62. Ice-cream (2)

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STEPHAN

Ero andato a prendere Celeste all'aeroporto quando mi era appena arrivato un messaggio da parte di Elena. Non feci in tempo ad aprilo che subito il telefono si spense.
«Cazzo!» , sbraitai tirando un pugno al volante dell'auto.
Mi sentivo una merda ad uscire con Celeste mentre ancora ero innamorato di Elena.
Lei lo avrebbe negato anche sotto tortura ma ero sicuro che preferisse me a quel gobbo di merda di Rugani.
Mentre ero preso dal cercare un caricabatterie in auto, sentii qualcuno bussare dal finestrino.
Alzai gli occhi e incrociai quelli azzurri di Celeste. Cazzo, com'era cambiata dall'ultima volta. Aveva i capelli più chiari e un fisico da far invidia a tutte le modelle con cui ero uscito.
Celeste a differenza di Elena, era sempre stata fissata col fitness e infatti i risultati si vedono.
Scesi subito dall'auto e mi precipitai ad abbracciarla. Lei mi strinse forte a sé come se qualcuno avrebbe potuto strapparmi via da lei. Da quell'abbraccio capii che la nostra stava diventando più che una semplice amicizia, che lei non provava solo del bene nei miei confronti.
«Come stai?» , mi domandò con un sorriso a trentadue denti.
Indossava dei pantaloncini di jeans chiari e una maglietta bianca con lo scollo a barca. I capelli biondi le ricadevano morbidi sulle spalle mentre ai piedi aveva le sue converse.
«Bene, tu?»
«Anche.»
«Dai, dammi la valigia.» , dissi prendendogliela dalle mani e mettendola nel cofano. Lei si sedette sul sedile del passeggero e prima di entrare in macchina, feci un respiro profondo promettendomi che per tutta la sua permanenza a Roma, avrei fatto il bravo.
«Allora... dove andiamo?» , le chiesi uscendo dal parcheggio dell'aeroporto.
«Hai detto che mi portavi a prendere il gelato.»
Sorrisi ricordando quel giorno in cui la portai per la prima volta a Milano a prendere un gelato. Le era caduto tutto sulla maglietta e io dovetti darle la mia giacca per coprire il pasticcio che aveva fatto.
«Quello dopo... intendevo dire, dove alloggi?»
Lei rimase in silenzio e abbassò lo sguardo.
Cosa avevo detto di male?
«Che c'è?»
«Niente... solo che credevo che potevo stare da te una volta venuta a Roma.»
Poi dicono che sono io che me le vado a cercare.
«Perché non dai tuoi o da Daniele?»
«Non mi va. Mi farebbero un sacco di domande sull'America, il mio lavoro, Miralem e il mio futuro... non mi va di ascoltarli.»
«Va bene, puoi stare da me. Non c'è nessun problema.»
E invece sì che ce ne sono di problemi. Per esempio Daniele che se mai lo venisse a sapere mi spezzerebbe in due o Elena che non mi parlerebbe più per tutta la vita.
«Grazie.» , mi sorrise e subito dopo mi scoccò un bacio sulla guancia.
«Però ti prego, bon farne parola con tuo fratello. Non voglio morire a questa età.» , ci scherzai su e lei rise.
«Tranquillo, non gli dirò nulla.»
«E nemmeno ad Elena, per favore.»
Lei parve irrigidirsi non appena pronunciai il nome della sua amica, segno che avevano litigato. Avrei voluto chiederle il perché ma non appena aprii la bocca per parlare, lei posò una mano sopra la mia.
«Celes...»
«Hai ragione. Scusami. Non volevo farlo.» , disse e subito dopo si girò dal lato del finestrino.
Restammo in silenzio per tutto il viaggio verso casa. Fortuna che c'era la radio che a volte mandava canzoni decenti facendomi distrarre.

Arrivati in centro mi misi degli occhiali da sole e una felpa col cappuccio per non farmi riconoscere. Ci mancava solo un articolo su di me e sulla sorella della bandiera della Roma.
«Mi fai una foto sulle scale di Piazza di Spagna?» , mi domandò Celeste porgendomi la sua macchina fotografica.
Annuii e nel giro di pochi minuti, mi improvvisai un fotografo.
Era così bella e altrettanto proibito era il pensiero di toccarla anche solo con un dito.
Non potevo fare questo né ad Elena, né a Miralem e tanto meno a Daniele con cui nell'ultimo periodo mi ero avvicinato.
Tutti la guardavano e io volevo in qualche modo coprirla perché temevo che tutti questi sguardi sciupassero la sua bellezza.

Tra una foto e l'altra sembrava che anche noi fossimo dei turisti.
Da quando ero arrivato a Roma avevo visitato solamente il Colosseo e grazie a Celeste, adesso avevo scoperto dei posti in più.
Roma è qualcosa che non si spiega a parole. Non bastano per descrivere la maestosità e la bellezza di questa città.

Instagram || Stephan El ShaarawyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora