capitolo due

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Mi ero completamente dimenticata del compito di storia,ieri ho passato una giornata intera a casa di Bea,la mia migliore amica,e non ho studiato praticamente niente.Mi aggiusto lo zaino sulle spalle e mando un messaggio a Simone,per dirli che lo aspetterò alla fermata del bus visto che non è ancora arrivato.Mentre sto per premere "invio" sento un braccio che mi cinge in vita.È Simone.Mi fa girare e mi da un bacio leggero sulle labbra.
-"Sei in ritardo" mi dice sorridente.
-"Scusami tanto" dico sarcastica. -"Dai andiamo." Affermo tirandolo per un braccio.Attraversiamo il corso e iniziamo a parlare del più e del meno.Simone inizia a prendermi in giro per aver dimenticato la verifica della Colombo e, senza pensarci due volte, lo spingo spostandolo di qualche centimetro,facendolo barcollare.
-"Stai attendo a dove metti i piedi" una voce brusca mi azzittisce subito.Un ragazzo alto,con dei tatuaggi lungo le braccia si piazza davanti Simone.I suoi occhi chiarissimi,color ghiaccio,scrutano quelli blu del mio fidanzato.È molto carino,ma non l'ho mai visto prima.Deve essere più grande di noi,eppure ha un viso così familiare...
-"Scusa,ho perso l'equilibrio." Simone continua a ridere senza cessare il contatto visivo.
-"Già,colpa mia,scusa." Intervengo iniziando a fissarlo,e lui fa lo stesso.
Un brivido mi percorre,ma non capisco il perché.I suoi occhi sono così profondi che mi ci perdo dentro.È la prima volta che mi capita una cosa simile,e mi viene naturale spostare lo sguardo su Simone che mi prende per mano e mi indica l'autobus.
Un secondo e lo sconosciuto è sparito.
-"Hai visto che combini?" Scherza Simone.Riesco solo a sorridere timidamente e ci incamminiamo per non perdere l'autobus.

Che freddo fa quando non sei quiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora