Quando mi risveglio non ricordo di trovarmi in quel luogo.
Sono fermamente convinta di essere nel mio letto, accanto al comodino e con ai piedi Miette, la mia gattina.
Apro gli occhi e mi rendo conto che il mio incubo è diventato la mia vita.
Osservo le bende e noto che sono diventate da bianco candido ad un rosso granata.
Provo ad alzarmi per raggiungere il lavatoio ammuffito per sciacquare i polsi feriti dalle manette ma purtroppo il dolore lancinante alle gambe non me lo permette.
Mentre ricado per terra nello stesso angolino precedente la porta si apre cigolando e di fronte a me compare un uomo dal viso quasi completamente fasciato. Rabbrividisco, ma non faccio a tempo a riflettere sulla situazione che il grande uomo mi afferra per un braccio e mi carica in spalla.
Comincio a dimenarmi, pensando che ormai la mia esistenza fosse prossima alla fine. Cosa avevo fatto per meritarmi questo? Non avevo mai creato problemi a nessuno, tanto meno la mia famiglia.
Dopo qualche minuto di labirinti immensi mi rendo conto che il luogo in cui mi trovo è perfettamente studiato per evitare la fuga di qualche sfortunato come me. É tutto completamente uguale, tutte le porte, ogni quadro, ogni minimo dettaglio è studiato per rendere ancora più difficile la comprensione.
Durante la mia riflessione l'uomo mi scaraventa per terra di fronte ad una porta.
<Bussa> ringhia pizzicandomi con un coltello sul sedere per incitarmi ad alzarmi.
Non riuscendo decido di bussare da accovacciata sul freddo marmo, e la porta non tarda ad aprirsi.
Di fronte a me si apre uno scenario raccapricciante.
Teste di animali morti,sangue sulle pareti e impronte di mani insanguinate e non meno importante un ragazzo.
Si tratta di un ragazzo alto,bdalla carnagione né chiara né scura.
Ha una barba non troppo folta, é abbastanza muscoloso e alto.
Ciò che mi folgora sono però i suoi occhi, color del ghiaccio, capaci di immobilizzare chiunque e che rendono il suo animo completamente illeggibile.
<Capo, questa è la cavia numero 3, è quella più in salute. Ha resistito al K23 come fosse quasi una sbronza del sabato sera. La cavia 4 ha abbandonato il gioco dopo 3 ore dall'assunzione, la 5 è in fase di game over>afferma l'uomo alle mie spalle mostrandomi quasi come fossi un trofeo.
Decido di non pormi domande su che fine abbiano fatto le cavie prima di me, tanto meno su cosa significasse "game over, ma capisco di non essere la prima a finire nelle grinfie di questi uomini crudeli.
<Sorprendente> afferma occhi di ghiaccio continuando a non distogliere lo sguardo. <Esci pure> continua, facendo in modo che l'uomo bendato chiudesse la porta alle mie spalle lasciandomi sola.
Il ragazzo mi gira attorno, osservandomi con attenzione sopraffina, dopodiché si gira verso la sua scrivania, afferra una siringa piena di un liquido verdastro e si avvicina.
<Ti prego, abbi pietà di me, se devi farmi qualcosa di male almeno dimmi cosa stai per fare, cosa volete da me> grido disperata tra le lacrime.
Lui non si scompone di un ciglio, si china a mio livello affermando <Guarda, mi stai anche simpatica. Sei la prima che riesce a proferire parola al grande capo con questa naturalezza> sorride in maniera maligna < non sta a te sapere cosa ti sta succedendo, sei un essere inutile, insulsa puttanella> calcia molto forte nel mio stomaco provocandomi un dolore lancinante.
Ormai singhiozzo annegando nelle mie lacrime, il vomito sale dal mio intestino, ma cerco di contenermi per evitare altre punizioni corporali.
Mi inietta la siringa,e dopo pochi secondi cado in un sonno profondo.
Mi risveglio in un luogo che non è la mia stanza. Sembra una stanza d'ospedale, e attaccata al mio braccio c'è una flebo molto scura.
Mi rendo conto che forse ciò che sta avvenendo è una trasfusione di sangue.
Spaventata mi guardo intorno e noto che di fronte a me é presente una donna di spalle. Canticchia mentre pulisce strumenti da lavoro, ricordandomi mia madre qualche tempo prima.
<Signora.> si gira,osservandomi con occhi spaventati.
É una donna sulla quarantina, un po' incarne, il che mi fa pensare non appartenga poi tanto a questo posto dato che non so quante ore siano che non bevo né mangio.
<Non è possibile tu sia sveglia> sussurra avvicinandosi.
<Cosa sta succedendo,la prego mi aiuti non so più cosa pensare. Qui prima mi inchiodano, poi mi drogano, poi mi curano. Mi dica qualcosa glielo prego>
La donna si guarda intorno dopo di che si avvicina e afferma <dove ti trovi non posso dirtelo,finirei morta in pochi minuti, ma posso dirti di guardarti le spalle. Ice é un uomo crudele, vuole renderci tutti suoi burattini, o forse già lo siamo> si rigira di colpo, a causa di un rumore proveniente dall'esterno della stanza.
<Fingi di dormire> sussurra tra i denti ritornando a canticchiare.
Chiudo immediatamente gli occhi cercando di ingannare il mio fiato pesante a causa dell'ansia.
<Non si è ancora svegliata?> è una voce familiare a parlare, ma avendola sentita poche volte stento a riconoscere chi tra le persone precedentemente incontrate possa essere.
<No,dorme ancora. È una delle tante> risponde la voce femminile della signora. Mi stava ingannando? Mi aveva chiesto di fingere di dormire in buona o cattiva fede? E poi perché aiutare una ragazza a costo della sua incolumità?
<Poverina, era anche una ragazza dalla bellezza disarmante. > odo una risata e dei passi che si avvicinano alla brandina dove sono sdraiata.
<Addio cavia numero 3> mi sussurra all'orecchio l'uomo, togliendo la sicura a quella che dal rumore sembra proprio essere una revolver.
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Cage
RomanceLa vita non rispetta i tuoi progetti da un momento all'altro tutto cambia e chi immaginava che la svolta di Mia,la protagonista del racconto,fosse qualcosa di così pericoloso. Un rapimento,che l'avrebbe resa ciò che mai si sarebbe aspettata.