Chapter 5

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Una volta usciti da quell'inferno l'aria fresca, forse un po' troppo fredda, mi invase le narici che mi spostò leggermente i capelli, e mi fece provare un brivido per tutto il corpo. Il sole che passava attraverso le nuvole a contatto con il mio viso mi fece provare una sensazione di calore con la quale per un attimo dimenticai tutti i problemi.
Davanti a me, dopo la grande scalinata di questo stabile, c'era un viale alberato, con gradi alberi che mi sembrarono potessero toccare il cielo, a sinistra c'era la rastrelliera, dove poter mettere le bici, e Marco si dirigeva verso di essa.
"Allora sei pronto a pedalare?" disse indicando le prime due bici, una argentata e una nera, in ottime condizioni, quasi sembravano nuove.
"Tu hai pensato proprio a tutto eh?" gli dissi ridendo.
Ci avvicinammo alle bici.
"Eh certo!!" disse mentre toglieva le catene e le riponeva nel suo cestino.
Dovevo aspettarmelo da lui, è un ambientalista nato.
Una volta iniziato a pedalare, lui mi fece cenno con la mano di seguirlo, e dopo un po' gli feci una domanda.
"Hey ma dove stiamo andando?"
"Ti porto a fare un giro della città, così ti ambienti un po', e vedi quanto è bello questo posto." disse.
Aveva ragione, era davvero bella.
Piena di fiori, piena di verde e ad un certo punto riuscì a vedere un monumento più alto degli altri, non sapendo cosa fosse chiesi a Marco:"Quella "torre" la giù, che cos'è?"
"Intendi la Mole?" Haha non è una torre, è la Mole Antonelliana, un edificio monumentale di Torino che deve il suo nome all'architetto Alessandro Antonelli" io lo ascoltai attento e curioso come un bambino.
Ora Marco si fermò e mi chiese:
"Vuoi vedere Torino dall'alto?"
E io accettai con piacere.
Una volta legate le bici, prendemmo un ascensore panoramico, che ci portò in un posto in cui si poteva vedere a 360° la citta.
"Wow!!" Affermai.
"Bella vero?"
"Magnifica" risposi scattando anche qualche foto.
Sembrava tutto così piccolo da la su.
Poi una volta riprese le bici ci dirigemmo verso il Duomo, poi piazza San Carlo, e qui Marco mi spiegò un po' la storia delle due chiese barocche, che si affacciano su di essa.
Mi resi conto che è una città piana di storia e di fascino.
Una volta fatto un ultimo giro per il centro storico, ci spostammo in una piccola piazzetta piena di vita, piena di persone impegnate a fare compere o a rilassarsi al bar.
"Ti va un caffè? offro io." Mi chiese scendendo dalla bici.
"Si grazie, con molto piacere" dissi legando la mia.
Una volta entrati il profumo di caffè mi investì, adoravo quell'odore, poi percepì il piacevole brusio di persone che parlavano, il rumore della macchina del caffè in funzione e tutti gli altri suoni che prima d'ora non avevo mai notato per davvero con attenzione, forse per la distrazione, ma ora mi sembrava di scoprire un nuovo mondo.
"Due caffè macchiati, grazie!" ordinò Marco al bancone
"Ci sediamo fuori? Per parlare senza problemi"
"Si!" dissi ancora un po' con la testa tra le nuvole.
Una volta usciti ci sedemmo e Marco mi chiese:"Allora ti piace Torino?"
"Certo, è davvero bella!" dissi con un sorriso anche troppo raggiante.
Poi un particolare mi colpí, mi sentivo come se qualcuno mi stesse osservando, una sensazione non molto piacevole quasi opprimente.
Ma chi è che mi sta guardando?
Provai a guardarmi un attimo attorno, e vidi dietro ad un vicolo buio, un ombra che mi incuriosì.
"Ryan tutto bene? Ti vedo un po' pensieroso." disse Marco ma io non lo ascoltai, fissai intensamente nella direzione in cui vedevo l'ombra, un attimo fa.
"Si, sto bene ma.." stavo per dirgli quello che avevo visto, ma purtroppo venni interrotto dal cameriere.
"Ecco i vostri caffè signori!!" e dopo averlo ringraziato sparì dietro le porte di vetro del bar.
Ora rivedendo quel vicolo non c'era più nessuno, pensai che fosse stato un gatto randagio, ma mi sbagliavo.
"Scusa dicevi?" mi sollecito Marco.
"Niente, pensavo a tutto questo.." prendendo un sorso di questo caffè, ora il mio sguardo era diretto verso il nulla.
"Lo so che è difficile, ed è anche molto surreale, ma vedrai che un modo lo troveremo, intanto aspettiamo che questi giorni passino, e che i ragazzi arrivino qui, e poi al dopo penseremo!!" disse lui, un po' troppo alla leggera.
Forse aveva ragione, ma credo che lui non abbia capito come davvero mi sentivo, senza vita e senza speranza.
"Si, ma capisci, un giorno ti svegli e non sai più chi sei..." Marco mi interruppe subito.
"Lo so che è difficile, ma la cosa più importante è non perdere le speranze, e poi ci sono io ad aiutarti!" mi disse ammiccando con un mezzo sorriso, che nascondeva un filo di preoccupazione.
Io ascoltai le sue parole ma la mia tristezza non voleva cessare.
"Si lo so, infatti non saprei proprio come fare senza di te!" dissi sinceramente.
"Oh, ma così mi fai arrossire!!"
Scoppiammo tutti e due a ridere.
"A questo servono gli amici no?" mi disse.
Io prima di rispondergli fini il mio caffè tutto d'un sorso:
"Si hai ragione, e questo caffè è formidabile, adoro il caffè italiano!!"
"Mi fa piacere che ti piaccia" disse finendo anche lui il suo, poi continuò dicendo: "Bene ora ti lascio un attimo, vado a pagare, torno subito."
"D'accordo" dissi annuendo, poi lui si alzò ed entro in quelle grandi porte a vetri.
In questi pochi minuti mi misi a pensare, portandomi le mani vicino alla bocca.

Non riesco ancora a spiegarmi come mi hanno portato qui in Italia.
Perché, vorrei sapere il perché.
In quel momento il flash back, di quella notte...
"maltrattavi tutti, l'ho visto con i miei occhi, e allora decisi di intervenire..." quelle parole.
Poi lo sparo..

"Mi scusi signore, signore?" quel cameriere, mi distrasse ancora una volta dai miei brutti pensieri.
"Si?" risposi guardandolo dal basso verso l'alto.
"Questo è un biglietto che quella donna li infondo le recapita" mi disse indicando una donna di spalle con cappello e impermeabile, a un paio di tavoli più lontano da me.
"Ma è sicuro?"
"Si, signore" disse e poi subito dopo si congedò.

Un biglietto per me?

Osservai questo pezzetto di carta beige piegato a meta, e dall'esterno non mi diceva granché, a dir la verità avevo un po' paura del messaggio che poteva contenere, ma ero troppo curioso per non poterlo aprire.
Lo aprii subito dopo e quello che c'era scritto sopra mi fece rimanere un po' perplesso:

"So chi sei, e non ti preoccupare per il resto!"

Una volta finito di leggere alzai immediatamente lo sguardo cercando la donna del biglietto, ma ora era sparita. Mi alzai in piedi di scatto e la cercai tra i tavolini, facendo finta di entrare nel bar. Ma alla fine non la trovai, era scomparsa nel nulla, con tutto il suo mistero.
Volevo risposte, chi era quella donna, e come faceva a sapere chi ero, forse mi aveva riconosciuto, era facile riconoscermi, sono famoso, o almeno lo ero. Ma poi cosa voleva da me, e perché mi ha scritto quelle cose, di cosa devo dubitare?
Milioni di pensieri mi passarono per la mente, senza trovare le risposte che volevo, senza trovare un senso a quello scritto nel biglietto, non capivo più niente, ero in uno stato di Black out totale.

In quel preciso istante Marco uscì dal bar:"Scusa se ci ho messo troppo ma c'era un po' di fila, ora andiamo?"
"Andiamo via subito!" dissi.
Ci avviciniamo alle bici e non appena Marco slego la mia partii verso nemmeno io so cosa.
"Ryan aspettami, dove vai!!" Mi chiamò lui da dietro, io andai avanti senza ascoltarlo, non volevo comportarmi male con lui, ma ero così frustrato che non feci attenzione al mio comportamento non troppo educato.
Dopo un po' mi fermai ad un incrocio, e per fortuna, vidi sbucare alla mia sinistra il povero Marco.
"Scusami non volevo scappare in quel modo! Ma non era sicuro quel posto." dissi scusandomi con lui.
"Avevo paura di averti perso, ma perché dici così?" mi chiese lui con un po' di fiatone.
"Guarda" dissi mostrandogli il biglietto.
"Chi te lo ha dato?" ora la sua espressione diventò corrucciata, mi guardava con uno sguardo preoccupato.
"Un cameriere, dicendo che una donna gli aveva detto di consegnarmelo."
"E tu sospetti che sia la stessa persona che ha tentato di ucciderti?" mi chiese.
"Non penso, non avrebbe tanto senso." dissi riprendendomi il biglietto, poi gli indicai la frase e dissi:"La cosa che più mi spaventa di più è il non sapere l'identità di questa persona" dissi guardandolo negli occhi.
In quel preciso istante il celo si coprì di nuvole grigie piene di pioggia e di lì a pochi secondi avrebbe cominciato a piovere.
"Ryan, sta per venire a piovere dobbiamo andare a casa, ora!" disse iniziando a pedalare.
In quel momento pensai che non avevo paura di un po' di pioggia, e non avevo nemmeno paura di bagnarmi, niente e nessuno ormai poteva togliermi dalla mente questo dubbio.

Spero che almeno tu stia bene...

Note autrice😊

Quante cose sono successe in questo capito.
Il nostro Ryan incontra ancora un altra donna, che le da questo strano biglietto che lo spaventa un po'.
Sembra che sia sfortunato con le donne eh?😅
Anyway chi sarà questo nuovo personaggio? E cosa vorrà da Ryan?

Grazie per tutto il supporto💓

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