CAPITOLO 2

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"Liz mi prendi in collo?" Chiede Lea facendomi il labbruccio.
Certe volte è insopportabile, ma quando comincia a fare in questo modo, in un certo senso è adorabile, e non puoi fare a meno di scioglierti.
Una volta presa in collo, chiedo ai miei, quando distante sia la casa.
"Ci siamo quasi, basta voltare l'angolo e ci siamo" risponde mio padre.
Dopo nemmeno 2 minuti, ci ritroviamo tutti davanti ad un enorme casa, successivamente mio padre prende le chiavi e le inserisce all'interno della serratura, aprendo il portone.
"Wow" esce solo questo dalle mie labbra, un solo e semplice 'wow'.
La casa è molto grande, ed è arredata molto bene, le pareti sono di un color bejolino, ed intravedo delle scale che portano ad un piano superiore, salgo e giungo in una stanza, che presumo sarà la mia camera, dove accanto vi è il bagno.
Sento dei passi venire verso di me, è mia madre , con le valige...
"Ehi, Liz.."
La guardo, ma non le rivolgo parola, è colpa sua e di mio padre se ora mi sono allontanata da tutti, senza un motivo valido.
Scendo le scale e mi avvicino a Lea chiedendole se più tardi le sarebbe piaciuto andare fuori a fare qualche giretto.
Per quanto possa essere stanca, non mi va di stare qui ed ovviamente le strade non le conosco, ma vorrei solamente ambientarmi un po', e liberare la mente.
"Sii, voglio far vedere la nuova città anche a Bongo"Risponde battendo le mani.
Bongo è il suo pupazzetto e dovete sapere che è molto legata a quel peluche, mi ricordo che glielo regalai per il suo compleanno, e se ne innamorò immediatamente, ora lo considera come il suo migliore amico.
"No,  voi non andate da nessuna parte!" Sento pronunciare da mio padre, insieme a mia madre.
"Adesso mi vietate pure di fare qualche giratina ? Non vi è già bastato quello che mi avete fatto?"
Detto questo prendo per mano Lea, e ci dirigiamo in camera nostra, e stanche dal viaggio finiamo per addormentarci.
Mi sveglio con un grande fracasso che proviene dalla cucina, sono mia madre e mio padre che stanno discutendo, ma non riesco a capire quale sia il motivo del litigio il quale finisce con una frase del genere ..."dobbiamo stare attenti".
Pochi secondi dopo anche gli occhioni di Lea si aprono, mi avvicino e le pongo sulla sua paffutissima guancia un grande bacio.
Dopo pochi minuti ci prepariamo per fare la nostra passeggiata, ed una volta pronte, scendiamo le scale, Lea saluta mamma e papà, mentre io mi limito a dire che saremmo tornate presto.
Apro la porta e ci allontaniamo dall'enorme casa, che fin ora sembra essere l'unica cosa positiva.
Successivamente, metto il navigatore nel telefono, per poter raggiungere il mare, non è molto distante per fortuna, così io e Lea ci mettiamo in viaggio.
Ad entrambe piace molto, io sopratutto adoro sentire la sabbia sotto i miei piedi, e specialmente udire il rumore delle onde, che provocano in me, un senso di relax.
Siamo quasi arrivate, non vedo l'ora di farmi una passeggiatina in riva al mare.
In lontananza vedo un gruppetto di persone, e Lea sta correndo verso di loro, non ne capisco il motivo, ma mia sorella sta correndo troppo veloce, cerco di raggiungerla gridandole:" Lea perché stai correndo, fermati ti prego!"
Non mi risponde, sento solo che sta piangendo, e tra un singhiozzo ed un altro pronunciando una sola parola' Bongo', mi sa proprio che le è cascato, mentre io ero immersa nei miei pensieri.
Cerco di raggiungere mia sorella e finalmente, ce l'ho fatta, credevo di averla persa di vista.
Ho il fiatone, ho corso un sacco, e non sono molto abituata a farlo.
All'improvviso vedo un ragazzo, che si inchina per prendere il pupazzo di Lea, e glielo porge gentilmente, accarezzandole le guance; un grande sorriso si fa spazio nel dolce visino di mia sorella, successivamente, il ragazzo alza lo sguardo, e per quanto il sole illumini il suo volto, riesco ad incontrare i suoi occhi... sono talmente scuri, che riescono a trasmetterti sensazioni inspiegabili, riescono a bloccarti, proprio come lo sono io adesso.

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