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Harry's Pov.

"Cosa diavolo sta succedendo? Non puoi uscire allo scoperto!" Afferma Niall, apparendo confuso e furioso allo stesso tempo.

I suoi occhi sono sconvolti e, da un lato, capisco perfettamente il suo punto di vista e il fatto che la mia mossa possa sembrare pericolosa, ma non lo è.

Continuando a comportarmi così, ogni cosa sarà sotto il mio controllo e finalmente riuscirò ad arrivare al mio obiettivo.

"Stai tranquillo, amico, è tutto sotto controllo." Rispondo pacatamente, tentando di restare il più razionale possibile.

"Tu vuoi la morte, Harry! Cosa diavolo ti viene in mente? Non erano questi gli ordini!" Controbatte, alzando il tono di voce.

"Abbassa la voce, altrimenti quello a rimanerci secco sarai tu." Ribatto in tono asettico.

"Tu sei a rischio, davvero." Dice in modo stressato, mentre gira per la camera torturandosi i capelli.

"Se ti scopriranno? Cosa succederà? Sospetteranno sicuramente di te." La sua voce suona stressata e tesa come un violino.

"Sospetteranno di una stupida ragazzina?" Sputo dalla rabbia, scuotendo la testa "Stai tranquillo, Niall. È tutto nelle mie mani."

"Che cos'hai intenzione di fare?" Domanda lui, sembrando meno preoccupato.

"Voglio che lei si fidi completamente di me e, a quel punto, voglio sapere tutto ciò di cui lei è a conoscenza." Rispondo sinceramente, facendo spallucce.

"Sai bene che lei non conosce nemmeno un millesimo di ciò che c'è dietro."

"Sarà. Ad ogni modo potrei usarla come esca. Se non servirà a nulla, di certo non resterò a mani secche," ghigno "non mi sembra eccessivamente male."

"Ah, Harry" Niall canzona il mio nome, scuotendo la testa, mentre tamburella le dita contro la scrivania a lato della camera "sei incorregibile."

***

Cailey's Pov.

Aspetto che Niall medichi Andrew prima di tentare un'ultima volta di andare a parlargli.

"Anche se non ho idea di cosa tu abbia fatto, so che in questo momento ti sembra irrazionale parlarne con qualcuno... ma riflettici. Pensa al fatto che non succederà mai più e che eviterai che questo terribile evento accada di nuovo. Ti prego, fallo." Gli sorrido, per poi allontanarmi.

Il viaggio in auto passa silenziosamente, finquando non si lascia Andrew sotto il suo appartamento.

"Perché?" Domando improvvisamente ad Harry, mentre lui riparte.

"Cosa?" Chiede confuso e, per un attimo, mi sembra di vedere un'ombra di paura nei suoi occhi.

"Perché non volevi che lui chiedesse aiuto?"

"Deve capirlo da solo," fa una piccola pausa "altrimenti non capirà mai la gravità della situazione."

"Ha bisogno di aiuto e lo sai, solo che non vuoi ammetterlo neanche a te stesso." Scuoto la testa, infastidita dal suo modo di comportarsi.

"È ovvio, ma come pretendi che si comporti razionalmente se ha paura?" Le sue mani stringono saldamente il volante, tanto da far diventare le nocche bianche.

"So che chiederà aiuto, Harry, ma noi avremmo potuto fare di meglio."

"Noi? Sconosciuti? Senza saperne nulla? È ridicolo, Cailey. Finché lui non è sicuro al cento per cento, non si potrà mai fare nulla per lui."

"Oh mio Dio, Harry, sta' zitto." Sbuffo, girando la testa verso il finestrino.

Lui fa come dico e accende la radio, mettendo a volume basso Greetings from Califournia dei The Neighbourhood.

Sorrido leggermente, apprezzando i suoi gusti musicali decisamente più delle sue parole.

Appoggio la testa al sedile, chiudendo gli occhi mentre mi lascio cullare dalla canzone.

Quando sento la calda mano di Harry toccarmi la spalla, apro di scatto gli occhi.

"Svegliati, dovresti scendere." Dice Harry, suonando più rilassato del solito.

Quando giro la testa, i suoi occhi sono fissi sui miei.

"C-come fai a sapere dove abito?" Gli chiedo attonita, stirandomi la maglia con l'aiuto delle mani.

"Conosco la tua amica," sposta lo sguardo verso l'appartamento "non ricordi?"

"Certo, certo." Annuisco, per poi slacciarmi la cintura.

"Immagino ci vedremo domani." Dice lui, alla fine.

"Già... ciao, Harry." Lo saluto, aprendo lo sportello senza aspettare una sua risposta.

Corro verso il mio appartamento, decidendo di usare le scale, poiché l'ascensore è occupato.

Dopo aver suonato il campanello, Margaret mi apre la porta.

"Hey." Mi saluta, passandosi le dita per i corti capelli rossi.
È vestita con una semplice canottiera bianca e degli shorts neri.

"Sembri stanca." Noto mentre entro in casa, per poi chiudere la porta a chiave.

"Lo sono," sbotta "mancano due settimane al Ballo di Primavera, eppure ci stanno facendo lavorare come dannati già da ora!" Continua, buttandosi sul divano.

"Ballo di Primavera?" Domando, confusa.

"Si, non te ne hanno mai parlato?"

Scuoto la testa: "pensavo si festeggiasse solo nelle scuole."

"Figurati se una catena del genere si perderà l'occasione di guadagnarci su." Alza gli occhi al cielo, sbuffando.

"Cosa si dovrà fare in questo ballo, quindi?"

"Noi abbiamo il compito di spostare i tavoli, montare le luci, allestire i piani, cambiare le tende e ogni cosa riguardante questa sfera." Risponde Margaret.

"Figo."

"Oh no! Questo sarà figo per una perfezionista ossessionata come te!" Sorride lei.

La guardo storto, mentre scuoto la testa.

Inizio a pensare cosa preparare la cena, aprendo le dispense ed il frigorifero.

Dopo vari secondi di confusione, decido di optare per qualcosa di surgelato.

Sento i passi della mia amica, la quale si dirige verso la cucina, per poi appoggiarsi sul tavolo.

"Non hai ancora cenato?" Chiede, indicando con un cenno della testa il frigorifero aperto.

"No, ho avuto dei disguidi mentre lavoravo." Devio il discorso, mentre apro una confezione di patatine fritte.

"A proposito di lavoro, hai visto il nuovo arrivato al pub?" Domanda Margaret, suonando piuttosto entusiasta.

"Eccome. L'ho visto e rivisto," sbotto "è davvero uno stupido."

Sting [Harry Styles]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora