Presto un altro anno passò e le negative previsioni di Francis non tardarono ad avverarsi: durante i primi mesi del 1940 le forze tedesche cominciarono ad organizzare la più umiliante tra le sconfitte mai inferte ad un avversario e, come facilmente ci si sarebbe potuto aspettare, tale avversario era proprio il tanto detestato Francia. Quella di Ludwig contro il secolare avversario fu, forse, la più terribile rivincita che millenni di storia ci avrebbero fatto conoscere.
"Oh, Olanda! Ancora non riesco a crederlo!" Belle Maes aveva le lacrime agli occhi e, si dà il caso, fossero ben poche le situazioni che potessero far disperare a tal punto una Nazione stabile e sicura di sé come Belgio, eppure, quella volta, Germania, con la sua innata precisione e sublime organizzazione, con la sua minuziosa pianificazione, ce l'aveva fatta. Ce l'aveva fatta a mettere l'intera Europa nel sacco.
"Non riesco a credere che lo abbia fatto di nuovo! E' come se nessuno, qui, tenesse in considerazione la nostra volontà!"
"Avresti dovuto comprendere prima la mente di Germania: fa quello che gli è comodo, senza alcun riguardo verso niente e nessuno..." Olanda, nonostante tutto, sembrava relativamente tranquillo e, comunque, i suoi occhi mantenevano la solita espressione menefreghista, "e, soprattutto, è capace di ripetere le sue impeccabili azioni belliche tutte le volte necessarie... finchè è certo che funzionino."
"Che ne sarà di noi, adesso?" sospirò Belgio affranta.
"Immagino... ciò che è stato di tutti i Paesi che hanno subito lo stesso destino... l'orrore più nero."
"Perché lo stai facendo... Ludwig?" la terra era scarlatta di sangue, emanava tanfo di putrefazione, morte, indicibili abomini, e Francia, inginocchiato su quella terra maledetta, non poteva che osservare le sue truppe massacrate, la sua capitale in rovina, il fumo, la polvere della distruzione. Faceva male, un male atroce, come sentire il proprio cuore sgretolarsi lentamente... ma nulla era più doloroso che fissare lo sguardo in quegli occhi glaciali, ormai svuotati da ogni traccia di umanità.
"Tu... mi chiedi perché?" rispose il tedesco, sputando ogni parola con estremo disprezzo, "Sinceramente, Francia... non sono, come tutti credete, guidato dalla pazzia... voglio far valere i miei ideali perché è questo il giusto modo di pensare! Questo e nessun altro." Seguì un breve silenzio, anche i rumori della battaglia andavano ormai scemando ed il continuo scoppiare delle bombe nelle vicinanze suonava, ormai, alle orecchie di Francis come una dissonante colonna sonora.
"Oh, Ludwig, non ho alcun timore di dire quello che penso di fronte a te, dunque, sappi, che questa è pura follia!" urlò il francese con voce roca e sguardo implorante.
"Ti prego, Germania, ti scongiuro! Poni fine a questo massacro! Non è che un'assurda ossessione!"
"Una razza inferiore come la tua..." rispose, gelido e distante, il tedesco, "assolutamente priva di un' aperta mentalità, di tutte le fondamentali qualità che si addicono solo ed esclusivamente ad un vero tedesco e lontana dal più puro spirito germanico, non potrebbe mai essere in grado di comprendere i fini del mio agire."
Francia, non trovando nulla che valesse la pena affermare di fronte a tanta deviazione mentale, continuò a sostenere il suo sguardo.
"Eppure," riprese Ludwig, il fucile costantemente puntato alla testa dell'avversario e lo stivale pigiato con forza sopra la mano, rossa, gonfia e scricchiolante dell'altro, i folli occhi glaciali iniettati di sangue e le labbra orrendamente torte in un ghigno sprezzante,"per pietà nei confronti della tua Nazione, così penosamente sconfitta ed umiliata, tenterò di fartelo capire: la guerra è l'igiene del mondo, e non tutte le creature tanto fortunate da nascere su questa terra sono degne di viverci.
I più deboli sono destinati a soccombere, coloro che sono mentalmente o fisicamente inutili, o addirittura di peso, per la società devono essere eliminati, così come coloro che appartengono a razze spregevoli ed impure.
Questa guerra... è un beneficio per l'intera umanità, e coloro che sopravvivranno saranno fieri del mondo che li accoglierà: un mondo perfettamente ripulito da ogni traccia di putrido ciarpame."
Francis non poté trattenersi dall'abbandonarsi ad un lungo, orrido gemito di disperazione.
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Non so cosa ne sarà, di questa storia, ma non ho ancora avuto il coraggio di abbandonarla nel cestino, quindi sorbitevi questo capitolo scritto nel lontano agosto del 2017
-Giuls (che forse è tornata, magnifica più di prima... o forse no)
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1 Settembre 1939
Fanfiction"Il mondo intero urlava straziato, ed era come se nessuno fosse più in grado di essere felice. Non ce n'era motivo, dopotutto. Tra vincitori e vinti tutti ne erano consapevoli: al termine di quella tragedia non avrebbero trovato che distruzione." Mi...