kidda aveva deciso che uno dei due doveva essere intelligente, mentre lei si impegnava a procurargli i soldi per la scuola con furtarelli e riparazioni. Aveva sempre avuto interesse per le ferraglie arrugginite ed anche un ingegnoso talento, ma per una bambina sporca e denutrita i mastri carpentieri e i meccanici non mostravano interesse.
Fu in quel periodo che Kidda decise di tagliarsi i capelli e farsi passare per un maschio. A quell'età bastava poco, non vi erano curve a tradirla, e bastava camuffare lievemente la voce per riuscire nel suo intento.
Grazie a quello stratagemma la bimba dai capelli scarlatti riuscì a farsi accettare come apprendista in una rimessa del porto dove omoni corpulenti riparavano le grandi navi che attraccavano al porto.
Crebbe così tra il sudore della fatica, il fumo di sigaro e il grasso delle lamiere. Crebbe forte, crebbe sicura, sempre più determinata.
Ma crebbe anche col sorriso sulle labbra: le piaceva il lavoro manuale, le dava soddisfazione, e quando era stanca, quando per la sua tenera età i lavoratori più grandi le permettevano di posare più a lungo, andava a sedersi sulla battigia e guardava l'orizzonte, perdendosi nelle sue fantasie sul futuro, quando sarebbe diventata regina dei pirati.
E non le importava deglis guardi dei marinai che vedevano solo una stracciona, ne le importava di quei nobili che per pulirsi la coscienza le gettavano a terra qualche moneta come se avessero davanti una mendicante. Quelle monete puntualmente finivano in mare. Lei la carità non la voleva, soprattutto da quei porci.
Ma mentre lei cresceva nella sua determinazione e nella sua ostinazione, Killer soffriva.
Soffriva nel vedere le sue belle mani pallide riempisi di calli, soffriva nel vedere le sue braccia esili divenire muscolose e forti, come se dovesse prepararasi a reggere il peso del mondo, soffriva nel vivere alle sue spalle.
Tuttavia lei era inamovibile.
<Quando prenderemo il mare come faremo se io nessuno dei due sta tenere in mano una cartina? Tu sei più intelligente di me Killer, e hai un carattere migliore. E poi cosa credi che non ti veda come sorridi quando mi leggi i tuoi noiosi libri? Va bene così!>
Era già capitana all'epoca Kidda, capitana di loro due gattini randagi.
Ma Killer voleva sdebitarsi in tutti i modi possibili.
Fu allora che commise il suo primo furto.
Un nobile al porto, ammantato nella sua opulenza, aveva deciso di sbandierare a tutti che sulla sua nave si celava uno dei famigerati frutti del Diavolo, ed in esso il bimbo dai capelli biondi vide l'opportunità di sdebitarsi con quella sorella che il mondo gli aveva regalato.
Quell'impresa gli richiese due interi giorni, parecchi lividi, un paio di costole incrinate e un braccio rotto, più una ramanzina infinita da parte della rossa che si era spaventata da morire nel vederlo arrivare così conciato.
Quella fu la prima volta che la vide piangere. Quella fu la prima volta che qualcuno le donò qualcosa.
Quello fu il momento in cui entrambi seppero che qualsiasi cosa fosse successa non si sarebbero mai separati.
Quello fu il momento in cui il futuro massacratore ripagò il suo debito, così da poter stare al fianco della sua futura capitana solo perchè lo desiderava e non solo per riconoscenza.
Poteva forse Kidda dimenticare un momento del genere?

<Mi dispiace... di non averti procurato un rogia...>
Kidda non vuole nemmeno sentire una cosa del genere però, e gli salta ancora sulla schiena, facendogli emettere uno sbuffo assurdo, come il rumore di quei giocattoli gonfi che squittiscono quando si fa uscire l'aria da loro.
<Scemo. Il mio frutto è il più perfetto di tutti.>
E Kidda lo sa che sotto quella maschera, il fratello che il mondo le ha ridato, sta sorridendo, proprio come aveva sorriso allora nel porgerle il suo regalo.
Orgoglioso, fiducioso e felice.

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