Mi è già capitato

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Set me to scale the high Pyramides,
And thereon set the diadem of France;
I'll either rend it with my nails to naught,
Or mount the top with my aspiring wings,
Although my downfall be the deepest hell.



Faceva caldo, un caldo sopportabile, certo.
Giugno era appena iniziato e dalla finestra aperta entrava una brezza leggera, rinfrescante.
Mi stiracchiai sentendomi un po' indolenzito e mettendomi seduto sul letto, mi resi conto che avevamo dormito agli antipodi del letto, chissà come ci ero arrivato dall'altra parte durante la notte.
Recuperai una sigaretta dal comodino e la accesi prendendone un profondo tiro, dovevo cercare di smetterla per il suo bene, ma ancora non ci riuscivo.
Lo sentì muoversi dietro di me, si stava svegliando con i suoi piccoli mugolii, il suo rigirarsi tra le lenzuola come se non volesse arrendersi al risveglio e poi la sua mano che mi accarezzava la schiena, mi stava chiamando, ero troppo lontano da lui così mi lasciai cadere con attenzione all'indietro.
"Vuoi che ti legga qualcosa?" sentivo la sua mano accarezzarmi i capelli in modo distratto com'era solito fare, sapevo che alcuni suoi movimenti erano involontari, li faceva istintivamente e questa cosa mi piaceva, mi piaceva quando durante la notte mi cercava per dormire meglio, adoravo quando cercava il mio sguardo per avere il consenso su qualcosa, o quando allungava la mano verso di me per essere certo che fossi ancora lì accanto a lui.
Ci cercavamo nei sogni come ci cercavamo nella vita, non smettevamo mai di rincorrerci e di amarci.
"Sai che amo quando leggi per me." Sussurrai dopo aver lasciato andare una piccola nuvola di fumo.
Avevo il capo posato sul suo ventre così da poterlo sentire respirare, da essere cullato dal suo corpo, era la mia posizione preferita quando non facevamo l'amore.
Iniziò a leggere con la sua dolce voce calda mentre la sua mano continuava a vagare tra i miei capelli finendo inevitabilmente sul mio viso e chiusi gli occhi lasciandomi accarezzare.
Mi sfiorò le labbra con i polpastrelli e li baciai uno a uno, con dolcezza, sperando di non disturbare la sua lettura perché volevo bearmi della sua voce.
Mi schiuse le labbra così da infilarmi il pollice tra di esse, uno dei suoi soliti gesti che trovavo molto eccitante, iniziai a succhiare lentamente la prima falange e lo sentì tremare sotto di me, così il tono della sua voce e sorrisi compiaciuto dell'effetto che avevo su di lui.
Con Herni non servivano parole o dichiarazioni plateali, era il suo corpo a parlarmi.
"Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere." Finì alla fine con un sospiro e mi attirò a se per baciarmi, con necessità, urgenza.
"Baciami, Lion, baciami come non hai mai baciato nessuno." Mi supplicò, una supplica disperata sulla punta di quelle labbra rosee e chi ero io per privarlo di un bacio?
Mi stesi su di lui, intrecciando le gambe con le sue lunghe e attorcigliate tra le lenzuola, aderì il mio corpo al suo come due sillabe di una parola, posai le labbra sul suo collo baciandolo lentamente, salendo fino ad arrivare alle sue labbra, ma prima di accontentare la sua supplica m'immersi nei suoi occhi che erano lo specchio della mia anima, che gridavano amore e assorbivano il mio, che erano così belli da sembrare impossibili.
"Lion.." ancora un supplica, più una preghiera questa volta e lo baciai assaporando quelle labbra morbide e sottili, la sua lingua calda, il suo sapore in bocca e in tutto il corpo, lo amavo più di qualsiasi amante scritto nelle sue preziose poesie e libri, lo amavo in maniera impossibile, dove le parole non potevano arrivare a spiegare.
Sentì la sua mano calda scendere lungo il mio petto, il ventre, arrivando finalmente sul...


Lost, lost, lost, lost

I went to see England, but England's lostI went to see England, but England's lostAnd everyone said we were all ripped offI went to see England, but England lostLost, lost, lost

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