Dopo essere tornata a casa vado in camera mia e inizio a fare i compiti.
Passano una, due ore ma non combino nulla...non riesco a concentrarmi.
I miei pensieri vagano senza un senso e sembrano proiettili che mi tartassano la testa.
Ho solo una domanda: perché?
Magari sto interpretando tutto male ed è solo frutto della mia mente contorta ma cavolo...L'ho visto il modo in cui mi guardava negli occhi e nessuno mi aveva mai guardata in quel modo.
Mi sono sentita scoperta dai muri che ho alzato durante questi anni.
C'è solo una cosa da fare: chiamare Denise.
Dopo due squilli risponde
"Pronto Raggiodisole!" Con il suo solito entusiasmo.
"Ehi hai da fare adesso?" Dico con voce un po' roca
"No tranquilla, dimmi cosa succede?"
"Beh...ti devo fare un po' di resoconto generale"
E inizio a parlarle di quello che era successo stamattina a scuola e poi del ristorante e lei mi esortava a conoscere i dettagli per aiutarmi meglio.
"Wow...non mi aspettavo sinceramente questo trasporto...Ma ti vorrei fare una domanda: per caso a te è mai piaciuto Nathan?" Dice dopo il mio monologo di mezz'ora.
Rimango lì per lì scioccata.
"No no, che stai dicendo Denise"
Ho la voce incerta.
"Sicura?"
"Beh mi è piaciuto quando ero piccola ma sto parlando dell'età di cinque anni...Quello non lo si puó chiamare amore"
"Io non ne sono tanto convinta"
Sentendo nella sua voce una nota maliziosa mi innervosisco.
"Denise non lo puoi dire veramente...Sai tutto di lui e di quello che mi ha fatto e mi sta facendo tutt'ora...io non lo amo perché una persona che mi tratta di merda in quel modo non mi merita"
Riprendo fiato, forse ho urlato un po' troppo ma non posso farci nulla.
Nathan in questi tre anni mi ha trattata peggio di un cane e si, quando ero piccola mi piaceva ma avevo cinque anni e poi lui aveva un carattere totalmente diverso.
"Senti Sarah, fai così, adesso non pensarci, fai finta di nulla, non lo cercare con lo sguardo nemmeno per sbaglio, lo so che è difficile perché hai metà delle lezioni con lui...Se lo fa di nuov..."
La interrompo presa da un momento di panico
"Se lo fa di nuovo?! Non so cosa potrei reagire, mi sento una merda verso me stessa perché gli ho permesso di guardami dentro!"
"Raggiodisole calmati prima di tutto.
Poi ti stavo dicendo che non partire prevenuta e lasciati guidare dal tuo istinto perché non sbaglia mai...Lui sa cosa ti fa stare bene e non segue la ragione.
Adesso non serve la ragione." Mi dice lei.
Ci sono vari minuti in cui sto zitta per assimilare ciò che mi ha detto poi le rispondo che ci proverò.
"Grazie Denise,ti voglio bene" Le dico con tutta la sincerità possibile.
"Ahah nulla Raggiodisole, tranquilla eh...anch'io ti voglio bene"
E così chiudiamo la nostra conversazione.
Una settimana dopo
È passata una settimana dal primo giorno di scuola e sono già sommersa da roba da studiare e io mi voglio sotterrare.
Non sono mai andata male a scuola, ho voti alti e un comportamento impeccabile però in questi giorni la mia concentrazione non è stata delle migliori.
Ripenso ogni tanto a Nathan...Al ristorante.
Durante questa settimana mi ha calcolata poco o niente giusto qualche battutina in classe e per il corridoio.
L'altra metà del tempo mi davano fastidio gli altri del suo gruppo, soprattutto Meghan.
Come quel giorno che mentre le stavo passando vicina per entrare in classe mi ha versato il caffè sulla maglia
-Oh scusami cara, non ti avevo proprio vista, che sbadata che sono- Rimango zitta perché sapevo che stavo per collassare
-Cosa fai ora piangi? Dai non è mica una grande perdita, ci salviamo tutti gli occhi...Ho fatto un atto caritatevole anche verso di te- E mi guarda con un ghigno in faccia.
1...2...respira Sarah...3...oh fanculo
-No, infatti ma si da il caso che 1.almeno io almeno sono vestita e con le taglie giuste rispetto ad altre ( la squadro facendole capire che mi riferisco a lei) e 2. io la so centrare la bocca con il bicchiere. Sai non è normale che una persona non lo sappia fare...Ti consiglio di farti dare un' occhiata- e sussurrando mi avvicino al suo orecchio, non so con quale coraggio ma ho troppa adrenalina in corpo -...Per quello che resta- E mi allontano.
L'ho vista prendere la rincorsa verso di me ma l'arrivo dell'insegnante l'ha bloccata.
Non si è fatta mancare una sua occhiata omicida.
Da quel giorno le cose sono peggiorate ma ne è valsa la pena.
Non mi sono mai sentita così piena di energia.
Dopo essermi preparata sveglio Katie.
Ormai le è passato completamente la voglia di andare a scuola.
"Nooooo" urla dopo che le ho detto di prepararsi velocemente.
"Katie dai, non ricominciamo di prima mattina con questa storia!"
E anch'io non faccio mancare mai la mia voce da tenore.
"Mi rifiuto!"
Sì mette a correre per la stanza.
L'ho già detto che non sono molto coordinata? Sopratutto di prima mattina? Beh oggi non è così.
Infatti non so quale Santo mi abbia benedetto ma con due balzi lunghi riesco a prendere per le spalle Katie e bloccarla per terra e mi lei impettita mi risponde
"Levati dai piedi bisonte"
"A chi hai dato della bisonte?!"
"A te! Vedi qualcun'altra qui?"
A volte mi dimentico che abbia 7 anni.
Mi alzo da sopra di lei e le punto il dito contro minacciandola che se non si sarebbe vestita entro dieci minuti non le avrei comperato il solito gelato dopo la scuola.
Katie mette una faccia da cane bastonato sgranando gli occhioni azzurri.
"Non puoi farmi questo..." Sussurra.
"E invece sì se non ti muovi a vestirti"
E come per miracolo si veste in fretta e furia, fa colazione, recupera lo zaino di sopra ed entriamo nella macchina di Denise con solo cinque minuti di ritardo.
Wow.
"Buongiorno ragazze" Ci saluta Denise con un grande sorriso e noi ricambiamo.
"Come mai siete rosse in faccia?"
Tra una corsa e l'altra non siamo riuscite a respirare nemmeno un minuto.
"Storia lunga" rispondiamo nello stesso momento io e Katie.
"Oook" risponde perplessa.
Dopo che Katie è scesa dalla macchina si avvicina al mio finestrino e mi punta il dito contro come ho fatto il stamattina
"Il gelato" Le si è formato una piccola rughetta fra le sopracciglia per cercare di fare un faccia minacciosa.
"Zi badrona" e faccio una specie di inchino.
Gira su se stessa e si avvia verso la sua grande scuola rosa con la testa alta soddisfatta di aver portato a termine il suo piano.
"A proposito, sei uno schianto!" si complimenta Denise.
Non mi ero accorta del mio abbigliamento fino a quando me l'aveva fatto presente...Ma io dov'ero con la testa mentre mi vestivo?!
Indosso un jeans nero aderente, una camicia bianca leggera, degli stivaletti sempre neri con il tacco e poi una giacca di pelle.
Nemmeno sapevo di avere queste cose dentro il mio armadio fatto di maglioni di due taglie in più, jeans non proprio aderenti da fermati la circolazione del sangue e enormi felpe maschili.
Le scarpe erano rigorosamente da ginnastica; dei tacchi nemmeno l'ombra.
Quindi questo mi lascia sconcertata...Piacevolmente sconcertata.
Mi vedo bene come se nella mia vita fossi nel posto giusto al momento giusto e non una stonatura.
Mi sento apposto con me stessa...Mi sento femmina.
Ed un tratto dopo aver pensato questo dentro di me sento come una scossa elettrica e che cambia il verso di vedere le cose.
Prima temevo anche solo di mettere un tacco, non accettavo il cambiamento,ne avevo paura; ora invece tutte le paranoie fatte prima mi sembrano cazzate.
Ma non capisco il motivo che abbia scatenato tutto questo...
Con questa rivelazione varco il portone della scuola.
Oggi è lunedì e purtroppo iniziamo subito bene la giornata con due ore di matematica.
Nel tratto per andare verso il mio armadietto mi sento osservata e a disagio.
Non ci metto molto a capire che le mie supposizioni sono concrete.
Appena volto la testa noto la maggior parte delle teste rivolte verso di me.
Lì per lì non capisco che cos'ho e faccio una rapida ispezione del mio corpo.
Subito mi ricordo di come sono vestita...Ma è possibile che tutte queste persone si siano accorte di me solo adesso? Ed è possibile che una persona non possa vestirsi come vuole che subito viene addocchiata?
Metto una faccia che lasci intendere tutta la mia disapprovazione per la situazione.
Appena arrivo all'armadietto mi viene incontro Crystal.
"Buongiorno Sarah" mi saluta con un gran sorriso.
"Ciao" il mio non è altrettanto solare.
E se ne accorge.
"Cosa succede?"
"Nulla tranquilla davvero"
Mi giro per guardarla negli occhi.
"Va bene...Sai una cosa oggi sei veramente bella" ma si blocca un attimo appena vede la mia faccia diventare rossa ma non per l'imbarazzo.
Ma non sono arrabbiata con lei, è una delle poche persone gentili e dolci in questa scuola ma il fastidio di prima non mi è ancora passato.
Peró non è giusto prendersela con lei.
Appena si accorge della mia reazione, sgrana gli occhi e e cerca di spiegarsi meglio
"...cioè...peró non mi f-fraintendere lo sei s-sempre...ma oggi lo di più...nel senso...h-hai qualcosa in più" balbetta in preda al disagio e all'idea di avermi offesa.
La tranquillizzo spiegandole la mia reazione.
Mi sorride affettuosamente e mi abbraccia.
Nel farlo noto due occhi smeraldo perforarmi, mi irrigidisco e sento andare a fuoco le guance.
Non di nuovo.
Crystal se ne accorge, guarda nella stessa direzione e mi lancia uno sguardo malizioso.
"A-andiamo"
E ci avviamo insieme alla nostra classe.
"Non ti ha staccato gli occhi un attimo, sembra che voglia saltare addossa da un momento all'altro"
So a chi si riferisce ma faccio l'ingenua.
"Chi?"
Si mette a ridere
"Nathan ovviamente"
Appena pronuncia il suo nome trasalisco e un brivido mi percorre la schiena.
"Ah"
Caso vuole che Nathan, Meghan e alcuni della combriccola abbiano mia la stessa lezione.
Bene.
Ci mettiamo sedute in seconda fila centrale cercando di ignorare gli sguardi.
Ma che cazzo.
Nathan si siede all'ultimo banco, di fianco alla finestra.
Nel passare in mezzo si banchi mi sfiora la spalla con il suo braccio.
Ho un capogiro...Troppa tensione in circolo...È la prima volta che mi guarda il quel modo dopo...dopo il ristorante.
Mi metto seduta a peso morto sulla sedia appoggiando la testa tra le mani.
Entra la  professoressa dopo alcuni minuti e mi alzo tenendo la testa bassa.
Inizia subito a interrogare e fortunatamente non mi chiama; non sarei stata in grado di rispondere e ragionare lucidamente alle sue domande.
"Tutto apposto?" mi sussurra Crystal "non hai smesso di torturarti le mani da quando siamo entrate"
Non ce la faccio a tenermi tutto dentro e racconto anche a lei di Nathan.
Durante il racconto non la guardo mai in faccia.
Quando finisco alzo lo sguardo su di lei e noto che ha una ruga tra le sopracciglia.
Sta riflettendo.
Nel frattempo sento trapassarmi la schiena...anzi va a fuoco.
Mi sento troppo scoperta.
Chissà se mi metto sotto il banco se ne accorge qualcuno.
Che stupidaggine. 
Ma ad un tratto vedo un bigliettino cadere sul mio banco,lo apro e per poco non mi viene un infarto.

Sei fantastica
N.

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