La luce del sole stava pian piano dipingendo nel cielo un tramonto spettacolare, di quelli da osservare fianco a fianco alla persona amata, in silenzio, per assaporarne ogni sfumatura, come ammirando il quadro di un abile pittore. Ma Tatsuya non aveva tempo da perdere, i tramonti per lui significavano solo che l'arrivo del buio era vicino ed in quel caso era solo un pretesto per correre più velocemente, alla ricerca di un nascondiglio.
Di solito era lui a derubare i banditi nel bosco, nulla di eclatante, qualche piccolo furto, ma succedeva a volte che il colpo andasse male e finisse in rissa.
Rubava solo quello che gli serviva, solo cose che esclusivamente dei banditi potevano già aver rubato ad altri. Non era gente molto amichevole quella. Come coloro che lo stavano inseguendo: una volta riconosciuto avevano iniziato ad inseguirlo senza tregua.
-Stupide teste calde!-
Il fiato non gli mancava, era abituato a darsela a gambe. Questa volta però i suoi inseguitori sembravano davvero determinati a riprendersi ciò che gli era stato portato via.
-Fermati maledetto ! La pagherai cara ! Se ti prendo ti sgozzo !..-
Il bracciale era agitato, quasi gli strattonava il braccio, sentiva il pericolo, doveva correre piu svelto.
Quegli omoni robusti e puzzolenti non lo avrebbero di certo lasciato scappare, non prima di avergli dato una bella lezione.
Tatsuya aveva guadagnato un po' di vantaggio addentrandosi nella foresta, nascondersi non sarebbe bastato.
Giratosi in direzione dei suoi inseguitori si chinò, afferrò un pugno di terra e con un lancio deciso la sparse di fronte a lui. In un attimo si alzò una barriera dal terreno. Non avrebbe retto molto agli attacchi, ma era un buon diversivo per guadagnare dell'altro tempo. -Tempo, tempo... mi serve più tempo!-
Riprese a correre ma qualcosa gli sbarrò di colpo la strada. Fece in tempo solo ad abbassarsi per schivare un colpo di spada.
-E tu da dove..?- un altro colpo, schivò anche questo riuscendo ad allontanarsi abbastanza per inquadrare il suo avversario.
Un uomo, forse mezzo indemoniato, alto almeno due metri, largo quanto una quercia, le sue vene gonfie pulsavano di adrenalina; Come lo aveva colto di sorpresa senza farsi sentire? Che razza di stregoneria sapeva usare quel bestione?
Il giovane non sapeva rispondersi, ma non aveva tempo da perdere per queste sciocchezze, una sola cosa ormai gli ronzava nella testa: Abbattilo, abbattilo !
Stese il braccio e nella sua mano si materializzò una spada, prese la rincorsa e si scagliò contro il suo avversario.
Qualche colpo incontrò solo la spada nemica, il rumore delle due lame era cosi forte che credette si potessero rompere.
Il ragazzo iniziò a scaricargli addosso una raffica di colpi senza tregua, ma non fu soddisfatto fino a quando la sua lama non iniziò a sporcarsi del sangue nemico.
Quell'essere era forte ma non agile quanto lui.
Il bracciale lo aiutava a manovrare la spada e a parare i colpi, come sempre, ma il suo spirito era irrequieto e Tatsuya lo percepiva.
Era in pericolo.
Voleva finire alla svelta il suo incontro, i suoi inseguitori non potevano essere lontani.
Si guardò attorno per un attimo per studiare una strategia, il bestione intanto stava caricando il suo attacco. Iniziò a corrergli incontro a spada sguainata con dei passi che facevano tremare il sottosuolo.
Tatsuya lo aspettò immobile, solo quando gli fu abbastanza vicino e iniziò a scaricargli il colpo addosso il ragazzo balzò verso l'albero alle sue spalle. La lama dell'indemoniato aprì una voragine nel suolo e lo spostamento d'aria dell'impatto scosse le foglie degli alberi tutt'attorno. Quando ri alzò lo sguardo ebbe solo il tempo di vedere la spada di Tatsuya fiondarglisi addosso.
Un colpo perfetto, che gli si piantò in mezzo agli occhi. Era fatta.
La spada iniziò ad aprire la ferita. -Te la sei cercata bastardo.-
Lo sguardo della sua vittima trasmetteva incredulità, non gli piaceva guardare gli occhi di chi moriva.
Ma qualcosa improvvisamente cambiò; dapprima una smorfia, come un ghigno, poi gli occhi si fecero intimidatori. La spada iniziò a sprofondare sempre piu velocemente.
-Ma che diavolo?!-
Quel gigante aveva mutato la forma del suo corpo, si stava sciogliendo sotto ai suoi occhi.
Era come tagliare un muro d'acqua.
Una volta che la lama raggiunse il suolo quella strana sostanza si sparse tutt'attorno al ragazzo, ed in men che non si dica si ritrovò cirdondato da un esercito di barbari.
-Idiota! Ma contro chi ti sei cacciato..-
Un attacco di gruppo, Tatsuya non aveva il tempo di colpire che doveva subito proteggersi.
Non si era mai trovato a combattere tanti uomini tutti assieme.
Ci dovevano proprio tenere al bottino che gli aveva portato via.
Abbattè un paio di uomini e ne ferì altrettanti, ma il combattimento sembrava non dover finire mai. Poteva ancora farcela, doveva farcela, o quelli lo avrebbero fatto fuori. Strinse i denti e con un balzo riuscì a scansarsi dal gruppo, ma non per fuggire questa volta.
Diede un pugno al suolo e di fronte a lui le radici degli alberi sbucarono dal terreno accanendosi sui suoi avversari, immobilazzandoli e strangolandoli.
Dopo alcuni istanti alcuni di loro però riuscirono comunque a liberarsi con l'uso delle spade, la sua magia era debole, lui stesso lo era.
Ancora qualche attacco, un incontro estenuante; il bracciale impediva a quei bruti di ferirlo, era incredibile come riuscisse a parare tutti quei colpi senza rompersi.
Ne restavano ancora tre, il più grosso non gli dava tregua mentre gli altri due gli giravano attorno come pazzi senza fermarsi.
Sembravano coordinati con un'unica strategia progettata chissà quando; qual'era esattamente il loro piano?
Ad un tratto si ritrovò immobilizzato, con il braccio dove aveva il bracciale che proteggeva la sua gola dalla spada avversaria. Una spada che premeva sempre di più e con sempre più rabbia.
Gli altri due banditi riuscirono a bloccargli gambe e arma.
Una seconda lama si aggiunse e si appoggiò alla sua schiena, pronta ad affondare.
Era la fine? No ancora no, i suoi spiriti protettori stavano preparando un attacco: il bracciale iniziò ad emettere un bagliore accecante e un secondo dopo un'onda d'urto scagliò i tre uomini a terra.
Ce l'aveva fatta, ma qualcosa comunque non andava.
Come un colpo, una fitta improvvisa.
Qualcosa lo aveva colpito, non era stato nessuno dei suoi tre sfidanti, il bracciale li aveva riconosciuti e messi ko.
Qualcun'altro, mentre il bracciale non lo poteva difendere, aveva percepito la sua vulnerabilità ed aveva agito.
O forse era tutto stato calcolato.
Si girò portandosi una mano al fianco; una freccia, ben piantata sotto alle costole, ed un uomo di fronte a lui con un arco in mano; uno di quegli idioti che prima giaceva a terra era riuscito ad ingannarlo.
Salì nel suo animo un istinto di sopravvivenza più forte del solito; rabbia? Certo, aveva sottovalutato la situazione e loro ne avevano approfittato.
Incredulo e con il respiro affannato dal dolore riuscì solo a colpire nuovamente il terreno, le radici tornarono ad attaccare gli uomini questa volta conficcandosi nelle loro gole.
Non ci credeva. Sangue, dolore, nessuno era mai riuscito a ferirlo in quel modo prima.
Il bracciale gli trasmetteva strane sensazioni, agitate e confuse.
Non aveva mai fallito prima e ora era in panico, si capiva bene, se avesse potuto parlare probabilmente gli avrebbe gridato piangendo le sue scuse. Ma erano solo degli spiriti, quindi non sentì le scuse proprio di nessuno.
Raccolse le forze rimaste, ruppe la freccia e si coprì la ferita con uno straccio e la cinta.
Solo dopo essersi accertato della gravità della situazione controllò anche la sua bisaccia; il bottino era ancora suo.
Cosa poteva fare ora?
Gli servivano medicazioni, cercare delle piante curative ora era la priorità, non poteva riposare.
Si mise pian piano in cammino dentro la foresta, raccogliendo qualche pianta e qualche fiore per farne un infuso contro il dolore e una pomata contro le infezioni.
La ferita pulsava, la punta di freccia si faceva sentire ad ogni passo, ma se l'avesse estratta avrebbe perso troppo sangue per riuscire a proseguire nel suo compito.
Quando credette di avere abbastanza materiale la sua ricerca lo aveva portato fuori dalla foresta.
Si trovò ai piedi di un monte, la vegetazione non esisteva lì, la terra era scura, senza nutrimento, morta.
Poi un grido, no non un grido, un verso molto acuto che proveniva dalla cima.
Per un momento quel suono e quell'atmosfera gli misero i brividi.
I draghi senz'anima, quel suono non poteva che essere prodotto da loro, e su un monte "morto" come quello non poteva che trovarci quelle creature.Un'illuminazione.
Il sangue di quei draghi aveva una proprietà incredibile... guarire ogni ferita.
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Tamashii
AdventureDa quando erano iniziati quegli incubi ricorrenti il cuore del giovane Tatsuya non si dava pace; quelle urla disperate, la sensazione familiare di atroci scene e quel simbolo.. il simbolo che lo tormentava.. quelle notti agitate non gli davano modo...