✒Ragione e sentimento

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"Non posso crederci, non posso crederci, non posso crederci!" esclamava isterico Francia camminando irrequieto avanti e indietro per il salone dei ricevimenti.

"Una nuova guerra... un'altra dannatissima guerra! E tutto perché quell'idiota tedesco è uscito fuori di zucca, e Russia gli ha dato corda perché, in fondo, lo sappiamo tutti: quello è più deviato di chiunque altro!"

"Oh, Francis, for the love of the queen, calmati e bevi una tazza di tè!" intervene Inghilterra che, seduto al lungo tavolo era, appunto, intento a sorseggiare tè, la cui tazzina, illuminata dai raggi di sole che riverberavano attraverso le grandi vetrate, sembrava spezzata in una serie di frammenti dalle mille tonalità, "Germania ha respinto quel maledetto ultimatum, e allora? Meglio così, no? Avremo l'imperdibile occasione di dargli una bella lezione, la lezione che si merita, una volta per tutte!"

L'inglese si alzò dalla poltrona sbattendo violentemente un pugno sulla tavola, sebbene cercasse di rimanere calmo e ragionevole, la rabbia nei confronti della nazione tedesca era tale da far perdere la ragione persino alla nobile Nazione d'Inghilterra e la preoccupazione anch'essa grande: l'ennesima grande guerra avrebbe macchiato le terre d'Europa con il sangue di genti europee, non era certo cosa da poco.

Ma, nonostante Inghilterra potesse sospettare che indicibili tragedie avrebbero sconvolto il vecchio continente, se non il mondo intero, Francia sembrava in preda al più violento delirio, ed era necessario che qualcuno mantenesse il controllo, e chi altro, se non Arthur Kirkland, nobile gentiluomo inglese?

"Ma certo! Per te è facile dirlo!" sbottò il francese voltandosi di scatto verso l'alleato, gli occhi, un tempo limpidi, sognanti, color del cielo, erano, ora, colmi di collera, rimasta repressa per troppi secoli, "Tu! Al sicuro, protetto dalla tua sacra isola, e che sventura colga chiunque osi avvicinarsi alle sacre sponde d'Inghilterra! Tu non hai idea del caos che regna tra le lande dell'Europa continentale!Non immagini neanche nei tuoi sogni più oscuri, nei tuoi peggiori incubi e nei più cruenti e perversi antri della tua mente l'inferno che si è vissuto tra gli aguzzi monti, le aspre vette e le verdi pianure d'Europa! I massacri che qui si sono svolti ed il sangue di popoli interi versato! Le ingiustizie, le tragedie, i rancori europei!" Francis urlava, adesso, come se credesse di riuscire, in tal modo, a dimenticare tutti gli orrori e le disgrazie che, per secoli e secoli, si erano abbattuti sulla sua amata Nazione.

Ed Arthur non poteva far altro che fissarlo, con un'espressione tra l'afflizione, la sorpresa e la collera... già, come se di sangue inglese non ne fosse stato versato fin troppo, come se la sua gente ed i suoi eserciti, le genti e gli eserciti del grande Impero Britannico, non fossero intervenuti innumerevoli volte, e non avessero subito milioni e milioni di perdite nel tentativo di riappacificare i conflitti proprio nella tanto litigiosa e cruenta Europa continentale. E come se di conflitti propri, interni ed esterni, non ne avesse affrontati tanti, troppi, persino per un animo forte e tenace come il suo.

Eppure non riusciva ad essere realmente arrabbiato con Francis: erano alleati, adesso, entrambi sulla stessa barca, ed i bulbi oculari iniettati di sangue del francese esprimevano lo strazio più sincero.

Francia emise un lungo sospiro, distogliendo lo sguardo stanco: "M-mi dispiace, Arthur..." sussurrò, "è che... beh, sai... è umiliante ammetterlo ma... ho un brutto... orrendamente triste presentimento. Insomma... è come se... me lo sentissi, nel profondo del mio cuore...

Non appena questa guerra inizierà... insomma... prima ancora di entrare nel pieno del conflitto... io cederò. Non mi sento in grado di tener testa all'esercito tedesco... o alla follia di Germania.

Sarai costretto ad affrontarlo da solo, ciò nonostante, finchè potrò, combatterò con tutte le mie forze... lo giuro sulla mia amata capitale, sulla mia libertà e democrazia... sarò con te, Inghilterra."

Gli occhi, già languidi e stanchi, si colmavano di lacrime, e, nonostante Francis sarebbe stato, in qualunque altro momento, troppo orgoglioso per lasciarle andare, quella volta tirò a se il corpo del giovane inglese afferrandolo per l'elegante giacca scura e pianse. Pianse amaramente, con il viso sprofondato nella camicia dell'alleato, i folti capelli color del grano sparsi e spettinati sulla schiena curva. Inalava quel delicato profumo di cacao e foglie di tè che Francis avrebbe riconosciuto ovunque: quel profumo che immaginava di sentire ogni notte nel proprio letto, che avrebbe voluto impregnasse le proprie coperte, su cui fantasticava quasi ossessivamente e che aveva sempre desiderato divenisse parte della sua vita, per sempre.


Erano secoli che Francia portava il doloroso fardello di un amore non ricambiato.


*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*


Che pena.

Non c'ho manco un voto.

Who cares?

Io pubblico lo stesso.

Boh.

MY LOYAL, ROYAL SUBJECTTTTTttt...

...

...

... okay. No. Ciao


-Giuls

1 Settembre 1939Where stories live. Discover now