Grace

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2018
Nelle strade di New York c'era casino, molte donne erano scese in piazza per il "women's march on Washington", volevano manifestare contro le recenti affermazioni maschiliste del nuovo presidente d'America Donald Trump.
Anche gli uomini erano scesi in piazza, era giusto combattere al loro fianco. Dunque tutta New York  sosteneva questa protesta, i bar erano quasi vuoti, i negozi erano deserti; niente e nessuno avrebbe potuto fermare la manifestazione.
Tutti erano presi dal fervore della protesta, c'era chi urlava, chi cantava, chi alzava gli striscioni per metterli ben in vista. A nessuno sembrava dar fastidio, chi incrociava la manifestazione per caso si fermava a guardare il corteo meravigliato.
A tutto questo  però non era abituato Bucky Barnes. Si sentiva ancora un estraneo nonostante erano già passati due anni da quando aveva lasciato quell'angolo di Paradiso del Wakanda per trasferirsi in un piccolo appartamento della Grande Mela. Il ragazzo dai capelli lunghi e neri osservava migliaia di donne sfilare tutte insieme e unite nel loro movimento, rimanendo meravigliato dal loro reciproco sostegno. Cercò di farsi strada tra le migliaia di persone che manifestavano. 
<<Ehi, ragazzina. Cos'è successo?>> Bucky si rivolse ad una giovane ragazza dai capelli neri corvini. Non era molto aggiornato degli ultimi eventi, aveva lasciato gli avvenimenti del mondo esterno fuori dalla sua vita perché si era stancato di essere continuamente deluso dagli altri. Dopo la battaglia contro Thanos aveva perso ogni contatto con gli Avengers, tranne con Steve.
La ragazza dai capelli corvini sosteneva per aria un cartellone con scritto "Fuck you Trump" e si voltò verso di lui dopo che ebbe urlato: "le donne non sono degli oggetti".
<<Ma dove vivi, su Marte? È da una settimana che si organizza questa manifestazione per dimostrare al Presidente che certi suoi commenti sono sessisti. Pretendiamo rispetto e delle scuse.>>
Appena Bucky la vide per bene, i ricordi di un passato lontano iniziarono ad affiorargli nella mente. Come poteva essere così uguale a lei? Era forse lei? Non credeva nella reincarnazione eppure era la copia spiaccicata di ...<<Grace?>> sussurrò. La ragazza lo guardò con aria interrogativa. Quell'uomo gli sembrava strano il fatto che, in pieno marzo, indossasse una giacca e dei guanti. Va bene che il tempo ultimamente stava facendo brutti scherzi, ma finalmente era venuta fuori una bella giornata di Sole. Lasciò perdere quel piccolo dettaglio, la sua attenzione fu attirata dal fatto che quel giovane e strambo ragazzo sembrava a disagio, quasi spaesato.
<<Ma hai ascoltato quello che ti ho detto?>>
<<Sì.>> biascicò Bucky.
<<Comunque mi chiamo Martha. Stai partecipando anche tu?>> domandò curiosa. La ragazza abbassò il cartellone per un attimo e si mise ad osservarlo curiosa. L'uomo sembrava essere a disagio, come se tutta quella gente lo disorientasse. 
<<No, scusami devo andare!>> Bucky si guardò intorno, cercando una via d'uscita. Avrebbe voluto partecipare ma quella ragazza gli aveva portato alla mente ricordi dolorosi che aveva sempre cercato di rimuovere o perlomeno rinchiuderli da qualche parte nella sua testa.  Cercava  di convincersi che non poteva essere Grace, lei era morta, ne era certo. E se fosse stato un piano dell'Hydra riportarla in vita? No, che stava dicendo. L'Hydra era stata sconfitta, non c'era più. Quella ragazza era solo simile alla sua Grace, non era lei.
<<Perché sei così scorbutico? Mi chiedi informazioni e poi mi tratti come una scema?>> Martha prese fiato. <<Non ti sei nemmeno presentato. E poi si può sapere chi cavolo è Grace?>>
Bucky non l'ascoltava, aveva trovato una via d'uscita. Si fece largo tra la folla e cercò di allontanarsi il più in fretta possibile.
<<Ehi, dove pensi di andare, maleducato. Ti stavo parlando!>>.
Martha lo seguì, voleva sapere chi diavolo fosse quel Bucky e perché l'aveva chiamata Grace. Mentre si faceva strada tra la folla cercando di raggiungerlo, si chiedeva perché le importasse tanto visto che era sicura che l'avesse confusa per una sua ex o una donna con cui era stato una notte. Qualcosa dentro di lei gli diceva di seguirlo, di non lasciarlo fuggire. Così si era ritrovata a corrergli dietro e ad urlargli come una forsennata di fermarsi. 

1950
Grace Williams era ormai una giovane donna affermata. Nessuno avrebbe puntato su di lei tre anni fa eppure lei c'era riuscita ad arruolarsi nell'esercito. Aveva persino combattuto al fianco di Captain America la Seconda Guerra Mondiale.
Durante la sua permanenza sul campo, Grace  si era sempre tenuta alla larga dalle avance degli uomini. Non provava interesse per nessuno, si considerava sposata col suo lavoro. Tutto questo fin quando non aveva conosciuto il sergente James Barnes, noto come Bucky Barnes.
Dopo quattro anni si era trasferita in America per continuare la sua vita e per stare con l'uomo che un giorno avrebbe voluto sposare. Bucky era via per una missione insieme a Steve e gli mancava tantissimo. Lui le aveva detto che l'avrebbe raggiunta in America dopo qualche mese, Grace attendeva con ansia il suo ritorno per dargli la bellissima notizia. Non vedeva l'ora di vedere il volto del suo fidanzato illuminarsi quando gli avrebbe detto che aspettava un bambino.
Grace attendeva con ansia, aveva atteso e continuò ad attendere.

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