Il Cacciatore e la Strega

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Il respiro cominciava a mancarmi mentre cercavo di nascondermi dietro ad un albero. I loro passi erano sempre più vicini così ripresi a correre, dovevo arrivare al confine e solo in quel momento potevo ritenermi salva.Schivando alberi, saltando tronchi riuscii a intravedere la cascata,dietro di essa c'era un altro mondo ma proprio in quel momento arrivò lui bloccandomi il passaggio. Era lì, davanti ai miei occhi, il mio cuore in quell'istante cominciò a battere ma non era paura, era una sensazione diversa.

«Lasciami andare e nessuno si farà del male!» dissi cercando di sembrare più cattiva di quello che ero.

«Ahahahaha» rideva mentre scendeva dal suo cavallo bianco.

«Cosa ti fa credere che ti lascerò andare così facilmente? Ti ho trovata e ora sei mia, Strega!» sul suo volto comparve un ghigno malizioso così ricambiai con un sorriso, di solito queste situazioni suscitano disgusto nelle persone ma, al contrario di loro, mi inebriava parecchio.

All'improvviso cominciò a piovere, l'aria si faceva più umida e le prime pozzanghere cominciavano a crearsi, era tutto perfetto.

«Ti trovi in una posizione scomoda, Cacciatore!» lo guardai negli occhi cercando di penetrarli.

«Non mi lascerò incantare da te, Emy!» disse distogliendo il suo sguardo dal mio.

«Non hai il permesso di chiamarmi per nome Cacciatore!!» gli ringhiai contro, odiavo essere chiamata per nome da lui.

«Non fare la preziosa, EMY!» disse ridendo, era ovvio che mi provocava ma aveva appena fatto l'errore più grosso della sua vita. Abbassai la testa e strinsi i pugni fino a sentire le unghie che sbattevano sul palmo della mano.

«Un consiglio Cacciatore, mai e ripeto MAI far arrabbiare una strega!»rialzai lo sguardo, le pupille erano sparite avevo gli occhi freddi e spenti. Lentamente alzai la mano e la rivolsi verso la pozzanghera più vicina a lui, gli occhi si illuminarono e subito dopo dall'acqua comparve un tentacolo che, silenziosamente, si avvicinò al suo collo. Il tentacolo fatto d'acqua cominciò a stringerlo, più lui si dimenava cercando di liberarsi più lo stringeva, era tutto inutile nessuno poteva liberarsi dalla mia magia. 

Una voce, delicata come la seta, improvvisamente mi fece risvegliare dall'abisso in cui ero caduta.

«Emy lascialo andare, non farlo!» sentire quella voce mi fece ritornare in me, era l'unica in grado di calmare il mio vero potere. I miei occhi ripresero il loro colore, il tentacolo piano piano lasciò la gola del Cacciatore fino a scomparire nella pozzanghera. La mia migliore amica si avvicinò dandomi un bacio sulla guancia, quando ero nei guai lei era sempre al mio fianco ad aiutarmi, l'ammiravo per questo.

Il cacciatore cadde per terra cercando di riacquistare il fiato, poi alzò lo sguardo e lo posò su di me, mi sentii sciogliere.

«Maledetta strega, ci rivedremo presto!» con un fischio richiamò il suo cavallo e, non appena sparì tra gli alberi, tirai un sospiro di sollievo.

«Oh Emy ti cacci sempre nei guai!» disse Nana portando le braccia al petto.

«Quando lo vedo perdo la testa, lo sai!» dissi sbuffando.

«Devi stargli lontana Emy. Ti farai solo del male!» Nana s'incamminò verso la cascata aprendola in due con uno schiocco di dita.

«Ci proverò ma non ti prometto nulla!» gli feci una linguaccia e corsi via.

La mia casa si trovava lontano dal villaggio, vivevo sola da quasi un anno e a me andava bene così, mi bastava la compagnia di Nana, un folletto buffo e allegro, e del mio adorato gatto nero.

Ormai era notte fonda quando dei rumori, o meglio dei lamenti, interruppero il mio sonno. Uscii fuori per controllare se ci fosse qualcuno ma trovai Nana tremante nascosta dietro a un cespuglio.

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