Seduzione

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La fanciulla avanza fra i tetri corridoi con lo sguardo fisso sulla schiena, di quel misterioso cocchiere, che si è offerto come guida per scortarla verso l'indeterminato.

Il silenzio, imperante in quel luogo angusto, viene sporcato da un brusio di sottofondo che la giovane non riesce a decifrare.

Sembra la melodia di un piano, ma il caos che l'accompagna rende impossibile ogni costatazione certa.

Le pareti iniziano a mutare colore, il pavimento perde la familiarità a cui la ragazza è abituata e il tragitto assume un sapore sconosciuto. L'insicurezza le impreziosisce i lineamenti, mentre il suo passo si arresta.

È arrivata al confine, oltre di esso si prospetta l'ignoto, l'inesplorato. Un Inferno che non ha mai voluto attraversare. Ha sempre preferito restare confinata nel cuore di quella violenta chimera dove tutto tace e nulla può sfiorarla.

«Beh, se quanto affermi è vero, se sei riuscita a trovare confortante il fulcro aberrante dell'Ade, la sua uscita non dovrebbe spaventarti», mormora il giovane, voltandosi e fissandola con sguardo intenso.

La dama sussulta, restando senza fiato. «Uscita?», chiede incredula.

Il ragazzo dagli occhi di tenebra le dedica un sorriso enigmatico. Le sue labbra scarlatte si incurvano verso l'alto, scoprendo una fila di denti bianchissimi.

La fanciulla osserva tale visione con espressione assorta, confusa dalla danza fugace, che ha attraversato il suo animo, nel momento in cui il suo sguardo si è posato sulla bocca del giovane.

Quest'ultimo, scorgendo lo smarrimento delle sue iridi, azzera nuovamente la distanza che li divide.

«Si, un' uscita relativa, questo è certo, essendoci pur sempre queste ad ancorarti qui», mormora, strattonando le catene e facendo aderire i loro corpi in una stretta delicata.

«Ma non demordere, troveremo una soluzione», le sussurra infine ad un orecchio, accarezzandole una guancia.

E, come ogni volta che quella strana creatura le si avvicina, la ragione della giovane viene offuscata da un velo che lascia spazio a sensazioni dimenticate da tempo.

Lo sconosciuto sorride divertito, porgendole una mano. La ragazza la stringe senza esitazione, sobbalzando impercettibilmente al contatto con la pelle calda del giovane.

I confini della realtà iniziano a sfumare, ogni cosa perde consistenza, trasformandosi in forme e trame che la dama, dall'espressione nostalgica, non aveva mai visto prima.

Serra le iridi, stringendo forte il braccio di quell'insolito Virgilio dallo sguardo penetrante.

La fragranza del suo profumo le invade le narici, avvolgendo i sensi della ragazza in una dolce carezza.

Quando ella decide di riaprire gli occhi, resta affascinata dal meraviglioso spettacolo che le si prospetta dinanzi.

Si perde nell'ammirare il riflesso della luna, della malinconica Selene che predomina al centro di quella coltre oscura.

Si ritrova distesa su un manto sabbioso, mentre lo sciabordio delle onde in lontananza avvolge l'ambiente circostante in una calma surreale.

Quell'alone di apatia che circonda il cuore della fanciulla si dissipa per un istante, lasciando che esso abbia un flebile sussulto.

La meraviglia del suo sguardo fa sorridere il giovane al suo fianco.

La ragazza si volta, abbeverandosi della seducente visione che le si palesa al proprio fianco.

Il viandante dall'aria enigmatica, esposto al chiarore di quel satellite solitario, assume una bellezza particolare.

I suoi capelli, fili di seta nera, donano un'accezione ancora più chiara alla sua pelle lattea che sembra esser ricoperta da piccoli diamanti.

Le iridi del giovane imprigionano quelle della ragazza, mozzandole il respiro. Il forte ascendente che egli ha su di lei, spinge la giovane ad abbassare il viso, ma, prontamente, due dita affusolate le alzano il mento, impedendo che ciò accada.

Un rossore tenue imporpora le guance della ragazza che fissa il suo interlocutore in attesa di un qualcosa che resta confusionario persino alla sua mente.

«Vedi? Non è difficile riemergere, l'importante è desiderarlo, lasciare che le tenebre siano solo una condizione lieve della nostra esistenza. Chi entra a contatto con esse non può sperare che scompaiono, poiché saranno per sempre connaturate ad un frangente del nostro Io. Esso non sarà mai più pura e semplice luce, ma ciò non deve rappresentare per forza un male. Se le si sa gestire, esse possono donarti un'intensità tale da farti innamorare persino della cosa più banale di questo mondo, facendoti restare senza fiato anche dinanzi ad un semplice cielo stellato».

Il tono del giovane è malinconico, una nostalgia delicata, che lascia una piacevole sensazione di dolcezza imbrattata, però, da un leggero retrogusto amaro.

Avvicina le sue labbra a quelle della ragazza, sfiorandole appena. È un contatto fugace, ma capace di far esplodere una tempesta di emozioni nello spirito della giovane. Viene travolta da un limbo di sensazioni che riemergono con violenza, stordendola.

Il bisogno impellente di voler di più si fa strada nel corpo della fanciulla che, fino a qualche istante prima, non aveva desiderato altro che scomparire.

Cerca di inseguire questa voglia improvvisa, ma, beffarda, le sfugge via dalle dita, facendola ricadere nell'oblio delle sue azioni.

Tutto ritorna a vorticare per poi ricomparire, qualche istante dopo, sulla poltrona consunta di quella stanza dilaniata che ella ha sempre considerato come un rifugio dal resto.

Il suo cuore batte come un forsennato nella cassa toracica, le sue iridi sono spiritate, mentre le sue guance sono accese da un rosso intenso.

Confusa e afflitta esce fuori dalla camera, accostandosi all'enorme corridoio che si staglia dinanzi ai suoi occhi.

Senza indugiare oltre, inizia a correre nella direzione imboccata poco prima o, per lo meno, nel verso di quel sentiero che le era sembrato di intraprendere.

Ritorna nuovamente in prossimità di quel confine sicuro, con la speranza di scorgere il giovane intento ad aspettarla, ma ogni suo desiderio è vano. Non c'è nessuno ad attenderla.

«Cosa significa questo?», chiede con voce flebile, senza ricevere risposta.

La sinfonia di un pianoforte riecheggia nell'aria, stavolta in maniera chiara e limpida. Proviene da un punto indistinto dinanzi a sé, da un frangente d'Inferno alla fanciulla sconosciuto.

L'indecisione attanaglia le sue viscere, ma la voglia impellente di poter rivivere quello che ha vissuto poco innanzi, le dona una determinazione che ella credeva di non possedere.

Così, facendo un bel respiro, si incammina in quell' oblio di eventi fugaci e certezze evanescenti.

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