Mi svegliai, aprendo gli occhi lentamente, vedevo tutto sfocato, poi piano piano la vista ritornava mi accorsi che ero a terra, steso, e con un mal di testa da non lasciarmi pensare.
Indossavo degli abiti leggeri: una maglietta bianca e un paio di pantaloncini neri. Incominciai ad alzarmi e a guardarmi intorno, ero in un salotto molto ben arredato ma poco illuminato, da solo una luce vicino al sofà. Il quale aveva un color bianco ghiaccio ed era a penisola, di fronte c'era un tavolinetto in vetro, più avanti attaccata al muro una tv di almeno 60 pollici, il muro era di un grigio molto chiaro, a terra era tutto di un legno dello stesso colore del muro, molto elegante, alla mia sinistra, invece, era presente una grande finestra che si affacciava su un paesaggio che non riuscii a notare bene, forse per il buio fuori, più in là c'era una piccola cucina che comunicava con il salotto, nelle quale c'era un tavolino rettangolare in legno con solo due sedie.
In quel momento feci caso all' hometeatre accesso, c'era una canzone alla radio, il ritornello mi suonava familiare:"Back when we were kids, swear that we never died.." non ricordo perché ma in quel momento sapevo solo che mi trasmetteva delle emozioni strane, come se fosse mia, come se l'avessi composta io quella canzone, mi vennero in mente gli accordi e le note, ricordai anche come suonare alla chitarra, ma senza sapere come facevo. Era la prima volta che ascoltavo quella canzone, o no?
Avevo ancora tanta confusione in mente, quando mi accostai per spegnere la radio, per avere più silenzio, per poter pesare e non esser distratto da quella melodia, la quale avrei cercato informazioni su Google più tardi.
Ricordo di esser andato verso il corridoio, in cui era presente uno specchio, che era vicino alla porta d'entrata, dovevo assolutamente vedere in che condizioni ero.
Avevo i miei capelli castano chiaro scombinati, che risistemai con una mano un po' alla meglio, notai che i miei occhi verdi erano un po' arrossati non so perché, poi guardai all'altezza dell'ombelico e vidi che la maglietta che indossavo era strappata, stranamente a quello strappo coincideva un lieve graffio sul mio addome. Non ricordavo nulla.
Provai a pensare a quello che avevo fatto prima, ma con mio grande sconforto non riuscii a ricordare, sapevo solo di essermi svegliato su quel dannato pavimento.Aspetta, ma questa non è casa mia!
Guardando vicino allo specchio c'era un attaccapanni ed era appesa una giacca in pelle nera, con una scritta:"Love Automatic"
Amore automatico? Mi ricorda qualcosa.
La presi e la indossai, mi passò davanti agli occhi uno scenario: era pieno di luci, di colori e di persone, una in particolare era affianco a me, mi spiegava come dovevo muovermi e comportarmi, in modo che tutto fosse perfetto, poi il mio sguardo notò anche delle telecamere. Altre persone aggiustavano i microfoni, e delle attrezzature che non notai del tutto, i dettagli era sfuocati, non riuscivo a concentrarmi.
Un senso di frustrazione mi riportò alla realtà e riaprì gli occhi.
Ma chissà dov'ero, per caso sono un attore?
Da dentro una tasca senti con il tatto un oggetto liscio: un telefono.
Riconobbi immediatamente quest'ultimo, grazie alla cover rossa che di solito tenevo.
Aprendolo vidi una schermata che non riconoscevo come la mia, era una sensazione strana quella che provai in quel momento, mi sentivo smarrito.
Quando aprii la galleria ricordai subito Genevieve, mia moglie, e i miei figli. Subito mi prese un ansia che mi attanagliò il cuore e me lo fece battere a mille.Dove sono ora? Stanno bene? Che cosa è successo? Dove diavolo sono io?
Dovevo capire, volevo delle risposte, quindi decisi di vedere le ultime chiamate scorrendo con il dito fino al registro chiamate, ma scoprì che qualcuno lo aveva cancellato.
Quindi provai con la rubrica, vidi tutti nomi che non mi dicevano niente, NIENTE!
In quel momento realizai di aver scordato anche il mio vero nome.
Dopo un paio di secondi trovai il numero di Genevieve e subito partì la chiamata, sperando che mi avrebbe dato lei delle risposte.
"Pronto?"
meno male ha risposto!!
"Ciao amore, dove sei? Tutto bene?"
"Emm mi scusi ha sbagliato numero signore..."
"Sono io, tuo marito, almeno credo.."
"Lei sta scherzando? Ryan è qui, se vuole glielo passo..."
Ryan? Ma non è il mio nome?
"Ma io sono Ryan! Gen non mi riconosci? ti prego aiutami "
non è possibile tutto questo!!
"Mi scusi non so come abbia avuto il mio numero, ma la smetta di importunarmi!"
"No, aspetta un secondo posso spiegarti come.."
Ha messo giù, ma come può essere.
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Solo nel Buio
FanfictionIl nostro sfortunato Ryan si ritrova in una casa, svenuto a terra, e molto presto capirà di esser stato rapito, ma la sua memoria fa ancora un po' cilecca e non sa ancora alcune cose... Dove si trova? Perché è lì? E soprattutto riuscirà a tornare a...