Annabel capì che erano in arrivo cattive notizie quando Devon la convocò nel suo studio da sola, senza Cassandra. E, per peggiorare la situazione, Kathleen, che di solito faceva da cuscinetto tra lei e Devon, non era in casa. Quel pomeriggio era andata a trovare Helen, ancora convalescente dopo aver partorito un bel maschietto una decina di giorni prima. Il bambino, sano e con i capelli scuri, si chiamava Taron e assomigliava a suo padre... «Ma è più bello, per fortuna» aveva commentato il signor Winterborne con un sogghigno. Taron derivava dal termine che in gallese significa "tuono" e, fino a quel momento, il bambino aveva fatto onore al proprio nome ogni volta che era affamato.
Durante il parto Helen era stata assistita da un valente medico, molto aggiornato sulle tecniche moderne: la dottoressa Garrett Gibson. Fra le prime donne abilitate alla professione in Inghilterra, la dottoressa Gibson esercitava la professione alle dipendenze dei grandi magazzini Winterborne's. Si era presa cura di Helen in modo eccellente: il parto era stato difficile e l'ingente perdita di sangue aveva provocato una lieve anemia. La dottoressa le aveva prescritto pillole di ferro e riposo prolungato e adesso Helen migliorava di giorno in giorno.
Tuttavia il signor Winterborne, iperprotettivo per natura, non faceva che gironzolare intorno al letto di sua moglie, trascurando la montagna di lavoro che si era accumulato ai grandi magazzini. E per quanto Helen tentasse di rassicurarlo, dicendogli che non correva alcun rischio di ammalarsi di febbre puerperale o di altre spaventose malattie, lui rimaneva costantemente di guardia al suo capezzale. Helen trascorreva la maggior parte del tempo a leggere, a occuparsi del bambino e a giocare a carte con Carys, la sua piccola sorellastra.
Quella mattina aveva mandato un biglietto a Kathleen chiedendole di farle visita, per consentire a Winterborne di andare in ufficio a sbrigare alcune questioni urgenti. I dipendenti di suo marito stavano impazzendo senza di lui, diceva Helen, mentre lei stava impazzendo con lui.
Quando Annabel raggiunse lo studio di Devon, la casa sembrava straordinariamente tranquilla. La luce pomeridiana si faceva largo attraverso le finestre con i vetri multipli, incassate in nicchie rivestite di pannelli di quercia.
Vedendola entrare, Devon si alzò in piedi. «Ci sono novità» disse, indicandole la sedia accanto alla scrivania. «E visto che riguardano Lord Bieber, ho pensato che tu dovessi essere la prima a esserne informata.»
Sentendo menzionare quel nome, il cuore di Annabel cominciò a martellare. Si sedette, con le mani in grembo. «Che succede? Ha ritirato la sua proposta?»
«Al contrario» rispose Devon, accomodandosi di fronte a lei. «Bieber ha invitato tutti noi a visitare la tenuta di famiglia nel Sussex. Ci tratterremo per una settimana. In questo modo le nostre due famiglie potranno...»
«No!» esclamò Annabel, balzando in piedi con uno scatto di nervi. «Non posso farlo.»
Devon la scrutò perplesso, aggrottando le sopracciglia. «È un'occasione per conoscerli.»
Era proprio quello che Annabel temeva. Il duca e la duchessa di Kingston, con la loro schiera di altezzosi rampolli, l'avrebbero senz'altro guardata dall'alto in basso, mascherando il loro sdegno solo con una debole parvenza di cortesia. Ogni domanda sarebbe stata una specie di test e ogni suo errore sarebbe stato annotato e archiviato per richiami futuri.
Annabel si mise a camminare per la stanza in preda all'agitazione. Le sue gonne sollevavano particelle di polvere, che vorticavano nell'aria come piccole costellazioni scintillanti. Ogni volta che passava davanti alla pesante scrivania a piedistallo, le pile di carte agitavano gli angoli in segno di protesta. «Quando il loro lavoro sarà concluso, mi ritroverò eviscerata, sventrata e condita come una trota pronta da saltare in padella.»
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Scandal In Spring. ↠ Justin Bieber
FanficLondra, 1876. A differenza di tutte le debuttanti londinesi, la bellissima Lady Annabelle Ravenel non sogna di frequentare balli e trovarsi un marito. Preferisce di gran lunga dedicarsi ai suoi affari. Ma la sua strada si incrocia con quella di Jus...