Il cuore che brucia

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Bruciava tutto.

I miei libri, i miei peluche, le tende rosse con i petali bianchi anche il letto dove fino a poco fa dormivo tranquillamente. Sentivo i pianti disperati di mia sorella mentre stritolava tra le sue braccia la bambola che le avevo regalato per il suo terzo compleanno. Le fiamme cominciavano a propagarsi velocemente su tutta la stanza, non riuscivo a parlare, non riuscivo a muovermi ero terrorizzata, la paura mi aveva pietrificata.

La porta si spalancò all'improvviso e una figura che conoscevo benissimo cominciò ad urlare:

«Elena..Sara..» subito dopo il buio.

QUALCHE ORA PRIMA..


«Finalmente la lezione di danza anche oggi è finita!» dissi alla mia migliore amica.

«Anche se più tardi del solito» rispose ridendo.

Tornando verso casa notai una macchina ferma nel vialetto, c'era un uomo al volante che indossava occhiali scuri e una donna molto elegante nei sedili posteriori.

Avvicinandomi alla porta, senza distogliere lo sguardo dalla macchina, sentii qualcuno discutere.

«La prego, mi creda non è come sembra..» la voce era disperata e un forte tonfo fece calare il silenzio.

Il mio cuore cominciò a palpitare, avevo paura, la porta si aprì bruscamente rischiando di farmi cadere dalle scale, un uomo burbero uscì subito dopo. Era alto e robusto, portava degli enormi occhiali scuri sopra la sua testa pelata, agitava le mani minacciosamente:

«Non la passerai liscia Robert, me la pagherà!» entrò in macchina e sparì nel buio.

Il mio sguardo venne catturato dal sangue che gocciolava dal naso di mio padre mentre se ne stava con le ginocchia per terra.

«Papà..!» corsi da lui in lacrime, presi un fazzoletto che avevo in tasca e cercai di tamponare la ferita.

«Cos'è successo papà? E chi erano quelle persone?» ero preoccupata, sconvolta e avevo una brutta sensazione.

«Tranquilla Sara va tutto bene, vai a lavarti le mani e chiama tua sorella è pronta la cena!» le sue morbide mani mi presero il volto, mia madre aveva un sorriso maledettamente rassicurante tanto da farmi sparire ogni timore dalla testa, ricambiai il sorriso e corsi di sopra a cercare la mia sorellina. Mia madre è sempre stata una persona molto tranquilla cercava di cogliere sempre il meglio dalle persone, non si lasciava ingannare facilmente, era testarda ma allo stesso tempo aveva un cuore immenso. Non riuscivo a capire come facesse ad amare mio padre così intensamente nonostante i guai che ci faceva passare, lo seguiva in tutto e lo proteggeva da ogni cosa ma questa volta credo avesse superato il limite.

Entrata in stanza sentii dei singhiozzi provenire da dentro l'armadio. Mia sorella era una bambina molto dolce e anche molto fifona, non mi sorprendevano più i suoi nascondigli.

«Dai Elena esci fuori di lì..» ma non ricevetti nessuna risposta così optai per il suo punto debole «..ho portato le caramelle che ti piacciono tanto!» sorrisi nel sentirla un'istante dopo alle mie spalle cercando di attirare la mia attenzione strattonandomi la gonna.

Con i suoi occhioni gonfi e umidi si capiva quanto aveva pianto, mi faceva tenerezza. La presi tra le mie braccia e la coccolai un po'.

«Shala?» la sua vocina così delicata mi faceva sciogliere ogni volta.

«Dimmi Ele..» le risposi mentre le aprivo una caramella.

«Ho avuto tanta paura..c'era un signore brutto e grosso, urlava e picchiava papà..» la sua espressione ritornò ad essere triste.

«Tranquilla..» dissi mentre le accarezzavo la testa «..adesso ci sono io con te!» si lanciò portando le sue braccia intorno al mio collo.

Cenammo in tranquillità, l'episodio di poco fa era solo un ricordo lontano, ormai eravamo tornati ad essere una famiglia felice e spensierata.

Era notte fonda e delle voci in sottofondo spezzarono i miei sogni, scesi dal letto e cercai di guardare fuori ma era talmente buio che non riuscivo a vedere nulla.

All'improvviso cominciai a sentire uno strano odore, forte, soffocante, non ebbi il tempo necessario per rendermi conto cosa stava accadendo che in un attimo ogni cosa presente nella mia camera prese fuoco.

Udivo le grida disperate di mia sorella, sentivo il vetro rompersi, i miei occhi si gonfiarono di lacrime e di terrore. Avevo paura.

Mi lasciai cadere con le ginocchia per terra, disperata ma ecco che nel buio più totale una luce si fece strada nella mia camera.

«Elena..Sara..!» sentire quella voce mi fece esplodere il cuore di gioia.

Mia madre prese con se Elena stringendola al suo petto, poi venne verso di me e mi accarezzò il viso. Le sue mani tremavano eppure nel suo sguardo ci trovai sicurezza, il mio punto di riferimento era in piedi a lottare per salvarci e sentivo di dover fare la stessa cosa. Mi alzai tossendo,ormai il fuoco era ovunque respiravamo a malapena, presi la mano di mia madre e la trascinai fuori di lì. Provammo a scendere le scale ma in un attimo crollarono, ci girammo intorno e sentimmo la voce di mio padre chiamarci. Continuavo a stringere la mano di mia madre, volevo trasmettere le stesse emozioni che lei mi infondeva.

Forse era stata colpa del mio ottimismo, del mio coraggio, della mia disattenzione o dell'amore che provavo per mia madre e mia sorella a spingermi a fare qualcosa di inaspettato. Ci incamminammo verso la camera da letto, lasciai andare avanti mia madre con in braccio Elena ancora in lacrime, alzai lo sguardo e vidi cadere proprio sopra di loro un grosso pezzo di tetto.Senza pensarci mi lanciai verso di loro, le spinsi appena in tempo prima che il grosso pezzo di muro le colpisse. Il volto disperato di mia madre non lo dimenticherò mai, per la prima volta la vidi piangere, mi sentivo opprimere come se qualcosa di grosso mi schiacciasse ma allo stesso tempo mi sentivo vuota.

Girai la testa e vidi il corpo di mia sorella inerme distesa sul pavimento, cercai di alzarmi ma non ci riuscii, volevo urlare ma qualcosa sembrava soffocarmi, subito dopo altri tonfi e delle grida soffocate mi sembrava di udire. Ricordo il suono delle sirene, erano una due o anche tre subito dopo il buio.


•Volevo ringraziare tutti coloro che leggeranno questa storia. Fatemi sapere se vi piace commentando!!😊•

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