I'll save you, I promise.

Becca.

"odio". si odiavo quel diavolo di sole che imperterrito mi svegliava sempre alle 6.30 di ogni fottuta mattina.

ormai il mio sogno si era spezzato, non riuscivo mai a parlarle, tutte le notti facevo lo stesso sogno ma non riuscivo mai a dirle che l'amavo, che mi mancava e che mi dispiaceva.

Smisi di pensarci prima di crollare di nuovo.

uscii dal caldo delle mie coperte blu elettrico e senza neanche degnare il bagno mi diressi in cucina dove trovai gia Theresa ad aspettarmi con un piatto fumante di frittele al cioccolato sul bancone di granito.

"Buongiorno Theresa"

dissi mentre mi mettevo seduta su uno dei numerevoli sgabelli tutt'intorno al bancone

"Buongiorno a lei signora"

mi sorrise dolcemente quella donna che da due anni a questa parte tutti i giorni impediva che casa mia diventasse una specie di discarica

risi per le sue parole.

"Ther te l'ho detto almeno un miliardo di volte non chiamarmi "signora", ho solo 18 anni e non darmi mai più del lei.

la prossima volta ti licenzio"

dissi con un ghigno scherzoso a forse la mia unica vera amica in un certo senso.

Rise, rise forte, la sua risata era bella e spontanea e io l'adoravo.

"Va bene, scusami Becca.

comunque dovrei chiederti un favore.."

era agitata e guardava ovunque ma tranne nei miei occhi

"Dimmi, lo sai che puoi chiedermi tutto"

ero curiosa.

"mio figlio sta poco bene e mi piacerebbe andare a phoenix per stare vicino a lui e ai miei nipoti"

C'era imbarazzo nel suo sguardo e anche nel suo tono di voce, non capivo perche, insomma a quella donna dovevo molto, il minimo che potessi fare era lasciare che andasse da suo figlio malato.

"Non devi neanche chiederlo, non sono la strega cattiva delle favole, vai pure da tuo figlio e portagli i miei saluti"

le sorrisi e mi incamminai di nuovo in camera per lavarmi e poi vestirmi

"Sarai ancora viva quando tornerò?"

mi urlò dal piano di sotto ridendo

"AH AH AH che simpaticona" le risposi, solo per sentirla ridere piu forte tornando in cucina.