L'Amore non esiste

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Quando al mondo ci sono persone che discutono se sia più buono il dolce o il salato si intavolano discussioni, davanti ad una birra o ad un semplice bicchiere d'acqua. Un po' come quando si decide dove andare in ferie, uno punta al mare per l'abbronzatura e uno alla montagna per il fresco e i paesaggi da esplorare. Si ci divide in scelte, che spesso portano a discussioni, più o meno bonarie. Ma alla fine si raggiunge sempre un risultato, sorridendo per poi parlarne con gli amici.

Ecco, è così che mi piacerebbe poter parlare con tutti di me stesso. Di un ragazzo che ha vent'anni e non sa scegliere tra l'uomo o la donna, non perché non abbia esperienza ma perché semplicemente non gli piace dover scegliere. La donna è bella, calda e amorevole. Ti tratta sempre un po' come la tua mamma. Dopo aver fatto l'amore ti coccola un po', stringendoti al suo petto, ti fa giocare con le sue grazie, ti accudisce.

L'uomo è bollente, ti prende e ti smonta in tanti piccoli pezzi e poi ti ricompone. Forse non sempre è romantico, non sempre è il tipo che resta abbracciato con te nel letto, magari si sistema fissando il soffitto, con le braccia sotto la testa, perso nei suoi pensieri, oppure si alza e poi rimuove dalla tua pelle i suoi umori, approfittandone per lasciare ancora qualche segno sulla pelle. I segni sui tuoi fianchi, quando ti stringeva la carne morbida entrando dentro di te.

Certo, mi direte voi, anche la donna marchia. Dio solo sa, il caldo che patisco quando ci sono trenta gradi all'ombra e devo mettermi la camicia abbottonata fino all'ultimo, maledetto bottone, nascondendo i segni dei baci e delle unghie.

Ma io non posso, perché nessuno capisce, il mio modo di pensare, la gente giudica e basta. Sono uno spogliarellista, se prima avete capito che potevo essere una puttana, beh, vi siete sbagliati. O forse una puttana lo sono veramente, perché amo il sesso. Lo amo in tutte le sue sfumature e in tutte le sue zone oscure, ma non credo nell'amore, non più. Quello non esiste, quello è solo per gli stupidi film romantici strappalacrime. Nel mio lavoro vedo tanta gente che arriva sbavando sotto al mio palo, mi lancia banconote con la fede al dito. Sia uomini che donne, che scappano dalla vita perfetta che hanno di facciata, per finire poi sbattuti su un tavolo in una dark room, o nei cessi più scadenti. Attimi di piacere per sfuggire ad un mondo che gli altri hanno etichettato come giusto. E io li guardo mentre muovo il mio corpo, vedo il loro sguardo.

Non è che ogni sera vado con uno diverso, quello no. Magari ho piccole relazioni che durano al massimo una settimana, che interrompo quando vedo che l'altro si sta attaccando troppo. Inutile è più forte di me, non credo nell'amore, quello è morto anni fa.

Stavo per compiere il grande passo, subito finito gli studi: avrei chiesto alla mia fidanzata storica di sposarmi. Avevo fatto tutto come da copione, ero andato dal padre di lei, gli avevo chiesto la mano, lo avevo comunicato ai miei genitori, e poi avevo organizzato una cenetta romantica, spendendo ogni risparmio per l'anello. Mi ero presentato a casa sua, con un mazzo di rose. Ma la sorpresa l'aveva fatta a me, mentre si faceva sbattere nel nostro letto dal mio migliore amico, quello a cui volevo chiedere di farmi da testimone.

Non avevo nemmeno perso tempo, ad ascoltare le loro spiegazioni, avevo semplicemente aperto la porta, avevo recuperato la valigia, messo dentro i miei pochi vestiti e lasciato la città. Avevo telefonato a mia madre, raccontandole cosa era successo, aveva cercato di fermarmi ma non avevo voluto sentire nulla.

Si, ho fatto una cazzata, lo so che mi state giudicando in questo momento, ma voi cosa avreste fatto? Se in un attimo, tutto quello in cui credevate e speravate si stava sgretolando davanti ai vostri occhi, scivolandovi tra le mani, come sabbia. Avevo scambiato al banco di pegno l'anello per un bel po' di bigliettoni, trovando un appartamento sopra ad un locale di dubbia moralità. Le pareti talmente fini da sentire anche il suono del topo che sgattaiolava via, tre piani più in alto. Avevo fatto qualche giro dentro a quel locale, mi ero fatto amico il barista e il buttafuori. Il proprietario era un tipo sulla cinquantina, simpatico.

Attiravo molte persone, sia uomini che donne, grazie ai miei capelli neri come la pece e gli occhi azzurri. E una sera mi aveva fatto la proposta. Ed eccomi qui, mentre sculetto a tempo di musica, tra gli sguardi illanguiditi di uomini e donne. Li osservavo sorridendo, cercando di capirli. Ma alla fine chi ero io per farlo? Io che mi limitavo ad accettare qualche drink e una possibile scopata, se la persona meritava e se ne avevo bisogno. Perché quando non credi nell'amore, una parte di te muore, anche se non vuoi ammetterlo, fingendo che tutto vada bene, che sei felice e completo, ma in realtà quel cazzo di letto freddo, ti ricorda ogni dannata sera che sei solo. E allora vivi in base all'istinto, sai che per andare avanti hai bisogno dell'orgasmo, e spesso accontentarti della mano non ti appaga, entri in un circolo vizioso, ti accontenti di tutto ciò che capita pur di non avere il letto vuoto, e perdi te stesso. Pezzo dopo pezzo, notte dopo notte, evitando poco per volta lo specchio, perdendo ogni emozione.

Fino a quando non incroci due occhi verdi, che ti guardano con rispetto e ti sgretolano quel muro di indifferenza in cui ti sei rinchiuso, inconsapevolmente.

Fai di tutto per vederli ancora e ancora per poi ritrovarti a pensare, una sera, con le braccia incrociate sotto la testa e lo sguardo al soffitto, un corpo caldo che ti scalda nel letto, che forse l'amore esiste. 

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