Capitolo 1

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Note iniziali: Questa storia non è mia. Tutti i diritti vanno alla talentuosissima hattalove. Lascio qui il link alla storia ( https://archiveofourown.org/works/10785375/chapters/23922933). Voglio ringraziare l'autrice oltre misura per avermi dato il permesso di tradurre questa storia.
Come potrete notare la storia originale è divisa in due capitoli da 124K. Ho fatto la scelta di dividerla in cinque capitoli così da poter alleggerire la lettura.
Ripeto che ogni diritto va all'autrice della storia, io ho solo tradotto.
I crediti per il collage vanno a matchingbees su Tumblr.
L'ultimo ringraziamento doversosissimo va alla mia beta Giulia, la migliore che potessi avere, che con la sua simpatia e le sue competenze rimette tutto al proprio posto. Non so dove sarei senza di te.
Inoltre grazie a tutti voi che leggerete questo primo capitolo,
vi auguro buona lettura.






Got the Sunshine on my Shoulders



Capitolo 1

Sta piovendo.

Ovviamente sta piovendo, cazzo.

"Niall," si lamenta Harry contro il telefono, tenendolo con una mano mentre prova a capire come attivare i tergicristalli. "Quando ho detto 'qualcosa che non dia nell'occhio', non intendevo una Ford Fiesta."

"Qual è il problema?" chiede Niall dall'altro capo del telefono. Sembra che stia sorseggiando qualcosa, il bastardo, e il brusio debole in sottofondo può essere attribuito solo alle onde che si infrangono sulla spiaggia. "È una macchina di tutto rispetto. Pensavo che non volessi che nessuno ti riconoscesse — "

"È troppo bassa," lo interrompe Harry. Non è pronto per un'altra predica, non dopo il viaggio che ha appena fatto. "E l'acqua è – è ovunque. Ci scivolerò sopra e mi ribalterò dentro ad un fosso, e a quel punto tu rimarrai senza lavoro."

La sua voce è leggermente stridula nell'interno microscopico della macchina. Vorrebbe poterla controllare. Stai calmo, stai calmo, stai calmo, cazzo—

Niall fa un respiro profondo. "Ascoltami," dice. "Metti quei tuoi piedi inutili sui pedali e guida."

"Ma non voglio," piagnucola Harry. Un lato della sua bocca si alza; si sta comportando come un ragazzino viziato, davvero tanto.

"Sei un bambino," dice Niall, senza nessuna emozione. "Ti do dieci secondi per attaccare e cominciare a guidare, altrimenti chiamo Peter e gli dico di prendere il primo aereo fino a lì."

"Niente sicurezza," dice Harry bruscamente. Hanno già affrontato quell'argomento così tante volte che è diventato quasi un mantra, in realtà. "Niente sicurezza. Ora vado."

"Bene," replica Niall. Sta ridacchiando, a giudicare dal suo tono. Harry spera, solo per poco, che affoghi in qualsiasi mare che sta causando il rumore rilassante dall'altra parte della linea. "Non chiamarmi fino a che non hai fatto. Mi hai sentito?"

Harry sospira. "Ti ho sentito — "

"Non. Chiamarmi."

"Dovresti essere uno speaker motivazionale," dice Harry, girando finalmente la manopola giusta che fa oscillare i tergicristalli sul parabrezza. Una Ford. Dio Santo.

"Ciao, Harry," replica Niall, emette un suono che sembra vagamente un bacio volante, e poi cade la linea.

Harry sospira, di nuovo, e la macchina rimbomba sotto di lui come se si stesse innervosendo. O forse semplicemente potrebbe essere sul punto di abbandonarlo – ha i fanali accesi anche se sono le tre del pomeriggio, e le ventole stanno sparando aria calda. Il suo sedere è sempre davvero, davvero molto freddo; a quanto pare, i sedili riscaldati non sono lo standard per questo modello così alla moda.

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