First chapter

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Londra, 1876. Due giorni prima...

Lady Annabel Ravenel non ne poteva più. Era annoiata.

Annoiata da morire.

Annoiata di essere annoiata.

E la Stagione londinese era appena cominciata. Avrebbe dovuto sopportare quattro mesi di balli, serate, concerti e cene prima della chiusura del Parlamento, quando le famiglie aristocratiche avrebbero fatto ritorno alle loro residenze di campagna. L'attendevano almeno sessanta cene, cinquanta balli e chissà quante serate.

Non ne sarebbe uscita viva.

Con le spalle accasciate, si appoggiò allo schienale della sedia osservando la sala da ballo affollata. C'erano gentiluomini in abiti formali bianchi e neri, ufficiali in uniforme e stivaletti e signore fasciate in seta e tulle. Cosa ci facevano tutti lì? Cos'altro avrebbero avuto da dirsi rispetto al ballo precedente?

Non c'era solitudine peggiore, pensò cupamente, di essere l'unica persona annoiata in una folla di gente in festa.

Da qualche parte, in mezzo al vortice di coppie impegnate in un valzer, la sua gemella danzava fra le braccia di uno speranzoso spasimante. Fino a quel momento la Stagione era stata noiosa e deludente anche per lei, ma, rispetto a Annabel, Cassandra era molto più incline a stare al gioco.

«Non sarebbe meglio se facessi un giro e parlassi un po' con la gente» le aveva detto poco prima «invece di rimanere in un angolo?»

«No. Almeno mentre sto qui seduta posso pensare a qualcosa di interessante. Non capisco come fai a tollerare per ore la compagnia di persone così noiose.»

«Non sono tutti noiosi» aveva protestato sua sorella.

Annabel le aveva lanciato un'occhiata scettica. «Fra i gentiluomini che hai conosciuto finora, ce n'è uno che ti piacerebbe rivedere?»

«Per ora no. Ma prima di darmi per vinta voglio conoscerli tutti.»

«Uno vale l'altro» aveva commentato lei in tono cupo.

Cassandra si era limitata ad un'alzata di spalle. «Il tempo passa più velocemente chiacchierando. Dovresti provare.»

Purtroppo Annabel era negata per le chiacchiere da salotto. Per lei era impossibile fingere interesse quando qualche pomposo zoticone iniziava a vantare se stesso e le proprie imprese, a ripetere quanto tutti lo adorassero e lo ammirassero. Non riusciva proprio a tollerare quegli anziani aristocratici in cerca di una giovane moglie che potesse fungere da compagna e da infermiera, né quei vedovi palesemente alla caccia di un esemplare da riproduzione. Il pensiero di essere toccata da loro, anche se con mani guantate, le faceva accapponare la pelle. E l'idea di conversare con quegli uomini serviva solo a ricordarle quanto fosse stufa.

Mentre fissava il pavimento lucido di parquet, cominciò a pensare a tutti i sinonimi della parola "annoiata": scocciata, seccata, stufa.

«Annabel,» disse la voce decisa della sua chaperon «perché sei di nuovo seduta in un angolo? Mostrami il tuo carnet di ballo.»

Annabel alzò gli occhi verso Eleanor, Lady Berwick, e le porse con riluttanza il piccolo oggetto a forma di ventaglio.

La contessa, una donna alta, maestosa e rigida come un manico di scopa, aprì il carnet di madreperla e ne esaminò le pagine con aria gelida.

Erano vuote.

Le sue labbra si serrarono come se fossero state tirate da un filo invisibile. «A quest'ora dovrebbe essere pieno.»

Scandal In Spring. ↠ Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora