Si era fatto buio, il colore nero della montagna si confondeva con l'oscurità della notte.
Fortunatamente la luna era piena e luminosa, e con la sua fredda luce disegnava i contorni delle rocce, permettendo di individuare un possibile sentiero per la salita. L'atmosfera che si respirava si faceva sempre piu inquietante, ogni pianta era morta e a terra non cresceva nemmeno un ciuffo d'erba.
Nessun suono, né un grillo né un animale notturno, solo l'eco di quei gridi.
Il bracciale era stranamente "silenzioso", non trasmetteva più agitazione né tormento. Quella sensazione di malessere che Tatsuya aveva percepito e provato quando non era stato in grado di proteggerlo si era placata.
Avendo fallito nel suo compito contro quei banditi stava cercando di rimediare.
Ora non era più il suo scudo. Era una sensazione che il ragazzo non sapeva spiegarsi, come se fosse qualcun'altro a muove le sue gambe.
Salire la montagna non gli costò quasi nessuna fatica, il bracciale regolava il suo battito cardiaco, come per assicurarsi che non si affaticasse troppo o probabilmente perché la ferita non perdesse troppo sangue.
Ogni passo era controllato, si sentiva avvolto da un morbido tepore che manovrava accuratamente ogni suo movimento.
Tatsuya si lasciò trasportare, se non fosse stato per i suoi spiriti protettori non sarebbe mai riuscito a salire la montagna in quelle condizioni.
Si sentiva così fortunato, ed invincibile.
-Se mi sono ritrovato qui proprio ora non può che essere destino, ce la posso fare!-
Più avanzava e più quei versi agghiaccianti si facevano vicini e acuti.Non aveva mai avuto la possibilità di vedere con i suoi occhi quelle misteriose creature, ma ne aveva sentito parlare diverse volte.
Era capitato che alcuni anni prima, in un suo viaggio, avesse udito quei versi e ignaro dell'esistenza dei draghi senz'anima aveva chiesto agli uomini di un villaggio vicino da dove provenissero quei suoni strazianti.
Gli avevano spiegato che quei draghi vivevano nei posti piu desolati e tetri, dove la vita di animali e piante era pressochè inesistente.
Non erano creature pericolose, si nutrivano principalmente di carogne e animali già morti, ma prediligendo per natura posti così desolati i pasti per loro erano piuttosto rari.
Raccontavano di draghi dall'aspetto scheletrico, dalla pelle grigio cenere e con ali sottili da poterci vedere la luce attraverso.
Alcuni sostenevano che il loro verso così straziante non era altro che un grido di disperazione.
Povere creature.
Che scherzo della natura, chi potrebbe mai immaginare vedento una bestia con quell' aspetto che nel suo sangue potesse essere racchiusa la soluzione per ogni male?
In un drago che reincarna la sofferenza pensare di poter trovare il rimedio ad ogni dolore?
Un controsenso colossale, ma era la verità: l'incantesimo più potente per ogni tipo di guarigione si trovava proprio dentro le vene di quelle creature moribonte.
E ora, proprio nel momento in qui Tatsuya ne aveva più bisogno, erano lì, sempre più vicini.Il ragazzo si faceva sempre più impaziente, nonostante tutto l'aiuto del bracciale la debolezza si faceva sentire e il dolore persisteva.
La luna illuminava le grosse rocce attorno a lui, disegnando sinuosi giochi di luce bianchi su di esse e proiettando invece in basso ombre scure e minacciose.
Li sentiva, i draghi erano vicini, un ultimo sforzo.. poi, ad un tratto...
...buio.Era come volteggiare ad occhi chiusi, lontano da tutto e tutti. Un sogno forse, una piacevole sensazione di benessere, leggerezza.
Nessun dolore, la ferita era come non esistesse piu.. anzi, era come se il suo stesso corpo non esistesse, non lo sentiva proprio.
Troppo strano, ma allo stesso tempo meraviglioso.Dove mi trovo? Che é successo?
Che bella sensazione.. mi sento così.. così... non mi sento più in me ecco.. il dolore è svanito.. Sto forse volando?
E i draghi? Non li sento più.. c'è un silenzio irreale.. non sento più nulla, non riesco a muovermi..
Che c'è attorno a me? Qualcosa di impalpabile.. come galleggiare in un mare di morbide piume.. forse dovrei aprire gli occhi. No, fatica inutile..
Ma che importa, sto così bene ora.
Un po freddo.. sempre di più forse.
Un momento, cos'è questo calore? Il mio braccio? Chi mi tocca il braccio?
Che cosa fastidiosa... cos' è questo suono?All' inizio un rumore lontano, poco definito. Sembrava di essere sott' acqua, il suono era ovattato. Poi ad un tratto il ragazzo si sentì afferrare bruscamente il braccio e il rumore diventò una voce.. una voce forte e familiare.
-Tatsuya!-
...Padre?..
Aprì gli occhi di colpo.
Di primo impatto ebbe l'impressione di trovarsi di fronte al suo stesso corpo, si vide in ginocchio, con gli occhi chiusi.
Poi come un tuffo, un risucchio.
Un secondo e tornò alla normalità, era di nuovo nel suo corpo dolorante, tra quelle rocce fredde e scure, confuso e frastornato.
Ma immobile.
Un brivido gli percorse la schiena. Trattenne il respiro.. di fronte a lui, proprio ad un palmo dal suo naso due occhi grigi lo fissavano.
Occhi grandi e vuoti, semplicemente grigi, non esisteva la pupilla lì in mezzo. Senza espressione, fissi, come solo gli occhi di un cadavere possono fissarti.
Solo questo riusciva a pensare.. cadavere.
Ne aveva visti di morti con gli occhi aperti, gli avevano sempre dato l'impressione di guardare qualcosa che i vivi non potevano vedere.. l'oscurità del mondo che lasciavano. Odiava quando succedeva.
Era questo che stavano facendo quegli occhi?
Cosa stavano guardando con insistenza proprio sul suo viso?
Ma quelli non erano gli occhi di un cadavere. Quella cosa era viva e a pochi centimetri da lui, così vicina che poteva sentirsi addosso il suo respiro.
Si sentiva pietrificato; cos' era quella creatura? Cosa voleva da lui?
Iniziò a sudare freddo, immobile, pure deglutire gli sembrò impossibile.
Ma doveva reagire, doveva distogliere lo sguardo o sentiva che sarebbe stata la fine.
Recuperò un po' di lucidità e si trasse in dietro di colpo ma sbattè la schena contro una roccia.
La ferita pulsava, e lui forse era in trappola.
A quel punto pure quegli occhi di ghiaccio si allontanarono un po' e Tatsuya potè vedere bene a chi appartenessero.
Una ragazza, dai capelli lunghi e argentati, dalla pelle candida come la luna e coperta solo da scaglie di drago.
Era in ginocchio di fronte a lui, con quegli occhi senza vita. Poi quando lui si era spostato aveva cambiato espressione e si era alzata in piedi. Era ricomparsa la pupilla nei suoi occhi, e sul suo viso dapprima inespressivo si dipinse un ghigno.
Il suo sguardo si fece sprezzante.
-Stupido uomo. Sei così attaccato alla tua vita? Ti pentirai presto di questa tua avidità. Se non vuoi lasciarmi la tua anima con le buone maniere me la prenderò io con le cattive.-
Allungò il braccio e nella sua mano si materializzò una grossa spada.
Usava la sua stessa tecnica? Ma quella non era una maga elementale, non poteva proprio esserlo!
-Oh si, ti pentirai presto di non avermi ceduto la tua sporca anima in silezio come tutti i tuoi stupidi simili.-Tatsuya non si era mai trovato di fronte ad una creatuta tanto affascinante e allo stesso tempo tanto terrificante.
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Tamashii
Phiêu lưuDa quando erano iniziati quegli incubi ricorrenti il cuore del giovane Tatsuya non si dava pace; quelle urla disperate, la sensazione familiare di atroci scene e quel simbolo.. il simbolo che lo tormentava.. quelle notti agitate non gli davano modo...