capitolo 6

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Penso di non aver mai svolto lezione più faticosa di questa.

Ma è la migliore lezione di sempre,

Abbiamo iniziato a montare la coreografia da portare all'audizione e devo dire che ,anche se ne abbiamo montata poca, sta uscendo molto bene e io mi sto impegnando al massimo.

Corro a casa impaziente di dare la notizia a Marco e Claudia i miei genitori adottivi e ad Elisa la mia sorellastra.

In genere non dico quasi mai nulla ai miei genitori ,se così possiamo definirli, ma oggi è un giorno davvero importante.

 Arrivata a casa chiamo Marco Claudia ed Elisa al piano di sotto per comunicargli la notizia.

"Perché ci hai fatti venire? spero che sia una cosa seria e non le tue soliti stupidaggini perché se è così io avrei altro da fare" dichiarò il mio pseudo padre.

In genere mi sarei offesa da questa espressione ma oggi neanche un tram poteva investire  la mia felicità....

"Ho una grande notizia"

"cio'è ? vai dritta al punto non ho tempo da perdere." disse Elisa.

"mi hanno offerto l'opportunità di fare un'audizione per entrare all'accademia della Scala, dicono che mi hanno vista ad un concorso e vogliono rivedermi."

"Ma ti hanno già presa?" disse Marco.

"No"

"E allora chiamaci quando ti prenderanno, non abbiamo tempo di perderci in sciochezze"

Detto questo si alzarono e uscirono dalla stanza.

Ero sconvolta.

NON POTEVANO AVERLO FATTO.

Sapevo che non gli importava nulla di me ma non pensavo fino a questo punto.

Sapevano benissimo che era il sogno della mia vita e sono riusciti a rovinare il bel momento fottendosene dei miei desideri e sentimenti.

Ero delusa e triste.

Corsi in camera mia e mi sdraiai a pancia in giù sul mio letto e scoppiai a piangere.

Piansi talmente te tanto che ad un certo punto le mie lacrime erano finite.

Guardai l'ora , le due del mattino.

Avevo pianto per 4 ore.

Cercai di addormentarmi ma invano quindi decisi di uscire a camminare.

Camminai in silenzio nella mia bellissima Milano , e lo sapevo bene che uscire a quell'ora per una quattordicenne era pericoloso , ma non mi importava.

Avevo bisogno di evadere .

Mi sedetti davanti all'entrata della Scala e pensai che forse tra qualche anno avrei potuto studiare lì.

La realizzazione dei miei sogni era molto più vicina.

"ehi ma che ci fai qui a quest'ora?"

Disse una voce maschile alle mie spalle.

riconobbi subito la voce.

"potrei farti la stessa domanda" risposi mentre Lorenzo si sedeva affianco a me .

"io sono qui per distrarmi dalla mia vita incasinata ,tu?" disse porgendomi una coperta .

Io l'afferrai e risposi :"io penso "

"a cosa?"

"Al futuro." dissi e lui non fece altre domande.

Rimanemmo lì senza dirci nulla .

Ma non era un silenzio imbarazzante anzi era ricolmo di parole ,anche se non pronunciate.

Era un silenzio pieno di paure,incertezze e sogni.

Era un silenzio dove c'era tutto di me e di lui.

Rimanemmo lì per così tanto tempo che mi sembrarono passati 10 minuti quando suonò la sveglia per avvisarmi dell'inizio di un'altra giornata, che forse quella volta, non sarebbe stata uguale alle altre.


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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 30, 2018 ⏰

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